capitolo 6.

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"Vieni alle 4 a questo indirizzo".

Questa frase continuava a ripetersi in continuazione nella mia testa, provocandomi sempre più ansia. Non riuscivo a capire il motivo di quest'ultima, forse per il fatto che sarei dovuta andare a casa di un ragazzo per la prima volta,forse perché Mike stesso mi metteva addosso una certa ansia..

Fatto sta che appena tornai a casa dopo la lezione, non riuscii a concentrarmi sui libri tanta era l'agitazione.Ci rinunciai e andai a farmi una doccia per rilassarmi; era solo una stupida lezione a casa di un ragazzo che nemmeno conoscevo...non potevo essere così emozionata.

Decisi di chiamare Lizzy e raccontarle il tutto, nella speranza che almeno lei riuscisse a tranquillizzarmi. 

<<Pronto?>> la sua voce acuta rispose al primo squillo.

<<Ehi Lizzy,ho bisogno di aiuto>>. Le raccontai quello che era successo,tralasciando la sensazione che avevo provato quando le dita di Mike mi avevano sfiorato.

Lei ovviamente si entusiasmò troppo,come al suo solito e cominciò ad urlare:

<<CIOE' ANDRAI A CASA DI QUEL FIGO DI MIKE DOMANI E ME LO DICI SOLO ORA?! O MIO DIO NON CI POSSO CREDERE SARA' TUTTO PERFETTO,VOI VI METTERETE INSIEME E POI VI SPOSERETE>>

Risi alle sue parole,stava esagerando come al solito <<Lizzy calmati, nemmeno lo conosco...e poi non ho intenzione di fidanzarmi,te l'avrò detto milioni di volte..>>

<<Che palleeee che seiii Jane , mica puoi rimanere zitella a vita! Hai sedici anni, divertiti!>> Mi interruppe lei.

Avevamo parlato di questo argomento più e più volte,ed io ero rimasta sempre ferma nelle mie convinzioni ; niente ragazzi. Che poi non avrei avuto nemmeno il tempo, con mia madre che già aveva stilato un programma completo della mia vita dove non erano previste cose di questo tipo.

<<Liz, ne abbiamo già parlato>> le risposi semplicemente.

La sentii sospirare e dopo un po' disse <<Va bene , ma comunque domani ci devi andare, quindi dopo scuola vengo a casa tua e ti aiuto a prepararti, niente storie.>> 

Non feci in tempo a ribattere che aveva già chiuso la telefonata. Sorrisi, questa era la mia Liz.

Nonostante le sue urla e le sue insistenze, la mia migliore amica aveva avuto come al solito un effetto calmante su di me, ed io ero riuscita in linea di massima a riacquistare il controllo della mia mente.

Riprovai quindi a rimettermi sui libri, e finii tranquillamente i compiti.

A cena informai mia madre delle lezioni pomeridiane, e anche se un po' infastidita dal fatto che non le avesse messe nel programma, annuì.

Mi addormentai presto e il mio ultimo pensiero fu Mike.

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Il mattino successivo mi svegliai tardi,così presi la prima cosa che trovai nell'armadio (un paio di jeans e una felpa che mi arrivava fino a metà coscia), ed uscii.

Fuori c'era la nebbia, e per la prima volta nella mia carriera scolastica, non arrivai in anticipo.

Lizzy stava già al solito muretto e si guardava intorno con aria preoccupata, fino a quando il suo sguardo non si posò sulla mia mano che si dimenava in aria per salutarla. 

Mi corse incontro e mentre mi abbracciava mi disse << Questo si che è un evento storico!Jane  che arriva "tardi" a scuola! Complimenti amica!>> 

Quello che i libri non diconoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora