Capitolo 18

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Pov's Harry.

La giornata sembra proseguere per il meglio... almeno fino a quando Liam, il solito rompicoglioni e impiccione, mi chiede cos'abbia che non va.
«Eh? Oh, nulla.» Fingo e mangio un'altra spaghettata.
«Dai, si vede da un miglia che hai la testa tra le nuvole e pensi a qualcosa, io lo so. Ormai ti conosciamo tutti.»
Ecco che si aggiunge l'altro: Louis.
Roteo rapidamente gli occhi e mi alzo di scatto, battendo una mano sul piano di legno.
«Non ho niente, cazzo!» Alzo il tono della voce, e non mi importa della gente che mi sta fissando sbalordita.
In effetti sto proprio nel mio mondo e sto reagendo in questo modo per una sciocchezza.
Magari loro si preoccupano e vogliono che io stia bene, ma quando dico che non ho niente, devono credermi anche se non è vero.vIo sono fatto così.
E loro mi conoscono alla perfezione ormai, quindi dovrebbero saperlo.
«Harry, ma calmati.» Balbetta impaurito Niall. Ora sono un mostro da temere?
«E voi che cazzo avete da guardare, eh?» Volto il viso tra la varia folla, che se n'è stata di botto in silenzio da quando ho cominciato ad urlare.
«Ridicoli.» Aggiungo infine ed esco dal bar, fregandomene altamente di tutto e di tutti quelli che mi circondano.
Adesso ho solo un pensiero che mi ronza nella mente: parlare con Maggie, la mia ragazza. O almeno, non lo sará ancora per molto. Mi dispiace che adesso debba soffrire, ma lo farebbe di più se io continuassi a stare con lei senza provare sentimenti.
Alexandra mi ha completamente stravolto la vita.
Sono diventato un'altra persona negativamente.
Adesso sono più menefreghista, più adirato contro il mondo, con la testa tra le nuvole... non sono me stesso.
E soprattutto, il problema principale è che non sono felice.

Pov's Alexandra.

Sono da Nando's con i ragazzi: Niall, Liam, Louis e Zayn.
Stiamo mangiando e chiacchierando tranquillamente tra di noi.
«Sapete, oggi Harry ha fatto una scenata del cazzo.» Inizia Louis, guardando me e Zayn che non stavamo seguendo molto i loro discorsi.
Alzo di poco le sopracciglia e mando giù un altro pezzo di pizza; i ragazzi annuiscono lentamente per testimoniare l'accaduto.
«Sì, faceva paura.» Continua il biondino e continua a mangiare il kebab con possessione.
«Perché?» Chiedo curiosa, mentre lancio un'occhiata a Zayn che mi ha circondato le spalle con un braccio.
«Non lo so, gli abbiamo semplicemente chiesto cosa aveva perché sembrava... anzi, era, strano e lui ha iniziato a sbraitare e a dare pugni sul tavolo.» Ci spiega Liam, scrollando poi le spalle.
Oddio, per fare così...
Questo non è da Harry, doveva essere proprio incazzato. Oppure non lo conosco abbastanza bene per non immaginarlo. Anzi, per niente.
Sospiro e poggio la testa sulla spalla del moro, pensando alla serata scorsa.
«Ieri sera non era incazzato però, non so cosa gli sia preso.» Scuote la testa come se mi avesse rubato la frase, poi passa una mano fra i miei capelli biondo cenere.
«Non lo so, Harry è strano.» Farfuglia Louis, addentando il suo panino. Faccio una piccola smorfia mentre Zayn mi dona un sorriso dolce, ricambiato dalla sottoscritta.
«Ehy, ehy, qualcuno si scambia dei sorrisetti.» Commenta il nano e da una gomitata a Zayn amichevolmente, provocando così una risata da parte mia e anche da parte sua.
Se aveva intenzione di sdrammatizzare la situazione, c'è riuscito.

Pov's Maggie.

