Just Some Unexpected Memories

310 54 9
                                    

Mi allontano, tenendomi le mani sul petto: solo ora mi accorgo di aver pianto tutto il tempo. Mentre esco dalla stanza, sento lo scarico che va ed Harry chiude la doccia. Non riesco a ragionare e a realizzare. Mi sentivo che facesse ciò, lo sapevo, ma la mia mente ha sempre negato, sperando fossero paranoie inutili.

- Rain, che diavolo ci fai in corridoio? Se ti becca Bob, ti uccide.

Alzo lo sguardo e Liam è davanti a me.

Mi butto tra le sue braccia, mi sciolgo nel suo calore e lascio che le mie lacrime parlino per me. Non mi chiedo nemmeno perché lui sia qui fuori, non mi interessa minimamente.

- Su, vieni qui - mi accarezza i capelli dolcemente, stringendomi.

Si guarda attorno, improvvisamente nervoso, ed inizia a camminare.

Mi scorta in una camera che penso sia sua ed accende la luce.

Non mi interessa più nulla dell'arredamento, del voler scoprire le personalità, i problemi, niente.

Voglio solo trovare una soluzione.

Io e Liam ci sediamo sul suo letto e riprende ad abbracciarmi. Non mi chiede nulla: dimostra semplicemente di esserci. Non smetto un attimo di piangere, credo mi si siano disidratati gli occhi. La preoccupazione per Harry mi disintegra. Divertente il fatto di come non facciamo che ferirci indirettamente l'un l'altra, cercando solo di proteggerci.

Liam prende una coperta da dentro l'armadio: - Puoi dormire qui, se vuoi. Ho solo un letto, ma posso dormire per terra.

Scuoto la testa animatamente, ho bisogno di avere qualcuno vicino, in questo momento.

Liam intende il mio pensiero e si stringe accanto a me. Pian piano, la portata d'acqua dei miei occhi diminuisce ed essi si fanno sempre più pesanti.

Prima di cullarmi tra le braccia di Morfeo, sento una piccola pressione sulla guancia destra.

***

Sto vomitando l'anima. Tra la canna e il cocktail non potrei uscirne viva. Mi sforzo e la faccia si contrae. Mi fanno male le ginocchia ed il vestito a tubino mi sta stretto. Mi tampono le labbra con un po' di carta igienica e poi vado al lavandino. Mi sciacquo la faccia, notando con nervosismo il mascara che mi cola dagli occhi. Mi sfilo i tacchi, ma non faccio in tempo da uscire dal bagno, che un altro conato di vomito mi possiede. Cado ancora per terra, vomitando ed assaporando ancora i gusti dei vari alcolici che ho assaggiato. O di cui ho abusato, dipende.

- Rain, stai bene? - un ombra maschile si erige dietro la porta di vetro di murano.

- Sì - mugugno, per poi alzarmi definitivamente. Giro la chiave e Ashton si fa spazio sul tappeto.

- Hai combinato uno schifo. George non se sarà contento - mi dice, avvicinandosi a me.

- Per quanto può capire ora - scoppio a ridere, buttando la testa all'indietro. Non so perché lo faccio, è un impulso.

Ashton si approfitta del fatto che io abbia mostrato il mio collo e prende a baciarlo con foga.

Sul mio viso si apre un sorriso soddisfatto, mentre mi sciolgo al contatto con le sue labbra.

Faccio scivolare la mano pericolosamente in basso, fino a raggiungere il cavallo dei suoi pantaloni.

- Mi piaci quando sei fatta - mi lusinga con voce rauca.

Passa le sue mani lungo le mie cosce, fino ad afferrare il mio fondoschiena. Il suo tocco non è delicato, ma mi piace, nello stato in cui sono.

AmnesiaWhere stories live. Discover now