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Era presto. Il sole era a malapena uscito all'orizzonte e gli uccellini cinguettavano nei loro nidi. Le strade erano silenziose e anche le case con le famiglie che di solito erano rumorose. Il mondo era tranquillo, quando squillo si propagò nell'aria.

Louis aprì gli occhi irritato e prese il suo telefono. Pensava di mandare a fanculo chiunque l'avesse chiamato: stava dormendo e, cazzo, avrebbero dovuto dormire anche loro.

Diede un'occhiata allo schermo per vedere il nome, ma non c'era scritto niente. Aggrottò le sopracciglia e si mise seduto. Guardò l'altro suo telefono, quello speciale. Lo prese e spinse il bottone per rispondere portandoselo all'orecchio.

"Pronto?" chiese. La sua voce era più profonda del nomale. Era stridula perché stava dormendo e lo faceva sempre più mascolino, ma non troppo.

"Louis, puoi venirmi a prendere? So che mi hai detto di non chiamarti, ma io non-"

"Dove sei?" lo interruppe. Si stropicciò la faccia con la mano e fece scivolare le gambe al lato del letto. Guardò la sveglia sul comodino. Erano le 6:43.

"Al terminal degli autobus." Gli disse Harry. Gli occhi di Louis si sbarrarono e si iniziò a vestire in fretta.

"Quale?" domandò velocemente. Cercò di calmarsi, ma non ci riusciva. Harry era troppo bello per essere ad una fermata dell'autobus a quest'ora.

"Quello in centro. Nel tuo quartiere." Gli rispose. Louis lo tenne in linea mentre si infilava un paio di pantaloni.

"Resta al telefono con me. Mi vado a lavare la faccia. Cosa ci fai li?" infilò una canotta e poi prese il telefono camminando verso il bagno.

"Mi hanno buttato fuori, quindi ho preso un pullman..." ammise. Louis si morse l'interno della guancia per fermarsi dall'urlare. Fottuto Brad.

"Ti ha picchiato?" chiese mentre si sistemava i capelli. Non ci mise molto, doveva solo metterli al lato per formare il ciuffo.

"No. Possiamo stare insieme oggi? Non voglio tornare indietro..." domandò timidamente. Louis aveva il dentifricio in bocca e fece un gemito per acconsentire. Sputò schiuma alla menta e poi si risciacquò la bocca.

"Possiamo andare in spiaggia. Ti porto un costume, okay?" Era l'ultima settimana di agosto e il tempo era atrocemente afoso. Sentì Harry annuire e sorrise. Tornò nella sua camera e prese uno zaino di tela. Mise tutte le cose che gli servivano per la spiaggia e decise che avrebbe comprato qualcosa da mangiare dopo aver preso Harry.

Nel frattempo Harry era ancora al telefono. Parlarono di cose stupide e Louis gli disse passo per passo cosa stesse facendo.

"Ho preso le chiavi. Ora entro in macchina." Annunciò. Harry rise e roteò gli occhi anche se non poteva vederlo. Ci volevano solo 15 minuti per arrivare alla fermata, ma Louis lo tenne in linea.

Era a metà strada quando sentì un'altra voce in sottofondo. Era solo un mormorio, ma accelerò.

"Sto bene, grazie." Sentì Harry dire. Mancavano pochi minuti e il mormorio era sempre più penetrante. Louis non riusciva a capire cosa dicesse, ma aveva la sensazione che non fosse niente di buono.

"Sto bene, davvero. Mi stanno venendo a prendere." Sentì. Spalancò la mascella quando ed entrò bruscamente nell'area del capolinea. Un cartello diceva 'solo autobus', ma lo ignorò uscendo dalla macchina. Entrò nel grande edificio e vide Harry seduto su una panchina mentre un uomo gli parlava.

"Chi cazzo sei tu?" urlò. L'uomo alzò lo sguardo e sbarrò gli occhi quando vide Louis. Harry lo fissò e gli corse incontro riattaccando il telefono.

Mine (Larry) || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora