Epilogue - Trust?

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Tre mesi dopo

Nella vita accadono tante cose che non ti aspetteresti mai possano succedere.
Così improvvise che in un primo momento fai a fatica a credere che stiano capitando proprio a te, ma poi te ne capaciti e, se le lasci scappare, vorresti che il mondo girasse in senso antiorario per recuperare quel che si è perso per sempre.
Ma queste cose sono da paragonarsi ad un palloncino ad elio: è con te fin quando lo mantieni, ma basta solo una piccola distrazione e il filo ti scivola di mano, volando nel cielo e scomparendo all'orizzonte, prima di scoppiare e sparire alla tua vista.
Rachel si era tenuta stretta Harry per un mese affinchè non le si allontanasse, ma era bastato un solo attimo di cedimento, e il ragazzo era scomparso dalla sua vita.
Non lo vedeva più, non riusciva a raggiungerlo in alcun modo, era persino arrivata al punto di pensare che si fosse trasferito da qualche altra parte.
In quei tre mesi appena trascorsi non era riuscita a stare con le sue compagne di squadra per i raduni che organizzavano perché tutto le ricordava lo schifo che aveva fatto.
Preferiva rimanere in casa, nel suo letto, a vedere qualche film da quattro soldi e a mangiare cioccolato. Myra e Jodie, le gemelline di casa, avevano bussato alla porta della sua stanza, ma dall'altra parte non era arrivata alcuna risposta.
Questo era successo per le prime due settimane di giugno, due settimane dalla vittoria della loro squadra e dalla distruzione di Harry e Louis.
A partire dalla terza settimana, aveva deciso di abbandonare la sua camera e aveva iniziato ad uscire, da sola, ma finalmente metteva piede in strada.
Percorreva le vie silenziosamente, controllando il telefono e soppesando il nome "Harry" che capitanava la sua rubrica telefonica. Lo aveva schiacciato e si era portata il cellulare all'orecchio, i capelli che le sventolavano sugli occhi cervoni fissi a terra attenti a non calpestare niente. Tuuu, tuuu..
Il rumore dell'altra parte continuava, Harry non le rispondeva. Continuava a mantenere il telefono all'orecchio, in una successione infinita di tuu, tuu, tuu fin quando non era partita la segreteria.
"...se volete lasciare un messaggio, parlare dopo il segnale acustico"
Bip.
Rachel si era fermata in mezzo alla strada, alcuni ragazzi che la superavano rapidi e diretti chissà dove, mentre lei si martoriava il labbro inferiore. "Harry, sono io. So che non vuoi sentirmi, ma non sto bene per niente per quello che ho fatto. Ho bisogno di vederti, almeno un'ultima volta. Voglio sapere se c'è un rimedio a tutto questo. Credo che tu stia peggio di me, però ti prego, ascoltami" poi aveva riattaccato, sapendo che quel ragazzo non si sarebbe neanche degnato di ascoltare il messaggio appena mandato.

Harry aveva sollevato la bottiglia di birra appena stappata con Louis, la musica che gli perforava le orecchie e ragazze che gli ballavano addosso, strusciandosi spudoratamente, come avevano sempre fatto prima che la loro vita fosse cambiata. Louis aveva tracannato dalla sua bottiglia ed aveva iniziato ad assecondare i movimenti di una ragazza dai ricci capelli neri che gli stava praticamente sbattendo il culo in faccia e aveva sorriso ad Harry, allontanandosi. Il riccio aveva lasciato la birra sul bancone, accarezzando i capelli di una rossa dalla carnagione leggermente olivastra. Questa gli si era buttata addosso e lo aveva iniziato a baciare con avidità, bramando la sua bocca. Harry aveva fatto scontrare le loro lingue e le aveva sorriso quando la ragazza lo aveva preso per mano trascinandolo al di là del separè di quella sala. Aveva chiuso la tendina alle sue spalle, sorridendogli maliziosamente ed iniziando a sbottonarsi la camicetta di jeans, mentre Harry - gettato su un divano in pelle - si fermava a guardare lo spettacolo. Il telefono era vibrato per la millesima volta in tasca e mentre la ragazza gli si siedeva sulle gambe, lo aveva tirato fuori e aveva controllato la casella dei messaggi, con la ragazza che intanto gli baciava la base del collo.
Nuovo messaggio vocale: Rachel.
Era partito ancora prima che potesse pigiare il tasto, e gli era bastato sentire "Harry, sono io" per spegnerlo con un movimento brusco della mano, andando incontro alla ragazza che si strusciava sopra di lui imperterrita.

The match || l.t.  h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora