Capitolo 22~

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INIZIO SECONDA PARTE

Xerxes spalancò gli occhi, il fiato e il cuore che correvano veloci.

La prima cosa che il ragazzo vide fu un soffitto vecchio ricoperto di muffa. Una goccia d'acqua cadde sul suo naso, e quel contatto freddo lo fece prima sobbalzare e poi gridare.

Lentamente, scostò il lenzuolo che lo copriva. Si portò una mano al fianco destro e una fitta di dolore si diffuse per tutto il suo corpo. A malapena riuscì a non gridare di nuovo.

- Che cavolo...

Provò ad alzarsi, ma il dolore gli mozzò il fiato e fu costretto a rimanere sdraiato su quel letto scomodo e puzzolente.

Alzò il braccio destro e quello sinistro in modo da poterli osservare, nonostante le fitte che lo stavano attraversando: entrambi erano fasciati strettamente, non lasciando nessun pezzo di pelle scoperta, nemmeno le dita.

Appoggiò il destro sulla fronte, notando solo in quel momento un'altra fascia che gli cingeva la fronte. Il sudore impregnava i ricci neri del giovane. Il cuore continuava a martellargli incessantemente. Il respiro non rallentava.

Chiuse gli occhi un momento, cercando di calmarsi. Essere così agitato non serviva a nulla. Quante volte glielo aveva ripetuto Vinch, quel vecchio burbero con cui a volte faceva squadra per delle quest? E quante altre volte Lorraine gli aveva riso in faccia per quelle reazioni così esagerate?

Prese dei respiri profondi sempre ad occhi chiusi. Cosa era successo? Qual era l'ultima cosa che ricordava? La testa gli martellava dolorosamente e lui non riusciva a pensare in modo lucido e razionale.

- Cos'è successo?! Nemici?! Lore, stai bene?! Ho sentito urlar...

Una figura - femminile, intuì Xerxes grazie alla sua voce - si bloccò alla soglia. Benché fosse controluce, Xerxes poté notare la sua statura alta e flessuosa. Riuscì a scorgere anche un arco tra le sue mani, già incoccato da una freccia e puntato verso un nemico che non esisteva.

- Lorenzo - ringhiò la giovane.

Con passi pesanti e lenti, scanditi dagli stivali di cuoio pesante, la giovane si avvicinò al suo letto.

Le brillarono gli occhi quando notò che Xerxes era sveglio. - Oh, finalmente sei cosciente.

Xerxes la fissò. Un volto giovane e affilato dalla pelle leggermente violacea era contornato da corti capelli rosa fosforescente, da cui spuntavano, quasi timide, due corte orecchie a punta. Portava due orecchini lunghi d'argento da cui pendevano due pietruzze blu, mentre il collo era avvolto da una fascia del medesimo colore. Gli occhi erano grandi e di un bel caldo marrone. Era una strana accozzaglia di colori, si ritrovò a pensare il giovane.

Però, poco dopo, il volto della ragazza si oscurò e Xerxes la osservò mentre si dirigeva verso una massa informe di coperte poco più in là da dove era sdraiato. Appoggiò l'arco su un vecchio comodino malmesso e ripose la freccia nella faretra che portava appesa alle spalle. Infine, si sfregò, maligna, le mani l'una contro l'altra e si avvicinò alle coperte.

- Loreenzuuccioo - cantilenò. - Mamma ha invitato altre pretendenti. Ti aspettano di sotto. Muoviti, non vorrai mica finire ancora in punizione, non è vero? Loreenzuuccioo, mammina sta cercando di svegliarti con le buone...

Alzandosi di scatto, un uomo emerse dalle coperte. - Arrivo, mamma! Mi preparo! Un attimo! Sarò più veloce della luce! Non voglio finire in punizione!

Sembrava letteralmente terrorizzato. Al suo contrario, la giovane se la stava ridendo sotto i baffi per la reazione del compagno.

Lorenzo iniziò a muoversi per la piccola stanzina, alla ricerca dei propri indumenti - che aveva addosso - e borbottando tra sé.

L'AllevatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora