Capitolo 25~

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Elvia non riuscì a difendersi e cadde, sbattendo il sedere per terra.

Sicura di voler continuare, lady Elvia? Per oggi possiamo anche smettere.

Metra troneggiava su di lei, lanciandole qualche occhiata indifferente.

- Lo penso anche io. E smettila di usare quel lady, basta e avanza il mio nome.

La giovane si alzò, massaggiandosi la parte del corpo colpita e le braccia piene di lividi. Quando si parlava di allenamenti corpo a corpo, Metra era di gran lunga la migliore.

E la più severa, aggiunse leggermente risentita Elvia.

Sospirò a quei pensieri, sempre sotto l'occhio vigile ed attento di Metra, e iniziò a fare qualche esercizio di allungamento per migliorare la flessibilità del suo corpo. Sicuramente non era colpa della sua inaspettata protettrice ed allenatrice, poiché stava solo rispettando ciò che le aveva chiesto parecchi giorni prima, quando ormai era quasi del tutto guarita.

Era riuscita a recuperare in una settimana, soprattutto grazie alle cure dei Lexys, di Nija ma anche di Akemi, che le aveva prestato alcune sue piume. Forse era proprio grazie a queste che i sogni e gli incubi avevano smesso di attanagliarla, e lei aveva potuto riposare serenamente dopo le prime agitate notti.

Si scrocchiò le mani, poi la schiena, le caviglie e il collo.

- E smettila! Lo sai che mi dà fastidio!

Elvia sorrise. - Ma è così rilassante!

- No che non lo è!

Elvia rise di cuore e sollevò il capo, seguendo la voce del bambino.

Lin osservava l'allenamento dell'Allevatrice con grande interesse da quando avevano cominciato. Aveva esultato quando la giovane riusciva a mettere a segno qualche bella mossa o a difendersi dai rapidi attacchi di Metra; ma, dalla faccia che faceva ogni volta che Elvia veniva colpita, sembrava ricevere lui stesso i colpi della soldatessa. Se ne stava seduto a qualche decina di metri a gambe incrociate, mentre Akemi sonnecchiava su di esse. Ogni tanto, quando Elvia veniva colpita più duramente, Lin afferrava le lunghe orecchie del piccolo Asfer e gliele tirava. Lin non poteva sentirlo, ma nella testa di Elvia rimbombavano le esclamazioni più di sorpresa che di dolore di Akemi, che però preferiva restarsene acciambellato a sonnecchiare invece di lamentarsi. Per i gusti di Elvia, quella piccola lepre si stava impigrendo troppo.

Krir, al contrario, sembrava più vigile del solito. - Ha ragione il bambino. È un brutto vizio che hai da quando ti ho conosciuto – commentò la volpe, appollaiata su qualche ramo là vicino, da dove poteva tenere d'occhio la giovane.

Se la ragazza avesse potuto, avrebbe alzato gli occhi al cielo, contagiata da Arianwen nel poco tempo che avevano passato insieme.

Mise le mani ai fianchi, voltandosi nuovamente verso Metra. - Grazie mille per l'aiuto, Metra.

È un piacere e un dovere, lady Elvia.

Metra si inchinò e se ne andò, prima che la ragazza potesse ribattere nuovamente sul titolo che aveva associato al suo nome.

- Ringraziarla per farti prendere a pezzi? Wow, questa mi è davvero nuova.

La voce di Arianwen si insinuò nei suoi pensieri, e ciò non fece altro che far sospirare la ragazza. Possibile che non avesse nemmeno un secondo per riposarsi da quella continua intrusione mentale? Almeno sperava di poter aver un po' di privacy, ma a quanto pareva Arianwen non conosceva davvero il significato di quella parola dato che non faceva che andare e venire dalla sua testa.

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