Capitolo 13: DECISIONI DIFFICILI

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Lo spavento per la sparatoria a scuola, e lo strazio nell'apprendere che quel tizio ha ferito gravemente molti dei suoi compagni, attanagliano Jasper.
<Non devi sentirti in colpa. Tu hai fatto il possibile. Li hai salvati quei ragazzi> lo conforta Lux.
<Grazie di essere qui>.
Entrambi commossi, si guardano negli occhi.
<Dovevo accertarmi che stessi bene>.
Lux lo ha tele-trasportato altrove. Sono seduti sulla riva di un lago, in Inghilterra, dove i suoi genitori erano soliti portarci lei e Chloe da piccole. L'acqua è limpidissima, cristallina. Si intravedono i pesciolini, che nuotano in affanno quasi come se stessero svolgendo una gara fra di loro per decretare il più veloce. Il terriccio su cui sono seduti di solito è ricoperto d'erba, ma non in questa stagione. Il perimetro del lago è costeggiato da enormi alberi secolari che non sono spogli. Tutt'altro. Sono rigogliosi di fiori e foglie. Dei fiorellini viola che ad ogni leggero soffio di vento gli si posano intorno, creando un bel vedere. Gli cadono addosso come fiocchi di neve. Nell'aria si cosparge un odore intenso di muschio selvatico e di caldarroste.
Sembra l'inizio della primavera, mentre è pieno inverno.
<Che bello qui> commenta Jasper, sbalordito dalla purezza di un posticino così incantevole nella sua semplicità.
<Da piccola ci venivo spesso. Laggiù c'è una casetta di proprietà dei miei nonni, che hanno lasciato in eredità a mia madre. Adesso le cose sono cambiate. Il nonno non c'è più, la nonna è ammalata, ed io e Chloe siamo cresciute> gli racconta con malinconia.
Jasper le stringe la mano.
Quel gesto le mette sotto gli occhi il marchio che hanno in comune, così si ricorda di dargli il suo regalo di Natale.
<Ma Natale è passato da un pezzo, e poi io non ti ho fatto niente> le dice. Lux non curante tira fuori dalla tasca un pacchettino e gli impone di aprirlo. Si tratta di un braccialetto con un ciondolo, il simbolo della spirale.
<È meraviglioso>
<È solo un pensierino. L'ho trovato per caso, mentre cercavo il regalo a mia madre e mia sorella, e mi ha fatto subito pensare a te>.
Essere gemelli per loro, che sono stati separati diciotto anni, vuol dire molto più che un semplice legame di sangue. E così il loro affetto è genuino e immenso molto più che fra due normali fratelli.

Lux riporta Jasper a casa, a New York. Qui lo attendono varie peripezie e questioni irrisolte.
Rose ha ricevuto la lettera di ammissione per lui da parte di ben due college, i migliori della costa occidentale. Annie crede che lui abbia una tresca con un'altra ragazza, che altri non è che Lux, con la quale l'ha visto fuori scuola. E, infine, c'è Max. Il suo migliore amico, che sta aspettando il momento opportuno per parlargli di ciò che ha visto a scuola quel giorno.

<È arrivata!>.
Rose lo accoglie, sventolando tutta allegra una lettera e Lucky facendogli le feste, quasi ad incoraggiarla.
<Ma cosa?>
<La risposta>
<Ma di cosa stai parlando mamma?> le chiede confuso.
<Sei stato accettato in due università, guarda. Questa la mandano da Berkley, e poi ce n'è un'altra dal Boston College, dove tu stesso avevi fatto domanda. Poi ce n'è una da Yale, ma loro non ti hanno accettato. Ma che importa? Tesoro, sono così orgogliosa di te! Adesso scappo al ristorante, ci vediamo a cena. Mi raccomando, fai i compiti. Ti voglio bene>.
Il suo entusiasmo lo frena dal confessarle la verità riguardo la scelta del college.
Quel pomeriggio non riesce a studiare. Si mette sui libri ma non riesce a starci più di cinque minuti per quanto è ansioso.
Decide di uscire, recandosi a casa di Annie. Gli apre come sempre la madre, mentendogli. Gli dice, infatti, che non è in casa e non sa quando tornerà. Così va in giro a cercarla. In realtà Annie è rintanata in camera sua a studiare. Sua madre la informa che è passato a trovarla.
<Ho fatto come mi hai chiesto>
<Grazie mamma>.
Intanto sul telefonino le arrivano insistenti chiamate da parte di Jasper. Guarda il display con tristezza e lo stacca.
Allora Jasper raggiunge i suoi amici, che stanno giocando a basket nel campetto dietro la scuola. I ragazzi sono ancora traumatizzati per via della sparatoria, ma sono consapevoli che la vita va avanti e che nessuno ha il diritto di privarli del loro futuro né della loro stessa vita.
Tra di loro c'è Max, che ne ha di motivi per volersi svagare.
Jasper gli chiede notizie di Annie, visto che lei e Mary, la sua ragazza, sono molto amiche. Ma lui non la vede e sente da quel giorno.
<Quel giorno le nostre vite sono cambiate> commenta Jasper.
<Eh si, è cambiato tutto> concorda Max, mostrandogli distacco.
Il che lo insospettisce, ma non ci riflette più di tanto. Ha altri pensieri per la testa. Come ad esempio dire la verità a Rose e ad Annie.
Quando Rose gli porta la cena ed insiste sulla scelta fra le due università che lo hanno accettato, si ritrova costretto a confessarle che al college lui non ci vuole andare.
<Che cosa?>
<Sei stata tu a fare domanda di ammissione per conto mio, io non ho mai voluto andarci. Non mi ci sento portato, tutto qui>
<Ma il tuo rendimento scolastico è nettamente migliorato. Cos'è hai paura? Di lasciare i tuoi amici, di perdere Annie>
<No, semplicemente ho così tante cose per la testa che lo studio passa in secondo piano>
<Quando mai ha contato qualcosa per te lo studio!> protesta Rose, risentita <Speravo solo che avessi messo la testa a posto. Hai diciotto anni. Non sei più un bambino. C'è in gioco il tuo futuro!>
<No mamma! Si tratta del futuro che tu volevi per me, perché non sei riuscita a laurearti. Stavi con l'uomo sbagliato, quando mai hai avuto giudizio tu in fatto di uomini! Questa è la mia vita. Decido io e non voglio più discuterne> obietta Jasper, alzando la voce. Dopodiché si alza da tavola e corre via, sbattendo la porta di casa. Casualmente incontra Annie, così si siedono a parlare. E lui le spiega la situazione.
<Mettiti nei suoi panni. Ogni genitore vuole solo il meglio per il proprio figlio, e non sta bene che tu infierisca sul fatto che ha dovuto lasciare il college. Se era incinta di te...>
<Non era incinta di me. Mi ha adottato!> le confessa.
<Come l'hai scoperto?>
<Ti ho parlato di mia sorella. Che ho conosciuto quando sono partito>
<Si, ma avevo capito che lei abitasse con tuo... Ehm, vostro padre e desiderava conoscerti, che magari fra i vostri genitori non funzionava più e così...>
<Che fantasia! Beh, la mia vita è stata un po' diversa. E anche la sua. Siamo stati adottati entrambi. Non sappiamo chi siano i nostri genitori biologici o come cavolo si dice>
<Aspetta! Quindi era lei quel giorno a scuola? Ti ho visto abbracciarla e...>
<E hai travisato ogni cosa. Ecco perché non ti sei fatta viva. Sciocchina> le da un tenero bacio sul naso, affondando le mani fra i suoi morbidi riccioli.
<Gliel'hai detto a Rose?>
<Non voglio, per ora. Insomma già abbiamo litigato perché ho deciso di non andare al college, figurati!>
<E perché non vuoi andarci?>
<Non lo so. Non so cosa voglio farne del mio futuro. Non ho le idee chiare. So solo che all'università mi sentirei un eremita. È stata una decisione difficile. Non volevo deludere nessuno, ma non posso fare una cosa se non sono convinto di ciò che faccio. Non voglio neanche restare senza far niente. Mi troverò un lavoro, un appartamento. Magari avrò un'attività tutta mia>
<Così io andrò a Princeton e tu resti qui. Finiremo col non vederci più>
<Princeton? Grandioso!>
<Si. Ho fatto domanda anche ad Harvard e alla Brown, ma il mio sogno è sempre stato laurearmi a Princeton. Ci andai una volta da piccola e ne rimasi affascinata>
<Lo so, me l'hai raccontato mille volte. Avevi sei anni ed eri in gita in macchina con i tuoi, quando poi siete rimasti a secco e sono arrivati dei parenti a trainarvi con la roulotte. E vi fermaste a visitare il campus>.
Gli da un buffetto sulla spalla. <Chissà magari ti seguirò>
<Dici sul serio?>
<Io non ti lascerei mai>.
Ann gli lancia le braccia al collo e lo bacia.
<Dai, torna a casa e chiarisci con tua madre> lo esorta, tirandogli le braccia per sollevarlo.

Nel frattempo a casa Johnson...

Beth e Mike rientrano dall'ospedale con una cattiva notizia. Si siedono in salotto per discuterne con le figlie. Chloe è appena rientrata da Oxford. Sono tutti agitati.
<Ragazze, c'è una cosa che dovete sapere> esordisce Beth.
<Vi separate?> domanda Lux, precipitosa come al solito.
<Cosa?! Ma no!> rispondono in coro. Mike tiene le mani di Beth fra le sue, incoraggiandola ad andare avanti.
<Quello che vostra madre voleva dire è che...>
<Vedete, mi hanno ridimensionato l'incarico al pronto soccorso>
<E questo cosa implica?> chiede ancora Lux.
<Beh, stipendio dimezzato. E con tutte le spese che ci sono da fare, e con la nonna che ha bisogno di pesanti cure, beh, io e vostro padre abbiamo deciso di comune accordo di vendere la casa sul lago>.
Paradossalmente un silenzio assordante cala su di loro. Ci sono sguardi accesi di rabbia, ma le loro bocche tacciono. In quella stanza si sente solo il ticchettio delle lancette dell'orologio.
<Ma siete impazziti?!> sbotta Lux, rompendo il silenzio.
D'altro canto sua sorella cerca di trattenerla dall'esplodere.
Troppo tardi.
<Avete la minima idea di cosa significhi quella casa per noi? Per la nostra famiglia? Lì ho imparato a camminare, a leggere. Andavo in bici col nonno e preparavo crostate alla frutta con la nonna. Non potete spazzare via così i nostri ricordi>
<Tesoro, lo so che ti mancano. Il nonno lo porterai sempre nel cuore, la nonna puoi ancora vederla, se lo desideri> tenta di rincuorarla sua madre.
<Si, potremmo andare insieme alla casa di riposo, a trovarla prima che io parta> le assicura Chloe.
<Abbiamo bisogno di quei soldi. Anche a noi spezza il cuore, ma è una decisione doverosa> interviene Mike.
A questo punto Lux scoppia in lacrime, e corre in camera sua, affogando il dispiacere sul suo cuscino. Non riesce neppure a leggere, talmente che è triste. Di solito la lettura la distrae, non stavolta. Sente bussare alla porta, non risponde. Si affaccia Beth.
<Posso?>.
Tace. Beth entra e chiude la porta. Avanza lentamente verso il letto, sedendosi sulla punta.
<Guarda che è difficile anche per noi> mormora Beth con le lacrime agli occhi.
<Ti manca il nonno?>
<Più di quanto immagini. In quella casa siamo stati felici. Tutti insieme. Quando è morto e la nonna si è aggravata mi sono sentita come un orfana, sola e abbandonata. Per fortuna c'eravate tu, Chloe e papà. La mia speranza, la mia salvezza. Ho dato tutto per questa famiglia, siete la mia vita. Ho amato il mio lavoro, amo ciò che faccio. Purtroppo non è stata una decisione presa a cuor leggero né tantomeno dipesa da me. E mi dispiace tantissimo di averti ferito>
Lux l'abbraccia, piangendo a dirotto.
<Mamma scusa. È che... Non sopporto il fatto che i nonni siano sempre più lontani. Mi mancano da morire> mormora tra i singhiozzi.
<Tesoro mio>.
Madre e figlia sanno bene che un dolore, se condiviso con coloro che si ama, è dimezzato.
Certe decisioni possono spezzare i cuori. Bisogna, tuttavia, accettare che il tempo passa e le cose cambiano. Nulla resta immutato. Fa tutto parte del nostro viaggio su questa Terra.

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