CHAPTER NINETEEN

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I giorni stavano passando seneramente nella vita di Louis Tomlinson ed Harry Styles. Uscivano,si divertivano,si scambiavano battutine ed ogni tanto si concedevano anche qualche bacio,ma nulla di più di quello. La malattia di Louis fortunatamente ancora non stava rovinando tutto,anche se,come ha sempre detto,non deve cantare vittoria troppo presto.

Tra tutte queste vicende,finalmente serene,il liscio si era completamente dimenticato del suo amichetto anonimo,Edward. Adesso che ci pensava,lui non lo aveva più scritto ma neanche il ragazzo aveva mai più scritto a lui.
Così,fece la prima mossa lui e scrisse un semplice "hey",attendendo con impazienza la risposta.
La risposta fortunatamente non tardò ad arrivare:

Edward: ehy.

Louis: come va?

Edward: bene.

Harry dal suo canto,rimase un po spiazzato a vedere che Louis lo aveva scritto,cercò in tutti modi di essere più freddo possibile,non poteva più reggere questa farsa,sperava semplicemente che comportandosi in questo modo avrebbe distolto l'attenzione del liscio nei riguardi di Edward. Il riccio però,non sapeva che Louis era un tipo molto competitivo e determinato,e se voleva qualcosa o voleva sapere qualcosa,in qualunque modo l'avrebbe ottenuta.

Infatti,la risposta di Louis non tardò ad arrivare,e,non capendo la freddezza del ragazzo e,stanco ormai di tutte queste cose misteriose,andò dritto al punto,gli scrisse un semplice "chi sei?" di cui non ottenne una misera risposta.

Harry se ne stava accovacciato nel suo comodo letto,pensando alla cosa giusta da fare,lui non riusciva davvero a dire la verità,ma ugualmente non poteva assolutamente continuare a mentire,non adesso che le cose tra loro due stavano andando bene.
Così,senza guardare nemmeno l'orario,si mise una maglia trovata nell'armadio,lo skinny jeans nero buttato sulla sedia e i suoi inseparabili stivaletti,e si diresse verso casa Tomlinson.
Il cielo quella notte era bellissimo,la luna era lucente più del solito e le piccole stelle creavano uno spettacolo straordinario.

Arrivato a destinazione,esitante,bussò alla porta e un Louis assonnato gli si presentò davanti.

"Harry ma che ci fai qui?hai idea di che ora è?" urlò un po infastidito.

"Scusa Lou è che ho un urgente bisogno di parlarti" si morse poi il labbro il riccio,come era solito fare nei momenti di tensione.

Entrarono in casa,e finalmente Harry si potette riscaldare con il fuoco del camino.

"Allora uhm,ricordi quella volta in cui Niall ti venne a chiedere la calcolatrice?Bene,era per me,ma il biondino,come suo solito fare mi fece uno scherzo,scrisse il mio numero su un post-it,a mia insaputa,e non sapevo neppure chi era il proprietario,e lo attaccò alla calcolatrice. Tu,ovviamente mi contattasti ed io mi infuriai con Niall per aver dato il mio numero ad uno sconosciuto,quando seppi che eri tu,i-io non volevo smettere di scriverti. P-perchè mi sei sempre piaciuto e questa era l'unica opportunità per avere un qualsiasi contatto con te." Disse tutto d'un tratto Harry,spaventato per la possibile reazione di Louis.

"Perché non mi hai detto dall'inizio che eri tu,Harry?" il liscio pronunciò solo queste parole.

"Perchè avevo paura di n-non piacerti."

"Non devi pensare mai più una cosa del genere okay?Devi essere sempre te stesso in qualsiasi occasione,e poi sei bellissimo,mi piaci Harry,tanto". concluse la frase il liscio.

E senza rispondere,il riccio si precipitò sulla bocca di Louis,che,appena si furono staccati mormorò un: "lo prendo come un 'mi piaci anche tu' ".

E poi rise,ed Harry cosa poteva chiedere di più di quello?

La stanza che era illuminata solo dalla luce del fuoco del camino,il calore e la risata di Louis.

Esisteva qualcosa di meglio?

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