Capitolo 27~

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L'uomo diede una pacca amichevole al giovane e gli sorrise. - È da tanto che non ti vedo, Xerxes.

Il ragazzo alzò il capo velocemente, riconoscendo quella voce, e ricambiò con gioia il sorriso del suo interlocutore, non sapendo cos'altro fare. L'uomo prese una sedia e si sedette accanto al giovane, gli occhi che saettavano da lui a una figura alle sue spalle.

- Da troppo, direi - aggiunse una seconda voce.

Xerxes si voltò di scattò, alzandosi dalla sedia per abbracciare la giovane donna bionda dietro di lui. - Lorraine! - gridò, prima che la donna in questione lo prendesse di sorpresa torcendogli il braccio e facendolo gridare nuovamente, stavolta di dolore. Nessuno fece caso a loro, in quella baraonda di urla e perenni festeggiamenti.

- Così impari a farti rapire prima da quella ragazzina, e poi a fingerti morto! - lo rimproverò per poi lasciarlo andare. Solo dopo lo abbracciò, le lacrime che lottavano per uscire dai suoi occhi finalmente libere di sfogarsi. Xerxes ricambiò quell'abbraccio con gioia, non credendo possibile provare simili sentimenti per coloro che un tempo reputava solo semplici compagni di missione.

Lorraine si riprese in fretta da quello sfogo e, seguendo l'esempio del suo compagno d'armi, acchiappò una sedia dal tavolo vicino per unirsi al loro.

- Ragazzina hai detto? - domandò, curiosa, Erika. Aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e osservava con interesse i due nuovi arrivati.

L'attenzione di Lorraine e Vinch si concentrò sulle altre persone presenti nel tavolo. Per qualche secondo, sul loro tavolo cadde uno strano silenzio. Xerxes deglutì a vuoto, senza conoscerne il motivo. Non avrebbero tirato fuori le armi, no? O, peggio ancora, fatto amicizia? A quell'ultimo pensiero, Xerxes sbiancò. Preferiva essere lontano prima dell'arrivo dell'apocalisse, perché sarebbe arrivata, ne era certo, se quei quattro avessero iniziato a conoscersi meglio.

Lorraine accavallò le gambe. Gli abiti da Cacciatrice le stavano incredibilmente bene come sempre, mentre la luce soffusa della taverna rendeva i suoi capelli intrecciati di un biondo più scuro. Fissò il suo sguardo in quello della mezzelfa, e le sorrise, maliziosa. - Sì, perché?

Erika sorrise a sua volta, prendendo un altro sorso dal suo boccale. - Curiosità.

La bionda alzò un sopracciglio, sorpresa dalla brevità della risposta. - Non ho ancora afferrato il tuo nome. Io sono Lorraine.

Il sorriso di Erika si allargò. - Lo so - rispose, per poi ricominciare a bere, suscitando uno sguardo leggermente spaesato a Lorraine e una risata divertita a Vinch.

Il vecchio si rivolse a Xerxes, indicando la mezzelfa con il pollice. - Forte la tua amica. Mentre il tuo amico dovrebbe smetterla di mangiare quello schifo - aggiunse, osservando Lorenzo cercare di mandare giù un altro boccone, palesemente disgustato. - Seriamente, rischia l'avvelenamento.

Il soldato allontanò il piatto, d'accordo con il nuovo arrivato. - Non riuscivo a credere di aver buttato al cesso delle monete per... - indicò schifato il cibo davanti a lui, non sapendo come descriverlo. - Hai capito. Possibile che non ci sia niente di commestibile?

Vinch sorrise. - La birra è ottima, chiedi conferma alla tua amica qua che se la sta scolando come semplice acqua. Il cibo... non ne parliamo che è meglio. Ci dovrebbero mettere Xerxes ai fornelli, lui sì che se ne esce con dei manicaretti.

A quelle parole, gli occhi di Lorenzo brillarono. Al suo contrario, Xerxes avrebbe voluto sprofondare: l'apocalisse stava arrivando.

Il soldato porse la mano al quarantenne. - Lorenzo.

- Vinch - rispose l'altro, stringendogliela con sicurezza. - La tua amica invece?

Lorenzo diede una gomitata alla mezzelfa, che gli lanciò un'occhiata irritata, per poi tornare a sorridere subito dopo con la promessa del compagno di altre birre.

L'AllevatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora