11. Inquisitore

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Bryan vola a un paio di metri di distanza e cade di schiena

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Bryan vola a un paio di metri di distanza e cade di schiena. Mi irrigidisco, mentre Kale allenta la presa sul mio arto e mi osserva stupito. Si china sul maestro per aiutarlo ad alzarsi. "Scusa, non avevo capito chi fossi."

Quando anche il mio coinquilino allunga il braccio per afferrargli la mano, per poco non grido.

"Succede" risponde, massaggiandosi il sedere. "Quindi sei il suo capo."

"Già... e tu il coinquilino. Non credevo avesse veramente trovato casa." Sorride. "Spero non la caccerai fuori dopo lo spintone di prima."

"Colpa anche mia. Ora che le strade sono mezze ghiacciate si scivola che è una meraviglia." Bryan tenta di minimizzare la forza del mio colpo.

Sembra sia tornato lo stesso di sempre.

Intanto Kale si passa una mano tra i capelli e sbuffa. "Quindi? Perché sei stata tutto questo tempo fuori?" mi chiede, velando l'altra domanda che gli ronza per la testa dopo aver trovato la sua dipendente nel retro dell'edificio con un uomo.

Arrossisco e gesticolo. "Non sono rimasta fuori per lui! Quel gruppo che hai cacciato mi ha seguita e volevano..." mi blocco, non trovando il coraggio per dirlo ad alta voce. "Non so cosa sarebbe successo se non ci fosse stato lui." Indico con la testa il ragazzo biondo che mi sorride di rimando.

Ho ancora i brividi se ripenso al modo in cui ha afferrato per la gola quell'uomo.

"Capisco" mormora il mio capo. "Cavolo, avrei dovuto pensarci prima. Mi dispiace davvero. Per oggi vai a casa e riposati." Dopo qualche riflessione aggiunge "E avvisami se dovessero tornare a infastidirti."

"Non credo succederà" lo rassicura Bryan.

Spero davvero non tornino mai, per loro più che per me. Per quei brevi secondi ho temuto il peggio per la vita di quell'uomo.
Dopo aver preso le mie cose e aver affiancato Bryan accanto alla fermata dei taxi, non trattengo più le emozioni. "Cosa diavolo stavi facendo prima?! Perché ti sei fatto colpire così tanto e poi lo hai ferito in quel modo? Volevi fare l'eroe o cos'altro?!" lo accuso, senza lasciargli il tempo di metabolizzare tutte le domande, visto che quella più importante arriva per ultima. "Perché mi stavi seguendo?"

Mentre incrocio le braccia e mi appoggio a un palo della luce, lui corruga la fronte. "Li ho solo spaventati un pochino. Non era niente di inguaribile." Si capisce anche solo guardandolo quanto sia restio a parlare dell'accaduto. "Comunque scusami per non averti detto che stavo al pub. Non è che ti sorvegliassi, è che mi assicuravo che non ci fossero problemi." Distoglie lo sguardo. "La fiducia vale molto nel nostro mondo. Non voglio mentirti, quindi... Kathleen potrebbe avermi chiesto di tenerti d'occhio perché sei legata agli Sprenger."

"Ancora con questa storia!"

Bryan si morde il labbro e annuisce. "Non credere, non sono come lei. Da questo punto di vista sono abbastanza liberale. In passato ho... Bhe, ho avuto a che fare con loro..." mi confessa, abbassando la voce e affondando le mani nelle tasche del pesante giacchetto di lana.

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