capitolo 5.

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Finalmente arrivò il maestro,un uomo sulla trentina con un sorriso irritante stampato sul volto. 

<<Buonasera ragazzi,scusate il ritardo, ma la puntualità non è proprio il mio forte. Io sono Austin,voi come vi chiamate?>>

<<Piacere di conoscerla,io mi chiamo Jane>> gli risposi educatamente e mi alzai per stringergli la mano.

<<Piacere mio, ma per favore dammi del tu che se no mi sento vecchio>> mi fece l'occhiolino e annuii, mi stava già simpatico.

Mike ci osservava ma non si era ancora presentato. Austin lo guardava in attesa, e dopo aver constatato che non aveva alcuna intenzione di proferire parola gli chiese <<E tu sei...?>>

Lui parve svegliarsi da un sonno profondo e si affrettò a dire <<Mike.Mi chiamo Mike.>> A quanto pare l'eloquenza non era la sua maggior caratteristica, pensai sorridendo.

<<Okay ragazzi>> disse Austin <<a quanto pare quest'anno saremo in pochi. Inizieremo prima di tutto con le cose basilari,  poi passeremo a cosa più consistenti e a fine anno farete un saggio in cui suonerete il pianoforte a quattro mani. Che ne dite?>>

<<Certo,sarà fantastico>> risposi con un sorriso falso; sarebbe stato una noia mortale che avrei dovuto sopportare con un ragazzo ancora più noioso che nemmeno mi rivolgeva la parola.

<<Io suono già da due anni.>>  La voce di Mike risuonò per la stanza.

"perfetto quindi sarò la mongoloide che non sa suonare" pensai.

Austin al contrario sorrise e disse una cosa per cui avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani: <<Perfetto! allora non ti dispiacerà dare delle lezioni pomeridiane aggiuntive a Jane,in modo che stiate più o meno sullo stesso pieno>>

Mike rimase impassibile e anche se abbassando lo sguardo, annuì. 

"perché non ha detto di no? si vede che l'idea non l'entusiasma, e a dire la verità nemmeno a me" pensai contrariata.

L'ora e mezza passò in fretta e mi stavo affrettando ad uscire, quando una mano fredda mi strinse il polso e mi trattenne. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi freddi di Mike posarsi sui miei . <<Si?>> chiesi

lui sembrò cercare le parole poi mi disse <<Senti,per quella cosa delle lezioni pomeridiane...>> lo fermai,sapendo dove volesse andare a parare <<tranquillo,posso benissimo recuperare da sola,non è necessario..>> stavolta fu lui ad interrompermi <<No. Non volevo dire questo. Vieni domani alle 4 a questo indirizzo>> mi lasciò cadere un bigliettino in tasca, e per un momento le sue dita sfiorarono i miei fianchi; un brivido mi percorse per tutto il corpo, e non feci in tempo a ribattere che lui se ne era già andato.

Ma cosa era quella strana sensazione che mi avevano suscitato le sue dita sul mio corpo?

"stai impazzendo Jane" pensai sospirando mentre mi incamminavo verso casa.



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