Punch?

48 12 8
                                    

Non è dolce, tantomeno romantico. È un obbligo, un freddo obbligo che sa di disperazione.
Mi divincolo: - Perché diamine mi hai baciata?
Continuo ad indietreggiare, ma sul suo viso non traspare il minimo pentimento.
- Ho bisogno che tu sia il mio mare - inizia, ad occhi lucidi. Dubito che sia interamente colpa dell'alcol: - per un piccolo pezzo di vetro gettato da qualche stupido da levigare.
Scuoto la testa, non credendo alle sue parole. Io non sono il mare, se non un mare di disperazione e lacrime. Il mio respiro si altera sempre più. Non so se scappare o cercare di parlargli, andarmene e peggiorare la situazione o rimanere e illuderlo. Sto per dirgli di tornare a casa, quando noto delle lacrime sgorgare dai suoi occhi.
- È Natale e sono un pezzo di merda solo. E non voglio essere più così.
Sottolinea l'insulto rivolto a se stesso scandendo bene le lettere.
- Non sei un pezzo di merda, Zayn. Almeno, non sempre - dico, sperando di suscitare una qualche reazione per farlo smettere di piangere.
Lui si sfrega prepotentemente le mani sugli occhi: - E sono anche un dannato bambino. Forse solo dannato.
Chiudo gli occhi e mi avvicino, appoggiando la mano sulle sue spalle: - Ancora con questa storia? Non sei affatto dannato. Sei solo... un posto oscurato dalle nuvole su cui piove sempre. Non riesci a vedere il sole, eppure è lì. Devi solo aspettare che la tempesta vada via.
Quasi mi commuovo del mio stesso discorso. Le spalle si alzano più lentamente: si calma.
Chiude gli occhi e poggia le sue mani sulle mie.
- Il fatto è che il sole sei tu e non te ne rendi conto.
Le sue mani mi accarezzano il viso.
Il suo tocco sulla mia pelle è strano, insolito e totalmente sbagliato. Io e Zayn non siamo fatti per dirci parole dolci e accarezzarci o peggio, baciarci, io e Zayn siamo fatti per insultarci a vicenda ed essere amici a periodi alterni.
- Vorrei che uno dei tuoi raggi mi illuminasse, illuminasse la vita oscura che sto vivendo... illuminasse tutto ciò che c'è dentro di me - la pressione sulle mie guance si fa più forte.
Mi attira a sé e mi bacia, prima che io possa tirarmi indietro.
Le labbra mi pizzicano per quanto ciò sia sbagliato e quel rivoltante odore di alcool che sprigiona la sua bocca mi fa storcere il naso. Vorrei staccarmi, ma le sue braccia forti continuano a tenermi e le sue lacrime continuano a bagnarmi il viso.
- Immagino che ti abbia detto qualcosa di molto importante.
Zayn si stacca con aria colpevole. E vomita davanti a me.
Io mi giro verso Harry, che ha il viso scuro. I suoi occhi non brillano e non c'è traccia del suo sorriso.
- Fammi spiegare - grido immediatamente, correndo verso di lui.
Lui scuote la testa, guardandomi, visibilmente ferito e deluso.
- Se le infermiere non mi avessero detto di averti vista sgattaiolare fuori - inizia, con voce rotta: - Cosa sarebbe successo? Saresti scappata con il camice da ospedale e il principe azzurro Vomito?
Indietreggia, forse per nascondere il fatto che i suoi occhi siano lucidi.
- No, Harry, aspetta - mi avvicino a lui ed afferro le sue mani: - Zayn aveva solo bisogno d'aiuto, io non volevo baciarlo, non voglio neanche adesso e non penso che lo vorrò mai.
C'è solo verità nelle mie parole. Il contatto con Zayn è stato così sbagliato, inadeguato. Mi sembrava di baciare Luke. Non che l'abbia fatto.
- Aiutalo a pulirsi il vomito dai pantaloni - ritrae le mani con violenza. Mi guarda un'ultima volta, quasi con disprezzo, gli occhi lucidi e gli angoli della bocca all'ingiù. Poi mi supera e mi giro per seguirlo con gli occhi. Afferra le chiavi dell'auto dalla sua tasca e ci salta su, per poi mettere in moto con violenza e ripartire. Guardo la macchina sparire nel buio.
Non riesco ad impedirmi di piangere. Mi lascio cadere sugli scalini dell'ingresso e divento vittima di una crisi di pianto.
Sento di aver perso l'ultimo strato che mi potesse proteggere. Sento di aver perso la persona che amo.
Con la poca forza che ho mi alzo in piedi e mi avvicino a Zayn, troppo stordito per capire cosa sia successo.
Gli tiro un pugno sul petto.
- Io ti odio - grido, con le lacrime salate che mi bagnano le labbra: - Non sarai dannato ma ti assicuro che renderò la tua vita un inferno e non riuscirai a trascinarmi giù con te. Ti odio.
I singhiozzi prendono il posto delle grida. Lui si ritrae. Vuole parlarmi, ma il suo alito puzza di vomito e non ho voglia di ascoltare le sue sciocchezze.
Me ne vado via, tornando in ospedale, e sentendo una fitta dolorosa guardando il posto dove Harry è sparito.

AmnesiaWhere stories live. Discover now