"Ricardo? Sto per distruggere il Nido. Tieniti forte."
Premo con entrambe le mani il grosso bottone scarlatto, e l'incessante tuono delle scariche sulle loro piattaforme si ferma per un attimo.
Quindi esse si reindirizzano sul corpo centrale del Reattore, dando origine a concentriche scariche elettromagnetiche di colore azzuro intenso, che partono dall'alto e comprimono tutto il materiale radioattivo, spingendolo verso il basso.
Il suono rintronante dei fulmini artificiali mi corrode le orecchie dall'interno, ma mi faccio forza e continuo a guardare l'affascinante sequenza di autodistruzione dell'Area Manutenzione; i lampi man mano si intensificano in potenza e frequenza, causando per qualche istante un black-out generale.
Nell'ambiemte illuminato solo dalla fredda luce elettronica dei monitor di fronte a me e dalle pulsazioni elettromagnetiche costanti, si para davanti a me l'ennesimo triste fallimento.
Vedo l'alieno risalire il Reattore.
Credendo che sia un'allucinazione creata dalla tensione, mi avvicino al vetro.
Per poco non muoio di infarto quando un altro Xenomorfo mi piomba davanti, seguito da altri tre suoi compari.
Ecco spiegato perché fosse così veloce a muoversi: in realtà non si trattava di un unico esemplare, ma bensì di un'allargata specie.
Eccoli di nuovo infilarsi nei condotti dell'aerazione, pronti a ricolonizzare la stazione.
Sono stata di nuovo tristemente beffata.
La solita voce robotica mi ragguaglia sulla situazione: "Livello di biocontenimento dei rischi al livello: Alpha Secondo. Rilevate numerose forme di vita non identificate a Sevastopol. Livelli di energia compromessi in tutta la stazione."
"Ce ne sono ancora alla stazione...merda. Mi...mi dispiace Ricardo.", mugugno affranta.
"Torna al dipartimento dell'Ufficiale, Ripley! Ti prego!"
Oltre al danno, si aggiunge la beffa: devo tornare da Ricardo, facendo attenzione alle creature che io stessa ho fatto scappare.
All'improvviso, mentre percorro a ritroso il percorso di arrivo, Ricardo mi contatta:
"Aspetta. Ripley, sta succedendo qualcosa di strano."
"Tu credi?"
"Devi andare al centro medico... Ora! Lo svuotamento del reattore sta ripristinando i sistemi di Sevastopol: luci, navette, forse anche comunicazioni... Credo sia la nostra grande occasione. Vai, subito! Non abbiamo molto tempo. Io scendo all'area comunicazioni."
Davvero...davvero è la nostra grande occasione? Finalmente, dopo tutte queste peripezie, possiamo andarcene da qui?
Non me lo faccio ripetere.
Esco dall'inferno del reattore, e comincio la mia lunga risalita verso il centro medico.
Mi balena in testa un pensiero tanto veritiero quanto spaventosamente terribile: ci sono una marea di esseri alieni sulla stazione, senza contare androidi ed umani ostili.
La paura mi attanaglia, ma mi costringo a continuare per me stessa e per Ricardo, l'unico ulteriore superstite di una guerra che non possiamo vincere.
Mi verrebbe quasi nostalgia a rivedere i luoghi precedentemente visitati, con i loro corpi morti a terra, la loro immobile plasticità, se al momento non avessi altri pensieri per la testa, come, ad esempio, fuggire di qui.
Prendo due navette una in seguito all'altra per raggiungere la torre Scimed; durante il tragitto contatto Ricardo.
"Ricardo? Sono al centro medico. Sei arrivato all'area Comunicazioni?"
"Ci sono, ma è tardi. APOLLO si è ristabilito dopo lo svuotamento del reattore e ha bloccato le comunicazioni esterne.", sussurra lui.
"Dannazione, e perché mi hai mandato qui?", chiedo incerta.
"Piano B, Ripley. Prima di andarmene, il sistema ha rilevato una nave in avvicinamento a Sevastopol. Credo sia l'Anesidora. Marlow è riuscito ad inviare i codici per il richiamo automatico quando le comunicazioni erano aperte."
"Dobbiamo raggiungerla." - affermo senz'ombra di dubbio - "Sta attraccando?"
"No, ma sta stazionando qui vicino. Vai alla zona delle ambulanze. Gli shuttle sono per le distanze corte, ma andranno bene."
"Ok."
Rivisito il tristemente noto atrio del centro medico, sbloccando il portone prima chiuso; quindi raggiungo l'ascensore per la zona delle ambulanze.
Ironia della sorte, piombo dove prima ho quasi rischiato di morire: il fuoco non è del tutto spento, e parecchi lampi elettromagnetici esplodono in giro.
E mi dovrebbe venire un filo di nostalgia?!
Ricardo mi contatta nuovamente, proprio mentre sono immersa nei miei pensieri più profondi.
"Vedo un lancio sul mio terminale. Marlow ha già perso uno degli shuttle.", esclama Ricardo con tono di disapprovazione.
Troppo presa dalle fiamme circostanti, rispondo con un inappropriato "Waits ha fatto davvero un casino, qui.".
Nel costante timore che uno di quei cosi sbuchi fuori, quasi rischio di finire uccisa dall'androide apparso davanti a me.
È uno di quelli con il telo arancione, quindi più resistente; evito un conflitto conflitto a fuoco e risolvo i nostri diverbi con quattro colpi di piede di porco ben assestati.
Giungo miracolosamente incolume all'area delle ambulanze shuttle, fin troppo simile ai colori ed alle forme del progetto KG - 348.
Anche a questo nome fuoriescono decine di ricordi non molto piacevoli...
Sto per forzare l'accesso, quando mi accorgo che il sintonizzatore non è abbastanza potente.
Una piccola imprecazioni viene espulsa dalla mia bocca esausta, e il mio immancabile compare letale fa l'ennesima entrata in scena, ringhiando e sibilando. Grazie al prezioso ausilio del rilevatore di movimento e delle numerose barelle sotto alle quali posso nascondermi, recupero il potenziamento per il sintetizzatore, forzo la porta in uno stato d'ansia impensabile ed entro nello shuttle.
"Le coordinate sono già nel sistema. Premi il pulsante e basta.", mi ordina Ricardo.
"E tu?", chiedo preoccupata io.
Un pietoso silenzio mi funge da risposta, ed uno sterile ambiente biancastro, popolato da computer e schermi vari, mi introduce nello shuttle.
Premo il pulsante, e vengo allontanata e quindi espulsa da Sevastopol: vedo la stazione, illuminata dal gigante gassoso, in tutta la sua penosa distruzione.
In lontananza, appare l'Anesidora: sembra nuova di pacca in confronto a Sevastopol.
Finalmente attracco, pronta a parlare con Marlow e ricominciare una nuova vita lontano da Alien...
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Alien Isolation
Science FictionMi chiamo Amanda Ripley. Ho deciso di salire sulla Stazione Spaziale Sevastopol per prendere la scatola nera dell'astronave Nostromo, e scoprire la verità su mia madre. Ma troverò ben più di una semplice scatola nera...