Capitolo 10~

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La bambina guardava Elvia, ma nello stesso tempo non la vedeva davvero. No, quella non era una bambina. Uno spirito così potente come quello non poteva essere umano. Probabilmente aveva anche qualche centinaio di anni.

- Mia Signora, - decretò Assay. - le ho portato l'Allevatrice come mi aveva chiesto.

Nija riportò la sua attenzione sul vecchio spirito al fianco della giovane, e un leggero sorriso increspò le sue piccole e sottili labbra da bambina. - Hai fatto un ottimo lavoro, Custode. Come sempre, del resto.

Assay abbassò il capo in segno di gratitudine, mentre ritornava nella sua solita posizione ingobbita, la mano sul bastone, e guardava con amore Nija.

La ragazza chiuse gli occhi e prese un respiro profondo; doveva essere tranquilla e garbata, doveva ricordarsi che avevano Krir ed Akemi, doveva tenere le mani ferme.

Con un fuoco che ora bruciava nel suo petto e un coraggio che fino a poco fa non aveva, rivolse la sua completa attenzione a Nija, alla Signora della Foresta dei Sussurri, nonché l'unica che poteva farle riavere i suoi due adorati protetti.

Si inchinò, il ginocchio a terra e la testa rivolta verso il basso, come le aveva insegnato Damiana quando si trovava al cospetto di un'entità maggiore. - I miei ossequi, Signora e Padrona delle creature di questo luogo incantato. Io sono Elvia Olsen, colei che è stata allieva di Damiana Reylae e che adesso ne porta il titolo, Allevatrice di questa generazione e protettrice di tutte le creature di questo mondo. Mi parli, mia Signora, e io provvederò a porre fine al suo dolore.

Elvia rimase in quella posizione per qualche secondo, gli occhi chiusi, una mano chiusa a pugno a contatto con l'erba bagnata dalla rugiada notturna, e i capelli disordinati come al solito sparsi ovunque.

- Sento una leggera furia in te, come un piccolo fuoco scoppiettante. È forse successo qualcosa che ti ha turbata nella mia dimora?

Quelle parole la irritarono non poco, facendola leggermente tremare. Come si permetteva di prendersi gioco della sua paura verso i due cuccioli?

- No - rispose. - Nulla che possa permettermi di turbarla.

Nija inclinò la testa di lato, i capelli di quel tenero verde germoglio che si muovevano come la fronda di un albero sospinta in modo dolce dal vento.

- Eppure, - disse, con un tono di voce anch'esso dolce e melodioso. - quelle mie parole hanno fatto accrescere in te quella fiamma. Parla con me, piccola anima dormiente: cosa ti turba?

Cercando di mantenere la voce ferma e calma, per non far trasparire la furia che davvero le stava rimontando nell'anima, disse: - Al mio risveglio, non ho ritrovato i due cuccioli che erano sotto la mia protezione. Anche se, sono sicura, mia Signora, che fossero al mio fianco quando sono caduta addormentata. Sono terribilmente in ansia per loro.

- Oh - un nuovo sorriso comparve sul suo volto diafano, un sorriso diverso da quello che fino ad allora aveva loro rivolto. - Naturalmente stanno bene. Non ti devi preoccupare così tanto, piccola Elvia. Non potrei mai permettermi di fare alcun male a nessuno, benché meno a loro, che sono così importanti.

Certo, pensò Elvia. Come se far svenire chi entra e tormentarlo mentre dormi perché non sei in grado di controllare pienamente i tuoi poteri non rientri nella categoria alcun male.

Sorvolò il fatto che l'avesse definita piccola, e prestò maggiore attenzione a come aveva considerato Krir e Akemi. Perché una Signora li reputava importanti?

Quel suo nuovo sorriso crebbe, così come l'intensità del suo sguardo sulla ragazza. - Noto con piacere di aver stimolato la tua curiosità. Davvero non sai?

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