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Jeff's POV
Terminate le visite veniamo portati nuovamente in salone, poi entriamo in un lungo corridoio stretto dove siamo costretti a metterci in fila indiana per entrare tutti.
Mano a mano vedo i miei compagni venire spinti dentro a stanze diverse ai lati del corridoio, alla fine resto per ultimo e vengo portato in una "cella", chiamiamola così, di fianco a quella di Jane. Dentro c'è un uomo sulla cinquantina, accasciato al muro che non appena mi vede mi sorride in modo beffardo.
I responsabili chiudono la porta a chiave, osservo l'interno: ci sono due letti a castello ognuno con un suo armadio vicino, come se la pula ci avesse lasciato prendere le nostre cose, una sola finestra lascia passare uno spiraglio di luce dato che la lampadina attaccata al soffitto sembra non funzionare.
Mi avvicino al letto di sinistra, l'uomo mormora: "Quello è il mio." allora, alzando le mani mi dirigo verso l'altro, però lo sento di nuovo dire: "Quello è il mio.".
Non ci ho visto più, già la rabbia di esser stato preso mi stava assalendo, ora questo compagno di stanza beffardo era davvero il colmo.
"Eh allora come cazzo la mettiamo? Da qualche parte dovrò pur dormire e non finirò sul pavimento come te!"
L'uomo si alza sempre adiacente al muro, mi guarda maliziosamente prima di incominciare a parlare: "Sei così giovane e già ti hanno preso... Per cosa stavolta? Ah bhe, il 'grande' Jeff The Killer, un ragazzino bravo ad usare un coltellino da burro sulla gente... Mmh, non ci sono più i killer di una volta."
Alzo lo sguardo, lascio intravedere il mio lungo sorriso ma ciò non sembra turbarlo. Continua: "Questi ragazzi di oggi non dovrebbero nemmeno provare a mettersi contro noi adulti... Mi ricordo ad esempio di mia figlia, cercava sempre di sottrarsi alle mie... Benevolenze. Alla fine quella troia di mia moglie ha avvertito la pula e sono finito qui... Vedi? Se voi ragazzi semplicemente sottostaste ai nostri ordini sarebbe tutto più semplice e nessuno ne pagherebbe le conseguenze..."
Mi accorgo di avere a che fare con uno stupratore... Proprio come il padre di Nicole!
Proprio il tipo di gente che ho imparato a schifare.
"Ma tu... Non ti senti in colpa per aver maltrattato TUA FIGLIA? Non ti senti una merda? Non hai nemmeno un po' di rimorso?"
L'uomo inizia a ridermi in faccia, dicendo: "Tu non hai ancora capito a cosa servono le donne...! Ahahahahahahahahah... Sei ancora troppo piccolo per cap... Ugh!"
Gli mollo un cazzotto dritto in faccia, non posso permettergli di continuare a dire certe cazzate, per colpa di gente come lui Nicole si è rovinata, la gente come lui deve morire.
Continuo a tempestarlo di pugni finchè non sento la chiave girare nel chiavistello, un grido dietro di me, un dolore acuto alla spalla e poi...
Buio.

Nicole's POV
Il medico mi ha controllato le ferite ed applicato una crema disinfettante, brucia da morire.
Ho sentito dire che sospettano la schizofrenia, oltre ad essere certi del mio autolesionismo, quindi mi vogliono mettere in una camera singola.
Vengo trascinata in un lungo corridoio dietro agli altri, mano a mano li fanno entrare nelle stanze laterali, ad un certo punto vengo spinta anche io dentro una di esse e l'ultima cosa esterna che vedo è Jeff venire portato nell'ultima camera alla fine del corridoio.
La stanza è illuminata dalla luce proveniente dalla grossa finestra, maestosa rispetto alla nudità della camera nel complesso.
Solo l'essenziale: un letto, un paio di sedie inchiodate al pavimento, un tavolino anch'esso inchiodato e un corredo di telecamere agli angoli della stanza.
Più prigione di cosi.
Mi sdraio sul letto, ricordo quando dopo una notte di omicidi mi buttavo nel mio alla Creepyhouse, affondando nel comodo materasso a molle. Questo invece sembra piuttosto un paio di assi di legno impilate.
D'un tratto la porta si spalanca, un uomo mi intima ad uscire borbottando le parole "Mangiare, cibo." Lo seguo fuori dalla stanza quando per il corridoio passano Jeff, incosciente e supportato da una coppia di uomini, e dietro di lui un uomo con il naso apparentemente distrutto e il viso sporco di sangue, alza lo sguardo ed i nostri occhi si incrociano: quasi non riesco a credere a ciò che vedo.
Quello...
Quello è mio padre.

Io La Salverò. ||Jeff The Killer, Laughing Jack, ANArchia||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora