Capitolo 33

4.5K 333 14
                                    

La testa mi scoppiava, la gola in fiamme.
Ancora non ci credevo che lui era morto, che lui non c'era più, che le sue braccia non mi avrebbero più stresso a se' e che le mie labbra non avrebbero più sentito il sapore dolce delle sue.

Lentamente aprii un occhio solo e vidi davanti a me un figura sfuocata, aprii anche l'altro occhio e cercai di mettere a fuoco.

-papà?- chiesi più a me stessa che alla figura davanti a me.
Come era possibile che mio padre adottivo fosse qui... Lui era morto.

-Zoe- sorrise avvicinandosi a me.

-Tu eri morto.. Io ti ho visto- non riuscivo a capire, l'incidente, la chiamata dall'ospedale, il suo corpo, il funerale.... Non poteva essere vivo.

-sai quando un vampiro "muore" impiega una due orette prima di risvegliarsi dalla sua temporale morte.-

Mi ripetei nella mente le sue parole, una a una.

-Avevi architettato tutto vero, Robert?-
Tutti i pezzi del puzzle si unirono davanti ai miei occhi.
Lui mi aveva rapito, lui aveva cancellato la mia memoria e modificato quella di mia madre non biologica, lui aveva architettato tutto, lui era il mostro e io ero cresciuta pensando fosse un eroe.

-Sai è stato così facile... Eri così ingenua, e sei ancora così ingenua, non ti sei mai accorta di nulla, niente!
E io intanto ti vedevo crescere aspettando il momento giusto per trasformarti, ma qualcuno lo aveva già fatto.-

Mi morsi il labbro ripensando a lui e sentii gli occhi bruciare.

-Poi però hai scoperto tutto e le cose si sono complicate, sai pensavo che avremmo avuto più difficoltà a riprenderti e invece... Guardati, sei per terra, disorientata, sola, sembri pronta a morire.- rise amaramente, e sentii le mie gengive pulsare e i canini lunghi e affilati contro le mie labbra.

-Tu non l'hai mai amata- strinsi gli occhi riducendoli a due fessure.

-chi? Mia moglie? Tua madre non biologica?
Nei primi tempi, cioè due anni prima che arrivassi tu, be' si c'era passione ma niente di più.
Poi neanche più quella, però mi serviva quindi l'ho soggiogata facendole pensare di essere la perfetta madre di famiglia, con un marito che l'amava e una figlia.
È stato facile.- fece spallucce.

Cercai di buttarmi conto di lui, ma i polsi e le caviglie bruciarono facendomi gridare.

-verbena- sussurrai fissando le corde che mi imprigionavano non permettendomi di muovermi.

-vedo che impari in fretta- disse sorridendo prima di andarsene e lasciarmi da sola.

Non mi ero accorta di dove fossi.
Il pavimento era umido, segno che eravamo sotto terra, precisamente in un grotta.
Alcune torcia illuminavano le pareti e a destra, nella roccia si notavano dei contorni che formano un rettangolo, come se fosse una porta.
Mi sdraiai per terra e chiusi gli occhi cercando di trovare una soluzione.

-No Robert basta! Io non ne posso più! Voglio il divorzio.-
Mia mamma gridava furiosa ma mio padre se ne stava comodamente seduto sulla poltrona a leggere il giornale.

-Robert mi hai sentito? Io me ne vado! Non possiamo continuare così! È durata fin troppo a lungo! Sta sera io e Zoe andiamo via!-

A sentire il mio nome mio padre alzó lo sguardo verso la donna che lo guardava con sguardo omicida e le braccia incrociate.

-voi non ve ne andrete.- disse quasi ringhiando.
Si alzó dalla poltrona e si diresse da lei afferrandola per il braccio.

The secret of  vampireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora