26-Tentato Salvataggio

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Ad Emily iniziarono a dolerle le braccia. La corda era diventata troppo stretta e le dava anche prurito.
Max le fece percorrere un corridoio insolitamente lungo e buio, simile a quello che lei e Alex avevano percorso i primi giorni trascorsi nel loro castello, in quel momento si domandò se fosse stato costruito seguendo la struttura di quello dove si trovava ora.
-Siamo quasi arrivati.-disse il ragazzo appena si trovarono davanti ad una porta, Max la aprì senza bisogno di una chiave-Prima le signore.
Emily seguì quello che le era stato detto e, una volta varcata la soglia, notò due soldati che facevano guardia alla porta. Una volta che Max passò, i due si inginocchiarono davanti al ragazzo.
-Mio signore!-dissero in coro prima di rialzarsi.
Max gli fece un cenno con la mano e riprese Emily per il braccio.
-Ci manca solo un'altra porta.-commentò il ragazzo mentre percorrevano un altro corridoio-Emozionata?
-Non so neanche dove stiamo andando.-disse la ragazza a bassa voce.
-Allora ce l'hai la lingua. Mi ricordavo bene.
Emily girò lo sguardo dalla parte opposta del ragazzo senza dire niente.
-Comunque, ti sto portando da mio padre.
-Non era una sorpresa?
-Già.-Max avvicinò le labbra all'orecchio della ragazza-Ma non é questa la sorpresa.
Emily rabbrividì e non chiese altro.
Dopo un paio di minuti entrarono finalmente nella sala del trono. La stanza era enorme e decorata con drappi, bandiere, tende di colore rosso, giallo, arancione e oro. I colori del fuoco. Un lungo tappeto rosso percorreva la sala partendo da un portone fino ad arrivare al trono di Justin. L'uomo si ergeva su tutti i funzionari del castello, i quali vagavano per la sala danzando e servendo i soldati. A giudicare dai piatti, dove trattarsi della colazione. -Finalmente la nostra ospite é arrivata!-disse Justin vedendo arrivare il figlio e la cosiddetta "ospite".
-Sei contento, papà?- appena Max pronunciò quelle parole, tutti smisero di mangiare e i servitori uscirono dalla stanza.
-Andatevene!-urlò Justin e così anche i soldati se ne andarono-Ora, venite più vicini.
Emily rimase ferma ma Max, dandole uno strattone, la costrinse ad avanzare.
I due ragazzi erano appena arrivati di fronte al trono, quando Justin si alzò e iniziò a studiare il viso di Emily prendendolo tra le mani.
-Chi sono i tuoi genitori?- domandò l'uomo-Non riesco a capirlo. Potresti essere la figlia di Amanda e Chase, ma penso che Eric ti avrebbe trattata diversamente. Chi sei?
-Mia madre é Sidney, e mio padre Liam.-disse la ragazza.
-Questa si che é una sorpresa.-disse Justin contento-Quindi sono i tuoi genitori quelli che stanno venendo qui.
-Cosa?-chiese la ragazza incredula-Loro stanno venendo a prendermi?
-Più o meno.-disse l'uomo, quando fu interrotto da un servo che entrò dalla porta.
-Sono arrivati signore.
Justin si passo una mano tra i capelli mori e, dopo essersi seduto sul trono, trasse le sue conclusioni-Fateli entrare!
Mentre i portoni si aprirono, l'uomo si voltò un attimo verso il figlio-Tienila ferma e non farla muovere di un solo millimetro.
Max annuí.
Le porte non fecero in tempo ad aprirsi del tutto che Syd era già partita in direzione di Justin.
-Ridammi mia figlia!-urlò la donna una volta ferma.
Justin iniziò a ridere-Non la vedi? É proprio qui vicino a me.
Syd girò la testa e vide la figlia con le lacrime agli occhi-Emily.
-Mamma.-disse la ragazza cercando di andare verso la madre, ma Max non glielo permetteva.
-Lasciala andare!-disse Liam arrivato affianco alla moglie- Non hai bisogno di lei.
-Ti ha fatto del male?-domandò Syd, calma, alla figlia.
Emily negò con la testa e Syd si sentì più sollevata.
-Vi propongo un patto.-disse Justin attirando tutta l'attenzione su di sé- Sapete quello che vi ho detto ieri: il fatto che vi lascio ancora quattro giorni per preparavi?
Syd annuì cercando di capire dove volesse arrivare l'uomo.
-Vorrei farvi un'altra proposta: vi do due giorni in più, ma in cambio mi tengo vostra figlia. Allo scadere dell'ultimo giorno, potrete tornare a prenderla e a riportarla a casa.
-Non se ne parla nemmeno!-disse Syd-Attaccaci pure domani, ma non avrai mai mia figlia. Né ora né mai.
Justin tornò a ridere-Ma non hai ancora sentito tutto quello che stavo per dire: se vi rifiuterete, accadrà qualcosa di brutto a tutti voi una volta al giorno.
-Cosa intendi per brutto?-chiese Liam.
-Uhm, non lo so. Torture, morti, vi potrei perseguitare e chissà cos'altro potrei escogitare.
A Syd tremarono le ginocchia, salvare sua figlia o tutti i suoi amici?
Mentre stavano ragionando su cosa fare, qualcuno irruppe nella sala.
-Ohh, Syd non ci provare neanche morta.-disse Dakota andando verso la sorella-Per quanto mi piaccia mia nipote, ma non puoi mettere in pericolo tutti quando puoi tenerli al sicuro sacrificando tua figlia per solo qualche giorno!
Dakota aveva ragione e Syd era d'accordo con lei, ma aveva paura:  sacrificare sua figlia avrebbe voluto dire che, al novantanove per cento, avrebbe sofferto anche in modo grave. Syd non era pronta, si ricordava ancora quando era prigioniera lei.
-Hai una sorella molto saggia.-disse Justin osservando la scena-Dovresti darle ascolto ogni tanto.
-No!-disse Liam.-Emily tornerà con la sia famiglia al castello. Troveremo un modo per sfuggire a te.
Justin iniziò a ridere mentre si rivolse all'uomo-Sai ora capisco perché non riuscivo a capire di chi fosse figlia Emily: non ti assomiglia affatto, Liam.
Liam strinse i denti e i pugni per non andare addosso all'uomo.
-Ora che ci penso-continuò Justin- assomiglia molto di più all'amico di tua moglie. Non m ricordo il suo nome però.
-Nick!-disse una voce femminile-Si chiama Nick.
Tutti gli sguardi si rivolsero verso la voce. Una donna stava scendendo le scale dietro al trono con un sorrisetto compiaciuto. Un lungo vestito rosso le copriva il corpo mostrando solo le lunghe braccia pallide piene di gioielli. Una massa di capelli rossi le ricadeva sulle spalle con dei leggeri boccoli e, sulla sommità del capo, una corona dava alla donna un aspetto regale.
-Roxy...-si fece sfuggire Syd quasi senza parole-Sei davvero tu?
-In carne ed ossa.-rispose la donna avvicinandosi al marito e sedendosi sulle sue ginocchia.
Syd rimase zitta, incapace di parlare. Il suo tradimento le faceva ancora male.
-Torniamo a noi-disse Justin rivolto a tutti-allora, accettate la mia richiesta?
-Dacci un minuto.-Syd si girò verso il marito e invitò Dakota a fare altrettanto-Cosa facciamo?
- Non lo so.-disse Liam affranto-Non voglio che succeda qualcosa ai nostri amici, dopo tutto quello che stanno facendo per noi, ma non voglio neanche che Emily si faccia male. E lui glielo farà.
-Sacrificare una vita per salvarne cento.-annunciò Dakota-Bhe, noi non siamo proprio cento ma il principio é lo stesso.
Syd si girò verso la figlia che in quel momento stava sorridendo e annuendo.
-Ho paura.-sussurrò la donna rivolta ad Emily, ma le rispose il marito.
-Anche io, amore. Ma credo che in sei giorni non potrà farle così tanto male.-Liam strinse Syd in un abbraccio-Andrà tutto bene.
-Andrà tutto bene.-ripeté la donna con le lacrime agli occhi e anche Dakota si unì all'abbraccio.
-Che scena toccante!-disse Justin interrompendo i tre-Ora, cosa avete deciso?
-Accettiamo.-rispose Dakota vedendo la difficoltà della sorella nel pronunciare quella parola.
-Benissimo. Ora potete andarvene!-Justin chiamò un servitore e ordinò di aprire le porte ai tre nemici-Ah, mi stavo dimenticando una cosa! Nel caso qualcuno cercasse di venire a salvare Emily prima dello scadere dei sei giorni, le farà compagnia in cella.
Syd annuí timidamente-Posso abbracciarla?-domandò all'uomo il quale le concesse un minuto.
Max lasciò andare la ragazza e Emily iniziò a correre verso la madre.
-Mamma!-disse appena toccò le sue braccia.
-Tesoro mio, mi dispiace ma non potevo fare nient'altro. Mi dispiace tantissimo.
-Era la cosa giusta da fare, lo capisco e mi va bene. Ti voglio bene.
-Anch'io ti voglio bene.
Syd strinse la figlia più forte, finché Justin non disse di smetterla e ordinò alcuni servi ad accompagnare fuori la donna e gli altri due.
Prima di lasciare la sala, la donna salutò Emily con la mano e anche la figlia fece lo stesso.

