You're my fortune

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Era ormai giunta la fine del mese, la settimana era passata rapidamente tra allenamenti, ultime interrogazioni e piccoli e brevi incontri con Rachel ed Ivy, ma ciononostante Harry e Louis non avevano mai perso di vista il loro obiettivo, dare il meglio per vincere il campionato di Dodgeball, la finale che si sarebbe tenuta l'indomani mattina nel palazzetto in campagna, alle spalle della loro scuola superiore.
L'agitazione era alle stelle, tutti i ragazzi - ma anche solo gli spettatori della partita - fremevano di impazienza ed emozione, mentre i giocatori effettivi morivano dall'interno, la preoccupazione che li divorava man mano che i giorni passassero, ed in quel momento sembrava che nella pancia di ognuno di loro albergasse un animale inferocito.
Louis era rimasto a casa quella sera, si sarebbe incontrato con Harry per potersi sfogare a casa di Niall Horan che quel venerdì avrebbe tenuto l'ultima festa dell'anno e prima della finale tanto attesa e bramata, nonostante l'ansia. Il riccio invece ne approfittò per vedersi con Rachel, in quanto anche lei aveva un impegno di cui non aveva approfondito i dettagli.
Stavano passeggiando mano nella mano in una specie di mercatino di antiquariato che avevano allestito in un piccolo parco, le bancarelle che ne costeggiavano il perimetro e giovani che passeggiavano, sebbene non fossero poi molti a quell'ora. C'era un chiacchericcio in sottofondo che non li lasciava in silenzio, per questo si sentivano meno soli, nonostante intorno a loro non ci fosse poi nessuno che conoscessero, ma per Harry - stare con lei - era già una cosa.
Gideon finalmente si era tolto dalle palle e poteva vederla di nuovo senza la paura di imbattersi nel fratello che l'aveva più volte minacciato, come se poi lui avesse davvero intenzione di farle del male. Rachel smise di parlare un attimo e si sporse a vedere degli oggetti appoggiati su un piccolo bancone in legno, un uomo sulla cinquantina che - dopo averla vista avvicinarsi - si era alzato in piedi per servirla immediatamente. "Desidera vedere qualcosa in particolare?" chiese subito quello.
Rachel alzò una mano e si girò verso Harry. "No, guardi, vorrei solo darci un'occhiata" rispose abbassandosi a vedere tutti quei braccialetti in cuoio, alcuni anche ricamati. Harry incrociò le braccia al petto, controllando l'orario. Entro tre quarti d'ora sarebbe dovuto andare a recuperare Louis da casa sua, diretti da Niall, quaranta cinque minuti prima che prendessero parte all'ultima festa dell'anno.
"Ma quindi cosa devi andare a fare, dopo?" chiese a Rachel mentre lei sollevava un bracciale azzurro.
La ragazza scosse le spalle, spostando gli occhi sugli altri oggetti appoggiati nei dintorni. Poi scosse la testa e salutò adeguatamente l'uomo, passando alla bancarella successiva.
"Devo vedermi con alcune mie amiche, ci mancano..ehm, gli ultimi allenamenti prima dell'esibizione" disse in un sussurro.
Il ragazzo annuì stringendo le labbra, "Dici che potrò vederti mai ballare e fare acrobazie con le altre?"
Rachel si leccò le labbra e indicò un bracciale molto carino alla sua destra. "Sì" ammise con un filo di voce, instabile. "Mi vedrai, Harry"
"Ti piace quello?" fece il ragazzo dopo averle sorriso e dato un buffetto sulla guancia.
"Sai" l'uomo della bancarella si sporse verso di loro, prendendo tra due dita il bracciale che la ragazza aveva visto qualche istante prima. "Questo qui è l'ultimo bracciale particolare che mi sia rimasto."
"Perché particolare? Ha qualche richiamo?"
L'uomo le sorrise e lo diede in mano ad Harry. "E' un porta fortuna magico. Ovviamente in sè non ha alcun potere, per intenderci, ma ha delle potenzialità di funzionamento incredibili. Chi lo indossa, avrà fortuna in qualcosa"
Ad Harry si illuminarono gli occhi e strinse la presa sul bracciale. "Ce ne ha due?"
"Ti ho detto che è l'ultimo" gli rispose l'uomo senza alcuna traccia di fastidio nella sua voce roca.
Rachel si girò verso Harry e gli sorrise. "Prendilo tu, ne hai bisogno"
Harry aggrottò le sopracciglia. "Ma cosa stai dicendo? Prendilo tu, io sono già stato fortunato ad incontrarti"
La ragazza ebbe un sussulto, il cuore che le batteva forte nel petto e gli occhi ben aperti e piantati in quelli verdi del ragazzo, quel colore che non avrebbe mai voluto perdere di vista per nessuna ragione al mondo. "E domani?"
L'uomo della bancarella li guardava spostando lo sguardo dall'una all'altro, come se stesse osservando la pallina di tennis che si muoveva su entrambi i lati del campetto.
Harry tirò fuori qualche sterlina e le diede al proprietario del bracciale, afferrando poi il polso di Rachel e allacciandoglielo intorno. Era di cuoio scuro, con qualche intaglio simile al color cachi. La ragazza seguì i suoi movimenti con un groppo in gola molto stretto.
"Domani confiderò sulle mie capacità. Se sono bravo, nessuna fortuna mi verrà incontro"
La ragazza bloccò la mano del ragazzo. "No, ti prego, prendilo tu, Harry, per favore"
"Dai" disse il ragazzo lasciandole un bacio sulle labbra sottili, "consideralo un mio piccolo regalo, così che tu possa pensarmi. Facciamo finta che la mia fortuna sia con te, e dovrai prendertene cura, come se dipendesse da te il mio successo. Ma materialmente è con te." Si grattò la nuca, confuso. "Okay, credo di aver fatto un casino di discorso ma-"
Rachel lo interruppe baciandolo con trasporto, infilandogli una mano tra i capelli ricci allungati e facendo danzare le loro lingue. L'uomo della bancarella sorrise compiaciuto, distogliendo lo sguardo. "L'ho detto io, che porta fortuna"
Harry posò una mano sulla guancia di Rachel e, dopo essersi staccati, la guardò a lungo nei suoi occhi cervoni. "Harry, mi sento in colpa" ammise, abbassando lo sguardo sui loro petti che quasi si sfioravano.
Il ragazzo si staccò un po' di più e si abbassò per controllare il cipiglio della ragazza. "Cosa? Solo perché ti ho dato il bracciale porta fortuna invece che tenermelo? Ma sta' zitta e non ringraziarmi" disse sorridendole e accarezzandole le sopracciglia aggrottate. Ma nonostante Harry la stesse aiutando dal punto di vista fisico, emotivamente Rachel si sentiva malissimo. Guardò l'orologio.
"Devo andare, Harold" Harry alzò gli occhi al cielo a quel nome utilizzato da Louis.
"Ti riaccompagno" disse prendendole la mano e incrociando le dita.
Mentre si avvicinavano alla fine del mercatino e in prossimità dell'uscita del parco, Rachel liberò la stretta e si girò a guardarlo. "E' venuta a prendermi Ivy con i suoi, non preoccuparti" Si piazzò di fronte al ragazzo e gli allacciò le braccia intorno alla schiena, stringendolo forte e chiudendo gli occhi. Sentì il cuore di Harry battere contro il suo orecchio, le braccia a cingerle i fianchi e ad accarezzarle la schiena, il suo fiato che le spostava i capelli sulla fronte. Avrebbe tanto voluto imprimersi nella mente quel momento, affinchè potesse ricordarselo così com'era.
"Ci sentiamo domani prima della partita?" fece Harry, continuando ad abbracciarla. Adorava starle così vicino, sentirla così sua e di nessun altro, nemmeno Jason avrebbe mai potuto pensare a come Harry si sentisse quando le era vicino. Il primo giorno che l'aveva vista aveva deciso con Louis che l'avrebbe rivista, quello era poco ma sicuro, ma non si sarebbe mai potuto immaginare che alla fine sarebbe caduto tra le braccia di Rachel, andando contro ogni suo piano iniziale. Immaginarla l'indomani tra gli spalti ad urlare il suo nome le avrebbe infuso una forza tale da importarsene del braccialetto che le aveva regalato, sarebbe stata lei la sua fortuna.
Rachel staccò la testa e lo guardò dal basso, baciandogli un lato del mento. "Certo" poi sentì una macchina accostare il marciapiede e vide Ivy all'interno della vettura, suo padre alla guida che le faceva segno di raggiungerli. "Devo proprio andare" e lo baciò, di nuovo, per l'ennesima volta quella sera. "Credo che domani non ci vedremo prima della partita, però"
"Figurati" disse lui, "anche se un po' ci speravo, ma forse è meglio, altrimenti saresti una piacevole distrazione" e la baciò di rimando.
"Quindi ti saluto adesso" e Rachel lo abbracciò, adorando il suo profumo, in quel gesto che sembrò ad Harry tanto un addio, quando invece era solo un magnifico inizio per entrambi. "Ti adoro, non dimenticarlo, Harry."
"Anche io, da morire" e le lasciò un bacio sulla testa, poi la staccò e la fece avviare verso la macchina, la portiera che si apriva e Ivy con un completo sportivo addosso che lo salutava con un gesto rapido della mano. Prima che l'auto ripartisse, Rachel alzò lo sguardo attraverso il finestrino, vedendo Harry aspettare con le braccia allungate ai fianchi, sorridendole calorosamente, poi il padre di Ivy ingranò la marcia e partì, separandoli.



The match || l.t.  h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora