Conflitto interiore

624 74 0
                                    

Capitolo 27

Con mani tremanti girai la chiave e uscii dal bagno andando dritta tra le braccia della mia coinquilina

"mi spieghi perché è venuto qui?" chiese allontanandosi da me

"sono andata al parco senza accorgermene e sono andata a sbattere contro lui, non volevo andarci, davvero, ma ero troppo immersa nei pensieri per rendermi conto del tragitto preso, l'ho guardato negli occhi e mi ci sono persa, mancava poco per baciarlo, davvero pochi millimetri, ma si allontanò da me, quell'allontanarsi mi ha portato un vuoto incredibile, ha frantumato il mio cuore..e il suo sguardo quando mi guardata ha dato il colpo finale, ho dovuto andarmene, non volevo farmi ancora più male" le raccontai mentre preparò il the per entrambe,

non era quello che si compra nei negozi degli umani, no, questo viene dal mio mondo, ha un tocco di magia all'interno e serve per far calmare la mente, mi porse la fumante tazza e si mise a sedere di fronte a me.

"lui ci tiene a te, non ti avrebbe seguito fin qui altrimenti"

"lo so, ma ho bisogno di tempo per pensare, non posso prendere una decisione così importante in pochi giorni, devo riflettere e rendermi conto a cosa andrò incontro con le mie scelte, non posso restare qui, ho deciso di tornare nel mio mondo per un po, voglio far mente locale e trovare qualcosa nel regolamento inerente alla mia situazione" le comunicai

"vuoi andartene? ne sei sicura? il mio tempo qui sta scadendo, mi restano si e no due settimane buone, quindi non so se al tuo ritorno, in questo mondo, sarò ancora qui" giusto, il suo anno era quasi terminato, non avevo pensato a questo.

"tranquilla, riuscirò a cavarmela anche da sola, non preoccuparti per me" la rassicurai alzandomi e andando in camera per preparare i bagagli, buttai tutta la mia roba all'interno, senza badare ad ordinarli per bene, al momento non potrebbe importarmi di meno, salutai la mia amica e mi concentrai sul mio mondo, in pochi secondi mi trovai nuovamente nella sala del trono, completamente deserta, qui il tempo trascorre diversamente dalla terra, se li passa una settimana, qui è già andato via un mese, quindi ho tutto il tempo per pensare con calma e riflettere su cosa fare.

"bene bene, guarda Shamia, la nostra sorellina è tornata" disse Margareth  alla gemella

"si, lo vedo sorellina, pensavamo non saresti tornata più, ci speravamo tanto" piagnucolò per il mio improvviso ritorno

"oh..tranquille sorelle, non mi avrete tra i piedi" le rassicurai con il tono di voce più acido che riuscivo ad avere, entrambe mossero teatralmente  il capo per spostare i capelli all'indietro e senza un'altra parola sparirono dalla mia vista. 

Le odiavo.

Presi un profondo respiro e lentamente andai verso la mia adorata camera, mi è mancata molto la mia torre, soprattutto il guardare le stesse stando sdraiata sul mio lettone, poggiai le pesanti valigie disfacendole con cura mettendo ogni abito al suo posto, successivamente lasciai la mia camera per andare a cercare il mio fratellone, ma sapevo già dove trovarlo.

Silenziosamente aprii la porta della nostra biblioteca, facendo attenzione a non emettere nessun suono, volevo fargli una sorpresa, lo trovai alla sua solita scrivania immerso nel leggere diversi documenti.

"ti verrà la gobba se resterai chino in quel modo" dissi per farmi notare

"che..?" disse alzando lo sguardo su di me, appena si rese conto di chi gli aveva parlato si alzò dal suo posto facendo cadere all'indietro la sedia e venendo verso me, in pochi secondi mi trovai incollata al suo torace e circondata dalle sue forti braccia

"Jonny..così mi soffochi" dissi con la voce strozzata

"oh..scusa, che ci fai qui?" chiese tenendomi dalle spalle per guardarmi in faccia, il mio sguardo si abbassò tristemente

"ho bisogno di pensare su una cosa" ammiccai un leggero sorriso

"è successo qualcosa, lo so, lo sapevo che non poteva andare bene questo viaggio"iniziò a gesticolare davanti al mio viso.

"non è successo niente" lo rassicurai 

"Nath, capisco se c'è qualcosa che non va in te, quindi non dirmi che non è niente, i tuoi occhi dicono tutt'altro, sembrano tristi e privi di vitalità, quindi dimmi che ti succede" mi carezzo la guancia spostando qualche ciocca dietro l'orecchio.

"va bene, ti aspetto in camera mia" mi rassegnai, non potevo fare altrimenti, mi avrebbe tirato fuori i miei problemi anche con la forza se necessario, quindi meglio dargliela vinta e raccontargli tutto, anche se vuol dire essere sgridata da lui.




Nathaly, un fantasma in cittàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora