Capitolo 23: RICORDI (2^ parte)

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A Londra.

Sono passate appena sei settimane dall'incidente, eppure a Mike sembra di portare quelle stampelle da una vita ed ha fretta di liberarsene. Incapace di starsene a riposo come raccomandato dai dottori, girovaga per casa come un leone in gabbia, sofferente e supplichevole di uscire.
<Dovresti stare a letto> gli rammenta Beth esasperata.
Con fatica Mike sale su per le scale. Si accinge ad obbedire alla moglie, posa la mano sulla maniglia della porta della camera da letto, ma improvvisamente si blocca.
Scorge sua figlia seduta sul letto nella sua stanza, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto.
<Che hai bambolina?>.
Lux alza gli occhi e gli risponde con un sorriso forzato.
<Niente>.
Allora Mike si accomoda accanto a lei.
<Mi sembra incredibile che stai per diplomarti. Un altro uccellino che spicca il volo!> sospira, poi si accorge dello strano sguardo sul volto di Lux e ride <Che c'è? Io e la mamma vi abbiamo sempre definito così, due uccellini che prima o poi avrebbero spiccato il volo dal nostro nido, da questa casa. E adesso tocca a te>.
<Già. Sto per finire il liceo, non ho ancora deciso in quale college studierò, ho litigato con la mia migliore amica e Cody non mi vuol più vedere>
<Ehi, ehi. Cos'è successo con Maya e Cody?>
<Lasciamo perdere va'>
<Sai, credo proprio di riuscire a riprendermi per la cerimonia dei diplomi> le assicura, cingendole la vita con un braccio.
<Non mi importa nulla della cerimonia. Voglio solo che tu stia bene> ribatte, trattenendo le lacrime che le stanno inondando gli occhi. Improvvisamente Mike rivede in lei la bambina impaurita dai fulmini, che si rifugiava nel letto dei suoi genitori, e sente nuovamente il bisogno di proteggerla.
Del resto per un genitore quel bisogno non cessa mai.
<Principessa, io sto bene. È questa che ti fa paura? (Si riferisce alla stampella che utilizza per camminare) Se è così, posso benissimo farne a meno. Non ne ho affatto bisogno, guarda!>.
Mike lancia a terra la stampella, facendo forza sulle ginocchia, cosa che il dottore gli ha sconsigliato almeno per il momento.
<No papà!> si appresta a raccoglierla.
<Sto bene principessa, non preoccuparti. Sono io quello che dovrebbe occuparsi di te, non il contrario>.
Le fa appoggiare la testa sulla spalla.
<Sono sempre il tuo re. In attesa del tuo principe naturalmente>.
Questa sua affermazione la fa scoppiare dal ridere e le lacrime finora trattenute sgorgano dallo sforzo. Suo padre gliele asciuga delicatamente e poi la stringe tra le braccia.

Alla scena Beth assiste commossa da dietro la porta. Il suo primo istinto è quello di entrare ed abbracciarli ma, riflettendoci, decide di non intromettersi e di lasciarli soli.
"Questo è il loro momento" pensa prima di scendere in cucina a preparare la cena.

A New York, invece...

Jasper è intento a sgobbare sui libri, quando riceve dei messaggi sul cellulare da parte sia di Max che di Annie. Entrambi richiedono la sua presenza altrove. Seppur sollecitato dall'idea, visto che ultimamente li ha visti poco a causa dell'addestramento, è costretto a declinare l'offerta.
Sua madre è stata categorica: è libero di scegliere la sua strada e di non andare all'Università, purché si diplomi entro la fine dell'anno.
E manca poco, ormai, agli esami che chiuderanno il quadrimestre.
Rose entra nella stanza, dopo aver rimuginato una buona mezz'ora alla ricerca di una scusa plausibile per parlargli. Così si munisce di cesta dei panni sporchi, cercando qua e là qualcosa da lavare, data la pessima abitudine di Jasper di lasciare le cose in giro.
Stavolta, però, la stupisce.
<Ho già messo tutto in lavatrice>.
Forse anche lui cercava una scusa per aprire il discorso.
Rose rimane impalata con la cesta in braccio e gli occhi spalancati.
<Tranquilla, ho separato i bianchi dai colorati> puntualizza ironico.
A questo punto a Rose non resta altro da fare che sedersi sul letto e dare sfogo ai suoi sentimenti.
<Ascolta Jasper, se hai qualche domanda da farmi, fai pure. Credo che tu abbia bisogno di qualche spiegazione>
<Veramenteee...> tentenna lui <No. Voglio dire, so già tutto. Forse tu meriti di sapere la verità>.
Rose deglutisce con forza senza interromperlo.
Vuole sapere. Deve sapere.
Jasper lascia la sedia della scrivania di scatto per sedersi accanto a lei.
<Io e Lux apparteniamo ad un gruppo di persone speciali. Ognuno di noi ha un potere speciale per così dire. Lei quello del teletrasporto e della predizione. Io quello della forza e della telecinesi, come avrai intuito.  I nostri poteri si sono manifestati in ritardo, dal nostro diciottesimo compleanno. A differenza dei nostri genitori biologici che sono nati così>.
Rose prende coraggio e osa domandargli: <Sapete chi sono i vostri genitori?>.
La sua voce è come spezzata da un groppo in gola.
<No. È stato Cyrus a dirci tutto>
<Quindi anche lui...?>
<Si. Ha la mia forza e il teletrasporto come Lux>
<E ce ne sono altri?>
<Noi ci stiamo esercitando al controllo dei nostri poteri con un gruppo di Esiliati, ovvero coloro che si sono opposti alle leggi di quelli che si definiscono puri>
<Ma come hai scoperto...>
<Di essere stato adottato? Qualche giorno dopo il mio compleanno ricevetti una lettera dal mio presunto padre, che mi chiedeva espressamente di incontrarci a Londra, e qui ho casualmente incontrato Lux. Mi ha subito incuriosito il fatto che avesse il mio stesso marchio (le mostra la spirale che ha sul polso). Ma sono caduto in una trappola! Mi hanno rapito per rubarmi i poteri, ma Cyrus e Lux mi hanno salvato appena in tempo>.
Rose porta le mani alla bocca per frenare un gridolino di ansia. Ha gli occhi velati di lacrime, mentre suo figlio le mostra le cicatrici che gli sono rimaste di quella brutta esperienza.
<Scusa se non te l'ho detto, ma non volevo farti soffrire>.
Si abbracciano.
<E Annie lo sa?>
<No, meglio non immischiarla in questa faccenda. L'ho detto a Max! Era inevitabile, mi ha visto usare i miei poteri>
<Voi siete come fratelli. Grazie di avermelo detto. Beh, meglio che ritorni alle mie faccende>.
Sta accingendosi ad uscire dalla camera di suo figlio, quando si incanta a guardare una foto che li ritrae insieme quando era piccolo.
<Quando ti ho visto all'orfanotrofio eri così piccolo> comincia a raccontare <Eri un batuffolo. Avevi un anno, mi dissero le suore. L'assistente sociale non voleva in nessuna maniera cederti a me. C'era una sfilza di coppie in lista che mi precedeva, mentre io ero sola, e loro avevano tutte le carte in regola per adottarti. Io, però, mi ero già perdutamente innamorata di te e dei tuoi occhioni dolci e non volevo arrendermi. Ho dovuto combattere con le unghie e con i denti per dimostrargli che ti meritavo. Stavo per rivolgermi ad un avvocato, quando l'assistente sociale mi disse "Congratulazioni, signora. Il bambino è suo. Lo sa perché abbiamo scelto lei? Perché, a differenza degli altri genitori, lei ha dimostrato di volerlo davvero questo bambino". Ero fuori di me dalla gioia quando ti posarono per la prima volta fra le mie braccia. La prima notte insieme la passai annusando e baciando le tue manine. Posavo le orecchie sul tuo petto per controllare il tuo battito>
<Raccapricciante> ironizza Jasper per smorzare la tensione.
<Capirai, quando avrai dei figli> lo ammonisce prima di lasciare la stanza a testa bassa.
<Mamma, aspetta!>.
Rose si volta con uno sguardo negli occhi carico di speranza.
Una speranza esaudita, quando le va in contro per abbracciarla.
<Non mi importa che tu mi abbia adottato. Sarai sempre tu la mia vera mamma! Ti voglio bene> mormora ancora stretto a lei.
La cesta le cade dalle braccia, ma non se ne cura. Adesso con le braccia circonda le spalle di suo figlio, il suo unico amore.

Flashback.

Sono settimane che, ormai, Tara convive con i fratelli Goodman, gentili e disponibili, seppur Victor sia un tantino scontroso. Entrambi sono premurosi e rispettosi nei suoi confronti, ma tra i due quello più sensibile è senza dubbio Shane. Un giorno, mentre se ne vanno gironzolando per le strade della città, avviene un episodio che cambierà le loro vite. Si fermano in un caffè, quando Tara scorge un bambino in procinto di attraversare la strada. Avrà più o meno tre anni e la madre indaffarata al telefono e con delle buste da mantenere gli lascia la mano proprio sul ciglio del marciapiedi. Il bimbo fa un passo avanti e questo provoca uno strano presentimento in Tara che rimane fissa ad osservarlo. Il semaforo, difatti, è ancora rosso e dall'angolo sbuca un'auto che sfreccia a tutta velocità. Allora decide di intervenire e senza accorgersene usa i suoi poteri, sdoppiandosi, cosicché l'altra se stessa possa raggiungere il piccolo e spingerlo per salvarlo. Il guidatore frena giusto in tempo, e lo stridio dei freni cattura l'attenzione dei passanti. La madre del bambino getta tutto in aria per prenderlo in braccio, ringraziando con le lacrime agli occhi la sua 'salvatrice'. Intervengono Victor e Shane a trascinarla via, mentre cresce la folla attorno alla scena da film. Ci sono ancora due Tara e bisogna nascondersi prima che qualcuno se ne accorga. Si riparano in un vicolo.

<Devi fare più attenzione!> la ammonisce bruscamente Victor <Volevi farci scoprire?>
<Non potevo restarmene con le mani in mano e guardare la macchina che investiva quel bambino> obietta lei.
<E se ti avesse visto qualcuno?>
<Tipo?>
<I nostri poteri farebbero gola a chiunque. Magari là fuori c'è qualcuno che sta solo aspettando un nostro passo falso per catturarci e...>
<Suvvia ragazzi, l'importante è che non è successo niente> smorza la tensione Shane.
Tornano nell'appartamento, serrandosi all'interno, quasi nel tentativo di nascondersi da non sapevano nemmeno loro cosa.

<Scusa per prima> le chiede perdono Victor, raggiungendola sul balconcino che da alle scale antincendio, l'unico di tutto l'appartamento tra l'altro.
Nel frattempo Shane è impegnato a cucinare una bella pasta al sugo. D'altronde ha la fama di essere anche un buon cuoco.
<Figurati. Avevi ragione tu, ho sbagliato. Ho agito d'istinto. È solo che... Perché abbiamo questi poteri, se non possiamo usarli per salvare delle vite? Ci deve pur essere una ragione se siamo nati così, o no?>
<Beh... Suppongo di sì>
<È pronto!> li interrompe Shane.

Il discorso finisce nel dimenticatoio data la troppa fame che i ragazzi avevano, non avendo avuto il tempo di mangiare alla tavola calda.
Shane rimane a guardare la televisione quando Tara e Victor se ne vanno a dormire.
Nel cuore della notte lei si sveglia per andare in bagno e lo trova ancora lì sul divano.
<Non riesci a dormire?> gli chiede.
<No. Ripensavo a quello che è successo ieri. Tutta quella gente che ti fissava. Devo essere onesto, in quella frazione di secondi ho temuto il peggio. Io e Victor nel nostro quartiere eravamo considerati fenomeni da baraccone. Nostra madre aveva cominciato persino ad avere paura di noi. Poi una sera sono arrivati degli uomini, tutti in abito scuro. Sembravano fatti con lo stampino. Rovesciarono la nostra casa sottosopra. Cercavano noi!>
<E i vostri genitori?>
<Non si opposero quando ci prelevarono. Anzi, per loro fu un sollievo liberarsi di noi, almeno per mio padre. Ma giurerei di aver visto il terrore di perderci negli occhi di nostra madre velati di lacrime>.
Tara rimane scioccata da tale rivelazione.
<Riuscimmo a scappare, ma sapevamo che non potevamo più tornare a casa e che dovevamo restare uniti per sopravvivere. Victor crede che ci stiano dando ancora la caccia anche se non sappiamo il perché>
<È per questo che è sempre così scontroso>
<Devi capirlo. È il suo modo di dimostrarti che ci tiene a te. E anche io>.
Il silenzio cala su di loro. L'unica cosa che riescono a sentire sono i loro cuori che galoppano nei loro petti. Le luci sono spente, restano illuminati dal luccichio della televisione col volume abbassato.
Il bagliore della luna che giunge dalla finestra ancora aperta crea un'atmosfera soffusa e romantica. Lui si inclina verso di lei con le labbra dischiuse. Entrambi chiudono gli occhi, mentre accostano i propri volti.
All'improvviso un tonfo li fa trasalire, e Victor balza dal letto gridando: <Sono loro!>.
<Loro chi?> chiede Tara in preda al panico.
<Quelli che ci danno la caccia!>.
Degli uomini in abito scuro si intrufolano nel loro appartamento e così capiscono che hanno usato una granata per abbattere la porta.
Tentano di fuggire dalle scale antincendio. I ragazzi fanno andare Tara avanti, ma vengono entrambi catturati. Lei risale le scale e viene così acciuffata anche lei. Prova a districarsi e a liberare i suoi amici con i suoi poteri, ma la squadra è  munita di armi in grado di sedarli e renderli incoscienti.
Ed è così che i tre vengono catturati e trasportati in un edificio nello Utah, dove accadrà l'inimmaginabile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2016 ⏰

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