Ogni cosa ha un'aura, che sia inanimata o viva. Noi chiamiamo quella umana "anima".
Da tempo immemore studiamo i poteri derivanti da essa e la nostra più grande debolezza: il corpo, prigione di carne che porta l'anima alla morte.
Stregoneria, satan...
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Mi trovo divisa tra la consapevolezza di stare sognando e l'impotenza derivante dal sonno. So che quello che sto vivendo e vedendo non è reale, benché meno sensato.
Un turbinio di colori mi ruota davanti e una voce indistinta, priva di provenienza, mi arriva all'orecchio. Sembra una cantilena. L'immagine inizialmente confusa di una donna bionda si fa più nitida, fino a rivelare Kathleen. Mi sta parlando. Sono sicura di aver già vissuto questa scena. Mi giro senza poterlo evitare, guidata da quel sogno così vago, e lo vedo. Il fantasma.
Mi sveglio. La luce inonda i miei occhi, che si spalancano quando ricordo cosa sia successo. L'improvviso movimento mi causa un lieve senso di nausea, ma in breve tempo riprendo il pieno controllo del mio corpo e mi alzo.
Sono nuovamente nel salotto della casa, poggiata sul divano bianco. Il suono della tempesta è ancora presente, ma più attenuato rispetto a prima. Mi guardo in giro e cerco di trovare qualche punto di riferimento per salvarmi dal caos che sta divorando la mia mente. Solo adesso noto Erin che, assorta nel giocare con Chim, non si è accorta di niente. Non appare preoccupata e i sorrisi caldi che rivolge al gatto la rendono più spensierata di quanto dovrebbe essere.
Mi schiarisco la voce.
"Bentornata." Smette di giocare e si siede meglio sulla poltrona.
Non mi curo più di tanto di lei, mentre nella memoria si fa sempre più nitido il ricordo del fantasma e ciò che le mie potenziali future coinquiline mi hanno detto. Controllo ogni angolo della stanza, temendo di veder riapparire quella creatura diafana.
"Quello era Charles." Pronuncia senza difficoltà quel nome francese e notando la mia perplessità aggiunge ironicamente. "Il fantasma."
Non ho sognato. Era reale. "Do... Dov'è andato?"
Lei stende il braccio per aria, come se si stesse appoggiando a qualcuno, e mi indica il vuoto con la testa. "È proprio qui." Sbianco. "Stavo scherzando! Non so dove si trovi." Alza le spalle e mi strizza l'occhio.
Ignoro lo scherzo di Erin, attira dall'innaturale silenzio della casa. Proprio per questo un'ipotesi tanto assurda quanto spaventosa mi costringe a domandare. "Dov'è finita Kathleen?"
Che sia stata rapita da quella creatura?
"Smettila di pensare che Charles sia un fantasma" mi rimprovera ridendo e scompigliandosi i capelli in quello che dovrebbe essere un gesto esasperato, ma che non ha quell'effetto. "Lui è il marit... o meglio, il fidanzato di Kath. Sono usciti, ma ignoro dove si trovino ora."
"Non so se l'hai notato, ma quel ragazzo è trasparente!" Esclamo con voce grave.
Erin mi guarda come se avesse davanti un bambino di due anni e dopo un sospiro ricomincia a dire cose incomprensibili. "Pensi che l'anima sia rosa? È normale che sia trasparente. Quello non era un fantasma, ma la parte immateriale di Charles. Lavora in Francia. Non sarebbe molto logico spendere una fortuna per venire ogni weekend qui, quando può comodamente spostarsi spiritualmente." Non è la prima volta che parla di anime e le mie domande si moltiplicano, senza però trovare risposta. Infatti, lei si alza e si avvia verso la libreria a muro, facendo scorrere velocemente l'indice sulle copertine. Si ferma su un grande tomo dalla rilegatura in cuoio e comincia a sfogliare le pesanti pagine ingiallite. Guarda tra le righe e finalmente trova quello che cerca.