Harry deve parlarmi.
Questa frase si ripete nella mia mente, e anche se sono sicura che debba dirmi qualche sciocchezza, o magari qualcosa di importante, ma nel frattempo bello. Io ho comunque paura di ció.
Ieri l'ha detto con un tono e un'espressione strana, ecco come.
Ma non devo preoccuparmi, solo solo una stupida a pensare questo.
Ultimamente mi sta calcolando di più, l'anello è stato un regalo fantastico. Quello che mi stranizza è il comportamento di Alex nei confronti di Harry e viceversa.
Cos'hanno? Che nascondono?
Sospiro e scuoto la testa, cacciando via tutti i pensieri negativi.
Cosa dovrebbe succedere? Nulla.
Si sono sempre 'odiati' e non puó essere successo nulla nonostante gli sguardi intensi che si scambiano.
Esco dalla camera e mi avvio in cortile, il luogo d'appuntamento che ha prenotato il mio ragazzo.
Lo vedo girato di spalle, che cammina avanti e indietro in cortile.
Sembra nervoso.
Oddio, non so se essere felice o preoccupata di quello che dovrà dirmi. Quasi quasi sono nervosa quanto lui, o forse di più.
Mi avvicino lentamente, con il cuore che mi pulsa forte sul petto.
«A-amore..» Balbetto.
«Forse dovresti smetterla di chiamarmi così.» Dice con un tono freddo e si volta di scatto verso la mia parte, avvicinandosi poi.
No, non puó averlo detto.
Perchè si sta comportando in questo modo? Cazzo, mi fa paura.
Assume in questo momento un'espressione da killer.
Se non fosse il mio ragazzo, lo scambierei per quello adesso.
«C-che vuoi dire?» Faccio fatica a parlare, e non smetto di guardarlo negli occhi.
«Hai sentito bene.» Distoglie lo sguardo e porta le mani in tasca.
«Hai qualcosa da dirmi al riguardo?» Deglutisco, incitandolo a dirmi quello che immagino giá.
Scuote la testa e io sbuffo.
«Harry ti prego. Mi hai chiamato per un motivo e adesso dillo.»
Riporta lo sguardo verso di me e mi guarda con occhi spenti.
Non più con la scintilla come quando mi vide la prima volta.
O per il nostro primo bacio... su una casetta all'albero.
Una lacrima mi riga la guancia al ricordo. A pensare che da oggi in poi non potró più rivivere quei momenti unici con lui. Me ne scende un'altra.
«Sì, hai ragione. Io ho meditato molto in questi giorni, e sono giunto ad una conclusione.» Fa una pausa. Indietreggia di un passo e sospira.
Ho la gola serrata e le parole non mi escono dalla bocca.
Aspetto che lui continui la frase.
«Io... non mi sento di continuare la nostra relazione.» Si morde il labbro.
Ecco, lo sapevo.
Mi limito ad annuire e poso lo sguardo sulle le mie scarpe, che man mano le punte di esse si bagnano a causa delle lacrime che cessano ininterrottamente.
«Scusa non volevo ferirti. Ma l'avrei fatto di più se fingevo di amarti e restavo con te.» Si avvicina e mi poggia una mano sulla guancia.
Non riesco a guardarlo.
Mi sento distrutta... lui aveva la chiave del mio cuore, ed è come se l'avesse persa e adesso sono chiusa... chiusa con il mio piccolo mondo.
Comincio a singhiozzare.
Non ho mai pianto così tanto davanti ad Harry, ma in questo momento non ho nessun imbarazzo.
Mi volto e corro via, lasciando mischiare le mie lacrime che scendono sulle mie guance, con l'acqua piovana che comincia a bagnarmi tutta.
Ma non me ne frega niente.

Pov's Alexandra.

Sono seduta sul mio letto, a leggere My Dilemma is You.
Lo sto già finendo.
Ho visto il libro nella libreria del centro commerciale, proprio nel giorno in cui dovevo scegliere il regalo per Maggie, e ho deciso di comprarlo: la copertina mi ha subito colpita.
Beh, cosa dovrei dire? È fin troppo bello e con tanti misteri.
Ad un tratto, però, sento la porta della stanza aprirsi ed una Maggie in lacrime entra nella nostra camera, chiudendo con forza la porta e buttandosi subito dopo sul letto.
«Ehy tesoro, lcos'è successo?» Chiudo il libro e mi siedo accanto a lei. Le accarezzo dolcemente i capelli e cerco di calmarla.
«Lui...è finita!» Questo è tutto ciò che è riuscita a dirmi fra i singhiozzi.
Cioè, tra lei ed Harry è finita?
Dio non so che pensare, dico davvero.
Non so se essere felice o essere triste per lei.  Ma perchè dovrei essere felice? Solo una persona menefreghista lo sarebbe e io non sono presente nella lista di questa gente insignificante.
Io lo sono se lo è anche lei, e in questo caso non sembra. Sono triste anch'io, mi dispiace tantissimo per lei.
Sospiro amareggiata, scuotendo il capo ancora scossa dalla notizia.
Che stronzo, però.
«Mi dispiace.» Non so come consolarla questa volta. Le bacio la guancia e le consiglio di asciugarsi il viso per eliminare le lacrime.
«Non merita tutte queste tue lacrime, Mag. Forse non meritava neanche il tuo amore.» Sussurro ancora e, a quel punto, tira su il viso dal cuscino.
Quel poco trucco che ha sul viso è tutto colato, ma rimane comunque una bellissima ragazza.
Annuisce alle mie parole e si passa i palmi delle mani sotto gli occhi, cacciando via tutte le lacrime che le rimpiangono il cuore.
«Hai ragione. È solo uno stronzo.»
«Ti voglio tanto bene.»
Mi stringe a sua volta sorridendo.
«Ti voglio tanto bene anche io, Lex.» Farfuglia, sciogliendo poi l'abbraccio.
Devo parlare assolutamente con Lui.

