Capitolo nove

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Pov. Oleksandra.

Voglio vederlo... Eccome.

Non riesco più a sopportare questa stupida distanza che ci divide e mi rende sempre più debole e fragile.

Ormai, ogni volta che sento pronunciare il suo nome, gli occhi mi si riempiono di lacrime, il cuore batte forte, all'impazzata, il respiro mi si ferma in gola e un lieve tremore si impossessa delle mie dita.

Il cervello mi va completamente in panne quando si tratta di lui, è diventato un'ossessione.

Ho bisogno di lui, dei suoi abbracci e dei suoi modi di fare sempre così dolci, delicati e non troppo studiati, naturali.

Se mi sforzo riesco a quesi a ricordare il nostro bacio, quello che fu il nostro primo bacio. Il primo bacio di entrambe. Quasi quasi ricordo la sensazione che ho provato nel momento stesso un cui ho sfiorato le labbra carnose di Liam con le mie, non molto gonfie, ma esili.

Questo è tutto ciò che mi riesce di pensare nei momenti come questo. Sola, stesa sul mio letto a fissare il soffitto. La mente invasa dal suo ricordo, offuscata dal suo profumo, inebriata dal colore marrone scuro dei suoi occhi.

Il trillo del mio cellulare mi risveglia da questi pensieri, così allungo un po' il braccio verso il comodino, quanto basta per afferrare il cellulare con le dita e portarlo poi davanti ai miei occhi.

Sblocco la schermata principale e vedo che è l'ennesimo messaggio da parte della mia compagnia telefonica.

Non voglio ammetterlo, ma ho sperato, solo per un secondo, che fosse stato un messaggio di Liam a far suonare il mio telefono.

Magari un messaggio di scuse, per avermi risposto così male, la scorsa volta, dopo che gli ho fatto gli auguri. O che ne so. Un semplice "come stai?".

Pff, smettiamola di sognare. Non succederà. Mai. Non accadrà mai. Non so neanche se ora ha una ragazza. È probabile, si insomma, è un bel ragazzo, bellissimo in realtà, è dolce, affettuoso, generoso ed altruista. Il ragazzo perfetto, che si adatta ad ogni tipo di ragazza. Quello che rinuncerebbe al suo stesso respiro pur di accontentare la persona a cui tiene di più.

A pensare queste cose mi sale un brivido, e su tutto il corpo mi sale la pelle d'oca. Se solo ripenso a tutto quello che ha fatto per me... Io ero... Ero la persona a cui teneva di più. E se avesse potuto mi avrebbe portato sulla Luna, pur di vedermi sorridere. Ancora non riesco a capire come ho fatto a non accorgermene, e mi sento una totale stupida. Ancora mi maledisco per il modo in cui l'ho trattato il giorno in cui sono partita.

Come ho fatto ad essere tanto stupida? Tanto stupida da non rendermene conto...

Penso che non esista un altro ragazzo così sull'intero pianeta.

Ripenso al fatto di mettere una foto che ritrae Liam e me come immagine del mio profilo whatsapp. Potrebbe essere una mossa troppo rischiosa, ma a questi punti, non c'è nulla che potrebbe peggiorare nel nostro rapporto. È già sufficientemente danneggiato, perciò peggio di così non è possibile.

Cerco tra le foto salvate in galleria e decido di mettere una foto che avevo scattato un pomeriggio di primavera, in centro ad Aberdeen.

Eravamo seduti su di una panchina. Io stavo appoggiata con le mie gambe stese sopra le sue, piegate, appoggiato con i piedi a terra. Le nostre mani unite sopra le mie gambe, le dita intrecciate e strette fra loro. La foto ritrae solo questi particolari, non tutto il nostro corpo, solamente le gambe, i miei piedi e le nostre due mani, che sembrano quasi incollate. Come se non volessero più allontanarsi le une dalle altre e rimanere lí per sempre, insieme ed unite.

Non so che darei per provare ancora una volta la sensazione di avere le dita strette fra le sue, la mano all'interno del suo grande e caldo palmo.

Si intravedono, nella foto, i suoi jeans chiari e la felpa bianca. Io, invece, indossavo un paio di leggins neri, scarpe della nike bianche e la stessa felpa bianca.

Ricordo di avergliela portata dalla Francia, quando ero andata via per una gita scolastica. Ne avevo prese due identiche, di taglie diverse. Una per uno.

Ricordo che ci eravamo fatti un sacco di foto insieme con quella felpa. Ci piaceva un sacco l'idea di averne una uguale.

Ho ancora impressi nei miei pensieri i suoi occhi luminosi quando ha visto la felpa con la scritta "Obey" contornata da un rettangolo rosso, sulla parte frontale della felpa. L'aveva cercata da tutte le parti e non l'ha mai trovata, così appena l'ho vista, l'ho presa senza pensarci due volte.

"Grazie Olek." Ha detto sorridente, non appena l'ha vista. "È-è fantastica."

Continuava a dirmi quanto gli piacesse quella felpa e di quanto felice lo avevo reso regalandogliela.

Mi abbracciava e non poteva fare a meno di continuare a sorridere.

Questo lontano ricordo su dissolve nell'aria, e piano piano anche il sorriso che mi si era creato sul viso scompare.

Scuoto leggermente la testa, per scansare completamente quel ricordo così bello, felice e purtroppo lontano.

Alla fine imposto la foto, e dopo soli cinque minuti mi arriva un messaggio da Beatrice, che mi chiede se è Liam quello della foto, se sono impazzita, se è tutto okay e se ho finalmente deciso di andare ad Aberdeen per qualche giorno.

Accenno un risolino per le mille domande che mi sono state rivolte da Bea e pazientemente rispondo.

Quello della foto, sì, è Liam. Non sono impazzita. È tutto assolutissimamente okay e non ho deciso di andare ad Aberdeen.

Non voglio andare ad Aberdeen...

O forse si, ma forse la paura riesce a bloccarmi. Ho paura si. Ho paura di ricevere un rifiuto da parte di Liam, sarebbe il rifiuto che mi causerebbe più dolore di tutti. Lui era il mio migliore amico, merda, e ora siamo due sconosciuti. In realtà, ci conosciamo come le nostre tasche, ma non parliamo da secoli, si sarà anche scordato di me, forse. Oppure si. Anche se in realtà Lim non è uno che dimentica le cose o le persone. Quindi no, non mi ha dimenticata. Bhe, lo spero.

Voglio soltanto averlo accanto e urlargli in faccia quanto cazzo lo amo.

Need you now (Half A Heart Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora