Capitolo 48~

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Elvia indietreggiò, allontanandosi di alcuni passi. Fino a quel momento la probabilità che la creatura – che era stata prigioniera nella pietra per centinaia di anni – potesse attaccarla non l'aveva minimamente sfiorata. Adesso, invece, le sembrava una reazione del tutto naturale.

I muscoli erano tesi, l'ansia le ghermiva la gola in una morsa feroce, mentre i battiti del suo cuore rimbombavano come tuoni alle orecchie. Gli scricchiolii della pietra non fecero che aumentare a ogni secondo che passava, e la ragazza non poté far altro che aspettare. Qualsiasi cosa avessero risvegliato, era ora sua responsabilità.

Krir si avvicinò a loro, Akemi strinse le orecchie intorno alla sua testa sporgendosi in avanti per poter osservare meglio. Elvia deglutì, e quella semplice azione le parve la più rumorosa che avesse mai compiuto.

Una crepa più larga delle altre comparve nello spazio che divideva gli occhi e un attimo dopo, uno alla volta, i pezzi di pietra iniziarono a cadere, producendo un rumore assordante che si ripeté in un'eco continuo nelle gallerie che sbucavano lì.

Non ci furono movimenti. Una delle sfere di Krir abbandonò il gruppo e si diresse verso il centro della sala, illuminando ancor di più la creatura e rivelandone parte del muso sgombro. Elvia trattenne il fiato quando vide una delle palpebre tremolare, per poi rendersi conto che era l'effetto della luce emanata dalla sfera. Prese un respiro profondo e fece un passo avanti. I suoi due protetti erano sicuri che fosse viva; ma ciò non significava che avesse energie sufficienti a sopportare un cambiamento repentino come quello, non dopo tutti gli anni che aveva trascorso nell'immobilità.

Dai. Per quanto avesse paura di essere attaccata, non ne aveva abbastanza per sperare che non si risvegliasse.

Si avvicinò ancora, lentamente. Forza.

Il sottile strato di pietra si crepò ancora e non impiegò che pochi secondi per staccarsi e mostrare il muso della creatura. Elvia si bloccò, temendo di metterla in allarme, i suoi occhi fissi sull'unica pupilla scoperta dell'Asfer che la fissava con insistenza. Era vacua, non riusciva a metterla a fuoco dopo così tanto tempo, ma non la lasciavano un solo secondo. Non parlò, non si mosse; semplicemente attese che finisse di studiarla sperando che non la reputasse subito una nemica.

Dopo quelli che le parvero minuti interminabili, la creatura chiuse l'occhio. Dava l'impressione di essersi nuovamente addormentata, eppure Elvia non riuscì a terminare quel pensiero che tutta la sua figura cominciò a tremare.

Pezzo dopo pezzo, si liberò di tutto quell'involucro che le impediva anche il minimo movimento, le zampe posteriori le uniche rimaste intrappolate nella morsa della pietra. Lo sforzo che aveva compiuto doveva averla fiaccata completamente, perché rimase immobile, il capo appoggiato al terreno. Fu in quel momento che ne percepì il respiro: era fiacco, debole, quasi pesante nel modo in espirava; ma c'era.

Prima ancora che Elvia potesse anche solo muovere un dito, Akemi spiccò un balzo e, sfruttando le grandi orecchie, planò vicinissimo al muso della creatura. Questa aprì gli occhi con una lentezza sfiancante per poi posarli sul piccolo Manfeel.

- Ben sveglia, Sacra Bestia del Nord – le parlò, e la sua voce tradiva un leggero tremolio che si propagò anche alle punte delle orecchie. – Sono davvero felice di poterla incontrare.

La Bestia non si pronunciò. Il suo petto si alzava con lentezza e fatica, le narici si allargavano per poter carpire più aria possibile e le palpebre stavano nuovamente calando. Riusciva a rimanere vigile solo grazie a una grande forza di volontà, ma questo non avrebbe impedito alla stanchezza di sopraffarla.

Elvia fece un altro passo avanti e, con movimenti lenti, si inchinò di fronte alla creatura. I dubbi, che fino ad allora le avevano occupato la mente, evaporarono come nebbia al sole. Era improbabile che in quelle condizioni potesse far loro del male. – Porto il nome di Elvia Olsen, Allevatrice e protettrice dei due Asfer che mi accompagnano. La prego di non temere, da me non riceverà torto alcuno.

L'AllevatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora