Tutti meritano un nuovo inizio.

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Adam's POV.
Quando Tessa mi disse ciò che le avevano detto dopo la visita, mi crollò praticamente il mondo addosso. Sapevo che un giorno tutto questo sarebbe successo, ma non mi aspettavo così presto. Avrei voluto vederla ancora un po' con me, magari costruire una famiglia con lei, magari sposarla e avere dei bambini.
Ma mi resi subito conto che sarebbe stato impossibile: Tessa non sarebbe sopravvissuta così a lungo.

Erano pochi mesi che mio padre non c'era più. Se n'era andato senza far rumore, senza una motivazione ben precisa. Ma non c'è mai una motivazione ad un avvenimento tanto negativo come la morte.
Avevo perso un pezzo di me, e contemporaneamente ne avevo ricevuto un altro: la mia Tessa.

Quella ragazza minuta, dagli occhi nocciola e i capelli biondi. Lei, con i suoi pantaloncini e le maglie larghe, abbinate alle converse di sempre.
L'avevo capito sin dall'inizio che aveva qualcosa di speciale. Certo, non mi aspettavo che fosse una malata terminale, il suo sorriso trasmetteva tutt'altro, che sofferenza. Mi aveva ridato quel pezzo di luce che mio padre aveva portato con sé, e mi aveva dato la forza di ricominciare a vivere e di fare cose che pensavo di non poter fare più, dato che psicologicamente pensavo di non farcela. Una di queste cose era la mia iscrizione al college.

Sapevo che si sarebbe arrabbiata, quando l'avrebbe saputo. Ma doveva capire che era stato solo grazie a lei se ero riuscito a continuare la mia vita.

Mi sentivo morto io, in quel momento. Non facevo altro che chiedermi se ce l'avessi mai fatta a superare anche questa, se fossi riuscito ad essere forte e ad andare avanti con la mia vita.
Non sapevo che si potesse amare così tanto una persona, a quest'età. Mi sembrava tutto così semplice al liceo, con le altre ragazze: tutte uguali tra di loro, non ci facevi neanche caso.

Ma con lei era stato sempre tutto così diverso, sin dal primo giorno.
Le mie emozioni si erano fuse tra di loro, erano divenute un tutt'uno, un miscuglio di forze tra elettricità e amore che rendeva tutto così magico quanto vitale.
Energia che ti dava luce, e placava le tempeste: così era lei.

Sempre sorridente e pronta a colmare ogni vuoto con un semplice abbraccio, o bacio.
E quelle sue labbra calde e morbide, che a contatto con le mie, completavano la parte di me ancora mancante.

Le sarei stato vicino, questo era sicuro. Ci sarei stato fino alla fine, anche se avesse dovuto far male. E sapevo già che avesse fatto male, cavolo.
Ma la amavo, ed era il minimo che io potessi fare per lei. Non avevo nient'altro da offrirle, tutto quel che avevo era un giardino, e un cuore.
E il mio cuore, le era già stato affidato da tempo.

Tessa's POV.
Era già passata una settimana dalla giornata dell'ospedale.
Avevo pianto molto, ma mi ero concessa del tempo per assimilare la situazione e per prepararmi psicologicamente.
Avevo da un po' di tempo cambiato infermiera, che in un periodo preciso veniva a casa a visitarmi, ed era una donna davvero graziosa. Mi piaceva molto parlare con lei, era un'esperta, e di ragazze come me ne aveva viste molte.

Una mattina, come tante altre, ci trovammo nel salotto. Mi visitava, come sempre, e parlavamo del più e del meno.
Poi ad un tratto mi venne una cosa in mente, volevo solo sapere una cosa, che da molto tempo mi terrorizzava.

«Farà male?» chiesi. La donna alzò lo sguardo e mi guardò accigliata, probabilmente non capendo la mia domanda. Poi dopo poco il suo viso si addolcì e le spalle le si incurvarono.

«Morire, intendi?» chiese cauta ed io annuii.

«No, sarà indolore. Sarà come addormentarsi...l'unica differenza è che, beh, lo sai...» tentennò nel parlare.

«È che non avrò più la certezza di svegliarmi.» conclusi, e lei annuì abbassando lo sguardo, mentre io scrutavo il vuoto di fronte a me.

Pensandoci bene, non avevo paura di soffrire io, ma avevo paura di far soffrire gli altri. Principalmente la mia famiglia ed Adam. Probabilmente anche Zoey, ma lei mi aveva sempre promesso di essere forte, ed io le credevo.

Quella stessa sera, Adam sarebbe venuto da me. Avremmo dormito insieme per la seconda volta, e ci saremmo stretti di più.
Alcune volte mi sentivo scivolare dalle sue mani, ma non importava. Quel giovane uomo era mio, e sarebbe stato così fino alla fine dei giorni.
So che lui non avrebbe guardato nessun altra, ma io gli dissi esplicitamente che dopo di me, non poteva non guardare avanti. Avrebbe dovuto trovare un'altra persona, vivere, amare, sorridere e crearsi una famiglia.
La sua risposta fu un 'no' secco e conciso, che mi sorprese tanto quanto mi sconcertò.
Non ne voleva sapere, di rifarsi un'altra vita sentimentale e non voleva neanche ascoltarmi. Così gli dissi testuali parole: "Non ti chiedo di dimenticarmi, sai che non vorrei mai. Ma ti chiedo di essere felice come lo saresti stato con me. Tutti meritano un nuovo inizio."

Lui si zittì, e non rispose. Aveva compreso il messaggio, probabilmente, e gliene ero grata.
Era tutto ciò che volevo.

Cosa successe quella sera? Bella domanda.
Facemmo l'amore, per la prima volta. E mi sentii completa: completa come la mia famosa lista.

Ero fiera di me stessa, avevo fatto tutto senza sbagliare nulla.
Avevo fatto l'amore con Adam e avevo perso la cosa più importante con la persona che amavo di più, e con la persona che più mi amava.

Mi sorrise, e mi abbracciò: era il momento migliore del mondo. Tutto ciò che c'era di bello, era racchiuso in quegli attimi intimi tra di noi.
Ed era stato così fantastico, anche se rispetto a lui ero rigida ed impacciata, ma non importò.

Sentivo il mio cuore palpitare di continuo, e sentivo le sue mani calde muoversi su di me.
Ancora una volta, per l'ennesima volta, mi aveva fatto sentire viva, ed io non potevo far altro che ringraziarlo: l'amavo più di ogni altra cosa.

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