Un posto felice.

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Adam's POV.
Arrivati in un piccolo bosco fuori città, che frequentavo spesso quando ero bambino con mio padre, aprimmo gli sportelli e scendemmo.
O almeno solo io e Tessa, aprimmo lo sportello. La sua amica, Zoey, decise bene di arrampicarsi dal finestrino e di salire sul tetto dell'auto.
«Ma sei forse pazza? Scendi di lì.» le dissi con tono autoritario.
«Uoh, ma qui è fantastico.» disse in un tono che mi fece quasi ridere. Era davvero buffa.
Quando finalmente riuscii a farla scendere, e mi guardai intorno, mi accorsi dell'assenza di Tessa.
«Dov'è finita Tessa?» chiesi io più a me stesso che alla sua amica.
«Non lo so. Ma dobbiamo cercarla immediatamente» disse la ragazza con fare serio e preoccupato. E mi sembrò strano. Era passata dall'essere completamente fatta, ad essere preoccupatissima, e nei suoi occhi potevo leggere molta più paura, come se potesse succedere qualcosa di bruttissimo da un momento all'altro.
«Calmati, sarà qui nei dintorni.» le dissi cercando di rassicurarla.
«No, tu non capisci. Non puoi capire.» disse lei tirandosi leggermente i capelli neri.
«Cosa c'è che non va?» domandai.
Ci doveva essere qualcosa che non andava a questo punto.
«I-io...non posso dirtelo.» disse abbassando sempre di più il tono, senza guardarmi negli occhi.
Continuavo a non capire, e continuai ad insistere. Ma ciò che mi disse poco dopo, mi fece intuire che la sua paura era ben che giustificata.
Sembrò fermarsi il mondo, dopo le parole di Zoey. Mi aveva rivelato un dettaglio che non sapevo, che non riuscivo a concepire. Quanto poteva essere crudele il mondo? Ancora non me lo spiegavo.
Iniziai immediatamente a correre e a cercare Tessa.
La chiamavo, urlavo.
E dentro di me ripensavo alla prima volta che l'avevo vista, piccola e minuta. Con i suoi vestiti larghi e con i suoi occhi che sorridevano al mondo.
E i suoi capelli, tagliati disordinatamente, che mi facevano pensare a tutto, tranne ciò che avevo appena saputo.
Arrivai in un'area più vasta, con il respiro affannato.
«Tessa.» urlai per la centesima volta.
«Sono qui.» disse una vocina abbastanza lontana.
Mi guardavo intorno e non capivo. Poi alzai lo sguardo e la vidi seduta su un albero altissimo, tanto da non poter far altro che chiedermi come ci fosse arrivata fin lì.
«Ma, Tessa...come ci sei arrivata lì.» chiesi infatti subito dopo.
«Mi sono arrampicata.» rispose lei sorridendo.
«Aspettami, sto salendo anch'io.»
Mi arrampicai sul grosso albero secolare, e quando arrivai ero sfinito.
«Stai bene?» le chiesi.
Ciò che mi disse dopo, mi fece piangere il cuore.

Tessa's POV.
«Stai bene?» mi chiese lui affannato.
Io continuavo a guardare l'orizzonte, senza destarlo di un singolo sguardo.
Guardavo oltre l'immaginabile, quello era il mio posto.
«Devo dirti una cosa, ma tu non lo devi dire a nessuno.» dissi.
Mi incitò a continuare.
«Questo...questo è il mio posto. Io voglio rimanere qui.» dissi.
«Ma cosa dici Tessa!? Non puoi rimanere qui.» rispose lui.
«Sì che posso, questo posto è magico. Tu non capisci Adam, qui sto bene. Quando sono qui la mia malattia scompare, non c'è.» dissi io in lacrime.
Stavo davvero delirando. Un posto non avrebbe di certo abbattuto la mia malattia, eppure la mia mente in quel momento generava pensieri che andavano oltre l'immaginato, in un posto sconosciuto. Saranno state le allucinazioni, sarà stata l'aria di quel posto sperduto che i miei occhi non avevano mai scrutato, il fruscio delle foglie che le mie orecchie non avevano mai udito, ma quello mi sembrava il posto giusto dove abbandonarmi alla vita. O dove avrei preso vita, come se dentro di me non ci fosse un male che mi stava mangiando viva, e che non mi avrebbe dato altro che un sospiro, alla fine dei miei giorni.
Perché era proprio così che sarebbe capitato: avrei tirato un ultimo respiro e me ne sarei andata via, portando con me solo ricordi, e lasciando le persone che più amavo, ma che non dimostravo di amare.
Forse per un attimo tornai sana di mente, forse era passato l'effetto delle allucinazioni, quando mi ritrovai giù dall'albero, con Adam che mi scortava alla macchina.
Mi era venuto a cercare, mi era stato vicino in quel momento poco lucido della mia mente, e mi aveva fatto vedere questo posto magnifico. Sentivo già che quel ragazzo, sarebbe stata la mia rovina e la mia salvezza. Sapevo che mi sarei portato un bel ricordo dietro, e sapevo per certo che sarebbe rimasto lì con me, fino alla fine.

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