Pom pom

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"E bada Pinocchio, non fidarti mai troppo di chi sembra buono

e ricordati che c'è sempre qualcosa di buono in chi ti sembra cattivo."

- Mangiafuoco

«Devi smetterla, ok? Non puoi dire così.»

«Cazzo, Harry, ti rendi conto che siamo in prigione?» Louis urlò dal letto su cui si era seduto e che non aveva per niente voglia di abbandonare. Aveva le occhiaie ad oscurare il blu dei suoi occhi, le nocche della mano destra completamente spaccate e sporche di sangue ormai essiccato, i capelli scomposti e le gambe che si muovevano ritmicamente in preda all'agitazione.

Harry aveva la testa incastrata tra due sbarre della cella, le mani piene di tagli e cicatrici a stringere il metallo freddo e il taglio sul sopracciglio destro da cui il sangue continuava a scendere lentamente, accarezzandogli lo zigomo e poi la guancia.

C'erano diverse guardie sparse per tutto il carcere, ma a sorvegliarli era stato messo un certo sergente Malik che continuava a stare seduto alla sua scrivania, le caviglie incrociate e un giornalino di enigmistica sulle gambe. Non prestava loro nessuna particolare attenzione, nonostante fosse fermo lì a controllarli da almeno cinque ore.

«Non è stata colpa nostra!» gli rispose Harry sbuffando per l'ennesima volta, ma poi Louis si alzò dal letto rovinato e lanciò un pugno sul muro alle sue spalle, rovinandosi ulteriormente la mano.

«Dai muovetevi, cazzoni, siete molli come una pizza cucinata a casa.»
Harry, con la palla in mano e le braccia protese in avanti, si girò a guardare il coach Montpellier con un sopracciglio sollevato, «Dice sul serio?»
Il coach annuì con vigore e gli diede uno spintone, «Muoviti» scandì, mentre intorno a loro due il resto della squadra continuava a lanciare le palle dall'altra parte della palestra, muovendosi rapidamente e con fermezza.
Louis accanto ad Harry scoppiò a ridere e si portò la palla all'altezza della spalla destra, «Dài, Harry pizza molle» Gli fece il verso, dopodichè lanciò la palla che si schiantò contro il manichino dall'altra parte del campo.
Harry dilatò le narici e lanciò il pallone a sua volta, colpendo l'altro manichino che cadde di lato con le varie parti del corpo che si staccavano dall'asse centrale. «Non mi pare che le ragazze abbiano questa opinione di me.»
Louis fece una smorfia di sdegno e raccapezzò un'altra palla, mentre Liam si avvicinava al coach con le mani intorno alla coscia. «Mister, credo di aver avuto uno strappo.»
«Ecco» Fece Louis lanciando un'occhiata ad Harry che intanto preparava un altro lancio, «quello è l'altro cazzone.»
Il riccio scosse la testa e lanciò la palla un secondo prima che il coach suonasse nel fischietto. «Per oggi basta così, domani ci vediamo alle tre per gli allenamenti. Il campionato di Dodgeball è dietro l'angolo e sembra che voi siate ancora alle prime armi.» Poi si girò verso Louis ed Harry, facendoli avvicinare con un dito sollevato per aria, «Con voi ci vediamo alle due e mezza, dobbiamo stabilire le posizioni dei giocatori.»
Harry annuì passandosi una mano sulla fronte sudata, sollevando i capelli ormai lunghi, mentre Louis alzava il pollice affermativamente.
Quando si avviarono verso gli spogliatoi, videro Liam Payne con un braccio sulle spalle del coach e un piede sollevato da terra, con il ginocchio piegato a novanta gradi.
«Se non si rimette entro una settimana, giuro che spargo denuncia.»
Louis si girò verso Harry dandogli un pugno sul bicipite scolpito, «Ma che capitano ingiusto che sei.»
Il riccio storse il naso e si spostò il ciuffo dagli occhi, mentre Louis prendeva l'asciugamano dalla panchina e se lo appoggiava sulle spalle sudate, quando da dietro l'angolo del corridoio le videro.
Ce n'erano una dozzina circa, tutte con i leggings e i top aderenti al petto che veniva messo puntualmente in risalto, le fasce nei capelli e le labbra tinte di rosso.
Louis, Harry e tutta la loro squadra si fermarono imbambolati di fronte quella visione a loro celestiale.
«Non credevo che nella nostra scuola ci fossero tali pollastrelle» disse Jason alle loro spalle, mentre la sfilata delle ragazze terminava, immettendosi nella palestra appena liberata.
Harry sollevò un angolo delle labbra sottili verso l'alto passandosi la lingua sui denti, «Buono a sapersi, allora» disse, riprendendo a camminare.
Mentre il resto della squadra imboccava il corridoio degli spogliatoi, svoltò l'angolo con Louis per raggiungere il coach nel suo stanzino, quando due ritardatarie - che arrancavano ad ogni passo reggendo tra le mani uno scatolo pieno di pom pom - li finirono addosso. Cacciarono un urletto e, per l'impatto, sia i due ragazzi sia le due ragazze caddero all'indietro, facendo volare in aria tutti i pom pom colorati che finirono loro addosso. «Oddio, mi dispiace così tanto!» disse la ragazza dai capelli marroni lisci legati in una coda alta. Aveva lo sguardo basso mentre si metteva in ginocchio e raccoglieva quell'ammasso di striscioline colorate, affiancata dall'amica dai capelli blu che si massaggiava la coscia.
«Non preoccuparti» si fece avanti Louis mettendosi in ginocchio a sua volta, aiutando a mettere nel cartone i pom pom, «sono cose che accadono. Harry?» puntualizzò lanciando occhiate al ragazzo rimasto immobile ad ammirare la ragazza dai capelli scuri, «ci dai una mano?»
«Certo, sicuramente» si affrettò a dire l'altro, così tutti e quattro iniziarono a riporre quell'ammasso colorato all'interno del cartone. Capitava che Harry la facesse apposta ad afferrare lo stesso pom pom che la ragazza mora toccasse, ma a lei sembrava non importare niente.
«Grazie mille, speriamo che il coach non si incazzi così tanto per il ritardo!» La ragazza dai capelli dello stesso colore degli occhi di Louis sollevò lo scatolone con entrambe le braccia aiutata dall'amica, mentre Louis ed Harry si scostavano un poco per lasciarle passare.
«Non credo lo faccia» affermò Louis guardando la ragazza dai capelli blu, interessato, «potrebbe restare affascinato, direi più che altro.»
La ragazza alzò gli occhi al cielo e, affiancata dalla ragazza bruna, si avviarono verso l'ingresso della palestra, abbozzando un saluto solo con l'inclinazione del capo. «Se volete» iniziò Harry, passandosi una mano tra i capelli per riavvivare i ricci che stavano iniziando a scomparire, «possiamo aiutarvi a portarlo lì dentro» terminò sfociando in uno dei suoi soliti sorrisi accattivanti. La ragazza dai capelli blu scosse la testa, mentre quella dai capelli legati nella coda alta gli sorrise, declinando l'offerta e sparendo all'interno della palestra.
Louis ed Harry rimasero immobili nel corridoio, imbambolati.
«Wow» Fece il primo aprendo e chiudendo gli occhi velocemente, «non credo di averle mai viste, altrimenti me le ricorderei eccome.»
Harry si girò verso di lui e raccolse l'asciugamano che gli era caduto a terra, facendolo roteare in mano. «Credo, caro Tomlinson, di avere una cheerleadernel mio obiettivo» disse sinceramente e sorridendo sornione.
Louis scoppiò a ridere e gli diede una pacca in mezzo alle spalle possenti e muscolose, «Io quella dai capelli blu, che sia chiaro» e andarono finalmente nello stanzino del coach, con la speranza di rivederle quanto prima.

E le avrebbero incontrate nuovamente, quello era poco ma sicuro.

N/A

Salve a tutti, questo è solo il primo capitolo di questa mia storia e mi piacerebbe tantissimo che voi mi lasciaste un voto e/o un commento, almeno per sapere cosa ve ne pare.

Ah, comunque il paragrafo iniziale scritto in corsivo altro non è che un flash forward, ovvero un'anticipazione di ciò che accadrà in futuro :)

Alla prossima :)

P.s crediti copertina a @harrjs
P.p.s non é come tutte le altre storie. Non è una larry, prima di tutto. O almeno, qui è intesa come bromance.
E poi, sappiate che accadrà esattamente l'opposto di quel che possiate mai pensare :)
Buona lettura.

The match || l.t.  h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora