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Si stiracchia leggermente e si guarda attorno, notando una crepa sul muro a cui prima o poi dovrà rimediare. Ma non ora.
Si alza dal letto e si passa una mano fra i capelli scompigliati, infilandosi le ciabatte di pelo regalategli da sua sorella qualche anno prima, spostandosi verso il bagno dopo aver recuperato i jeans dal pavimento, così da poterli gettare nella cesta dei panni sporchi.

Sospira e controlla tutte le tasche, aggrottando le sopracciglia venendo a contatto con un pezzo di carta. Lo estrae e lo osserva, scuotendo leggermente il capo.

Oh, l'annuncio della hotline, pensa sentendosi stupido per averlo tenuto davvero. Insomma... Perché dovrebbe utilizzarlo, in fondo?

Ha un fidanzato bellissimo che lo potrebbe soddisfare in ogni momento... Ma non lo fa.

Socchiude gli occhi e ripone il ritaglio di giornale sulla scrivania, dirigendosi poi in bagno per lasciare cadere i pantaloni in mezzo agli altri indumenti da lavare e per infilarsi nel box doccia.

Da quant'è che io e Jake non facciamo la doccia assieme? Da quant'è che non passiamo più di un'ora insieme a scambiarci anche la più stupida attenzione?

Si insapona lentamente ed affonda i denti nel labbro inferiore, pensando che forse, se avesse ascoltato sua madre qualche mese fa, a quest'ora non si starebbe struggendo per una storia che non funziona più.

Il punto è che lui vorrebbe recuperare il loro rapporto, seppur consapevole del fatto che i sentimenti siano cambiati completamente, da parte sua. Ma sa che sarebbe inutile, probabilmente.

Perciò continua a lavarsi con le palpebre abbassate, perdendosi fra i ricordi di momenti che vorrebbe rivivere e che sicuramente non dimenticherà, come la notte passata sotto le stelle, ubriaco fra le braccia di Jake, quando gli aveva confessato di essere perdutamente innamorato di lui.

Che fine abbiamo fatto, J?
Dov'è che ci siamo persi?
Quand'è che siamo diventati così ordinari?

Si sciacqua velocemente ed esce dalla doccia, avvolgendo il proprio corpo in un asciugamano bianco.

Guarda la sua immagine riflessa nello specchio e sospira. Ha davvero, davvero, bisogno di un cambiamento, di qualcosa che gli permetta di accantonare tutti quei pensieri e che lo faccia sorridere di nuovo.

Si passa una mano fra i capelli bagnati e torna nella sua stanza, avvicinandosi velocemente alla scrivania e prendendo in mano quel pezzo di carta.

Lo scruta attentamente, come volesse impararlo a memoria, e poco dopo recupera il proprio cellulare, componendo il numero con dita tremanti.

Sto facendo la cosa giusta? domanda a se stesso, mentre la voce metallica di una sottospecie di segreteria lo guida attraverso le varie opzioni.

Talkin', squealin', lyin' ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora