16. lezioni e dimostrazioni

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"In ognuno di noi c'è un grumo nero di irrazionalità

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"In ognuno di noi c'è un grumo nero di irrazionalità. Un granello di male che porta con sé una minaccia. Non sempre, ma spesso è così. La magia, se così vuoi chiamarla, riesce a unire la zona nera della tua anima a quella della natura, e, quando accade, i mostri che abbiamo nel cuore diventano reali. Questo è uno dei rischi della quinta radice." Adam mi posiziona il braccio in modo corretto e si allontana per osservare la mia postura. "L'unico antidoto alla follia è la ragione, ma bisogna faticare per mantenerla. Diciamo che, data la presenza di male e bene in noi, dobbiamo portare avanti una guerra interiore per mantenerci lucidi. Al contrario, i cristalli hanno una totale assenza di energia al loro interno, quindi non sono né bene né male. Sono come dei buchi neri che risucchiano l'energia liberata da tutto quello che sta intorno, come per esempio quella su cui si basano le nostre abilità. In casi estremi potrebbe anche risucchiare l'anima di un maestro ed eliminarlo."

Mi sta aiutando da un paio di ore a esercitarmi sui movimenti necessari per controllare l'energia prodotta dalla mia aura, altro termine più generale per indicare l'anima. È un insegnante esigente, dai modi dolenti tipici di un uomo d'altri tempi e molta pazienza. Nonostante continui a sbagliare non si infastidisce e mi ripete ogni volta che è normale non riuscire a concentrarsi le prime volte, non riuscendo quindi a controllarsi, così come mi è successo quando non sono riuscita a tornare dai Giardini durante l'attacco di Kathleen.

Sono passati due giorni dalla rottura dei miei rapporti con Pauline e il ricordo del suo pendente continua ancora a deconcentrarmi, impedendomi di riuscire nel semplice esercizio che Adam mi sta proponendo.

"Prova ora." Riprende in mano le tre palline da tennis che stiamo usando e carica il braccio che ne tiene una sola, pronto a lanciarmela.

Prima che lo faccia do un'occhiata al mio corpo disteso sul divano, cercando di riportare alla mente la sensazione che provo quando tocco qualcosa. Non immaginavo potesse essere così complicato riprodurre il senso del tatto sulla terra, una volta rimasta con la sola anima immateriale. Se solo ci riuscissi, potrei bloccare la pallina che Adam mi sta per tirare.

Socchiudo gli occhi, mentre osservo il pavimento ai piedi del maestro, e comincio a pensare alla sensazione del vento tra i capelli, al calore degli abbracci di mia madre, al freddo dell'inverno e il gelo arriva in contemporanea con il primo lancio del mio insegnante.

Alzo prontamente una mano e distendo le dita, proprio nel momento in cui la sfera sta per sfiorare il mio palmo etereo. L'oggetto mi trapassa, cosa che non sorprende nessuno dei due. Senza dilungarsi in spiegazioni, Adam me ne lancia un'altra, che subisce la stessa sorte, al contrario dell'ultima, che rallenta al contatto col mio arto, ma senza fermarsi del tutto.

Il maestro si lascia andare a un lungo sospiro e, ormai abituato, raccoglie le tre palline. "Cos'hai oggi? Non hai una buona concentrazione in generale, ma questo è esagerato. Ti ho spiegato tutto quello che volevi sapere, allora perché sbagli?"

-Se lo sapessi non sbaglierei.-

"La sai benissimo invece." Con maestria lancia i tre oggetti sul divanetto, ai piedi del mio corpo, poi si siede sul bordo del tavolo. "Pensi che sia cieco o sordo? Prima mi chiedi di cristalli, poi degli umani normali e ti lamenti di come non riesci a fare niente quando sei sotto stress. Non ci vuole un genio per capire che hai avuto a che fare con uno di loro, anche se non so chi di preciso."

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