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Emily iniziò a far rimbalzare la pallina contro la parete. Una guardia gliel'aveva data in modo da passare il tempo, ma non aveva ancora capito se era un gesto di gentilezza o di pietà nei suoi confronti. Ma, nonostante il passatempo, la cosa peggiore rimaneva il non sapere l'ora. Era lì da ore o erano passati solo pochi minuti? Era snervante. Aveva anche cercato di attirare l'attenzione dell'uomo nella cella di fronte, eppure non si faceva neanche vedere.
Però, dopo quelle che sembravano interminabili ore, arrivò Max.
-Ti abbiamo portato un amichetto.-disse rivolto ad Emily.
La ragazza alzò lo sguardo e si alzò da terra, ma, appena vide di chi si trattava, iniziarono a tremarle le ginocchia.
-Mio padre l'aveva detto che chiunque avesse cercato di salvarti sarebbe finito qui dentro con te.-disse Max aprendo la cella affianco a quella della ragazza.
Emily vide che il ragazzo era trascinato per le braccia da due soldati, i capelli neri erano sporchi di terra ma i grandi occhi azzurri erano luminosi come sempre. i due soldati lo buttarono dentro la cella e lo chiusero dentro. Accasciato al suolo, il ragazzo si rialzò piano e,colpito da un attacco di tosse, iniziò a sputare sangue per terra.
Emily si avvicino alle poche sbarre che avevano in comune e sussurò il nome del ragazzo.
-Logan...

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