Lo vedo girato di spalle, credo stia fumando una sigaretta.
Non sapevo che lo facesse, e Maggie non me ne ha mai parlato. Ah, e quando avrebbe dovuto farlo? In effetti crede che non mi importi niente di lui, quindi meno me ne parla, meglio è sia per me che per lui. Ma se pensa davvero questo, si sta sbagliando di grosso.
Forse Harry ha cominciato ora a prendere il vizio di fumare.
Emetto un sospiro e mi avvicino lentamente, poi mi fermo, mantenendo le distanze di qualche centimetro. Se fossi troppo vicina a lui mi dimenticherei il discorso che ho in mente da dirgli.
«Harry.» Lo chiamo.
Lui si gira e muove la sigaretta retta dal labbro superiore e inferiore.
Ha uno sguardo cupo e sembra adirato. Anzi, scommetto che lo sia.
Ogni giorno è sempre più strano.
«Se sei venuta per...»
«Perchè hai lasciato Maggie?» Riesco ad interromperlo, prima che lui concludesse di parlare.
So giá che vuole cacciarmi, ma non lo ascolteró mica.
«Non ti importa.» Inspira il fumo.
«Sì, invece. Non sai quanto mi dispiace vederla soffrire. E so che in tutto questo ci sono io di mezzo. Il problema sono io, vero?» Mi autocommisero.
«Sì, sei tu il problema. Okay?» Lancia la sigaretta su una pozzanghera che la pioggia ha lasciato.
«Bene... grazie per avermi fatta sentire in colpa.» Lo ringrazio con una nota di ironia ma anche di tristezza che quasi volesse nascondersi per orgoglio.
«Cazzo vuoi? Tu stessa mi hai detto che sei il problema di tutto questo.»
«Ma non fino a tal punto di farti lasciare con la tua ragazza!» Urlo, mentre stringo le mani in due pugni.
«Adesso lo sai.» Si stringe nelle spalle, disinteressato.
«Sei senza cuore. Non ti fotte nulla di come sta male lei in questo momento, e... e neanche di me a quanto pare. Ho capito che sei una persona insensibile e...» Potrei continuare all'infinito.
«E tu non mi conosci!» Comincia ad aumentare il tono di voce anche lui.
Perchè in ogni conversazione finiamo sempre per litigare?
«Ti conosco abbastanza bene per capire che sei senza cuore! Dato che sono io il problema, dimmi cosa cazzo ti ha convinto a lasciarla!»
«Io non la amo!» Ribatte.
«Certo, tutto questo da quando ci siamo baciati quella sera, per quel gioco di merda.» Annuisco come se mi stessi dando da sola delle risposte, alquanto inutili, e mi scende una lacrima per i ricordi.
Mi sento davvero in colpa.
Sono una persona orribile, ma non più di lui, nonostante io sia il problema per la quale la mia migliore amica stia piangendo adesso.
«Hai ragione. Forse mi sono reso conto troppo tardi che da quel giorno, tu hai incominciato ad interessarmi e prendere posto nel mio cuore.» Sussurra, quasi pentendosi di avermelo confessato. Si volta e schiaccia la pozzanghera, mentre si allontana da me.
Non posso crederci veramente.
Mi prendo la testa tra le mani e tiro indietro i capelli, mi mordo il labbro e comincio a piangere... di nuovo.

A Wrong Love.  ||H.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora