One reason why

114 24 6
                                    

(Due anni fa avevo fatto questo trailer, qualcuno me ne può fare uno decente?)



Merda, merda, merda.

Spalanco gli occhi, mi metto seduta e sono quasi tentata di strapparmi i capelli. Guardo quella stupida 'v' verde sostare sullo scherzo con scritto 'invio riuscito a Lou'.

- Dannazione, merda. Merda! - Mi alzo in piedi ed inizio a fare avanti e indietro per la stanza.

Non può essere vero.

Zayn sbadiglia e si volta verso di me: - Perché fai così confusione?

Si gratta la testa e controlla l'orario sul suo telefono. Si alza in piedi e guarda fuori dalla finestra.

- Scusa, non volevo svegliarti - balbetto, scuotendo la testa. Sono ancora del tutto sconvolta. Vorrei picchiarmi.

Mi lascio cadere sulla poltrona e guardo il suo profilo in contrasto con le tende bianche. La luce della luna illumina debolmente la sua figura.

- Non preoccuparti - mi risponde, sorridendo: - Soffro di insonnia. Non avrei dormito molto comunque.

Annuisco. Se probabilmente fossi stata più sveglia, non avrei sbagliato destinatario.

- Cos'era tutto quel baccano? - continua poi, afferrando una sigaretta dal pacchetto abbandonato sul comodino. Si sporge sul davanzale, con i vetri ora spalancati, ed inizia ad aspirare il fumo.

Un brivido di freddo mi percorre: - Niente, no. Una sciocchezza.

Alza un sopracciglio ed imita la mia voce, mentre pronuncia una quantità industriale di 'merda, merda, merda'. Sono davvero così volgare?

- Lascia stare, davvero - lo intimo.

Lui fa una smorfia: - Pensavo fossimo una sottospecie di amici, ora.

Rispondo alla sua espressione disgustata: - Mai.

Scoppia a ridere e, dopo un paio di secondi di silenzio, getta il mozzicone fuori. Chiude la finestra, privando la mia pelle di quel leggero freddo che mi aveva attorniata e si siede sul letto.

- Sai - inizia, guardandomi: - Ho un grande difetto.

Alzo un sopracciglio: - Intendi quello che riguarda il tuo essere un ragazzo bipolare violento?

Trattengo una risata, mentre mi guarda in cagnesco. Abbasso il viso, immediatamente imbarazzata. Forse gli pseudo-amici non fanno così.

- Ho due difetti, allora - precisa, alzando il dito indice: - Il primo già lo conosci. Il sencondo: sono eccessivamente curioso. E temo che non ti farò abbandonare questa stanza fino a quando non mi dirai cosa è successo qualche minuto fa.

Roteo gli occhi. Diamine.

Non rispondo. Mantengo il silenzio. Lui è davanti a me, ora, che batte la punta del piede destro, a ritmo. Cerco di farmi venire in mente una canzone con la stessa cadenza per distrarmi, ma riesco solo a pensare alla sua irritante pretesa.

- Okay, okay - sventolo le mie mani. Mi alzo in piedi di scatto, arrivando a finire dritta davanti a lui, a distanza di pochi centimetri: - Tu devi confessarmi qualcosa.

Aggrotta le sopracciglia, ma la mia idea non lo allontana.

Anzi. E' fin troppo vicino. Riesco quasi a vedergli i peli del naso.

Stop.

- Confessarti qualcosa? - sorride, alzando un solo angolo della bocca.

Inizio a parlare enfatizzando tutte le lettere, in modo da sputargli sul viso o qualcosa del genere, per farlo allontanare: - Rimarrà tutto in quesssta ssstanza.

AmnesiaWhere stories live. Discover now