epilogo

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Era tutto perfetto.
La nostra casa era meravigliosa.
La mia vita era cambiata radicalmente dal mio arrivo in quel posto sperduto dove non sapevo che vivesse colui che adesso dorme al mio fianco.
Colui che mi stringe forte ogni sera.
Mostro era un marito perfetto, mi aiutava a cucinare, puliva la casa, portava fuori la spazzatura, mi coccolava ogni sera.
Mi sentivo in pace con me stessa e con tutti.
La mia vita era finalmente completa.
Mancava solo un bambino.

ANNA.
2 mesi dopo.
Sono passati ormai 2 mesi dal nostro trasferimento in America. La nostra casa non è la migliore del vicinato, ma è perfetta per chi, come noi, stava iniziando una nuova vita.
Io e Mostro non avevamo ancora trovato lavoro, ma stiamo entrambi facendo dei colloqui in giro per la città. Mostro vuole diventare un rapper famoso, ogni fine settimana ha una canzone nuova che pubblica sul suo canale di youtube. Per il momento sta facendo un enorme successo, ha molti iscritti e a casa ci arrivano abbastanza soldi per poterci comprare da mangiare.
Sono fiera di lui.
Io invece sto cercando un lavoro in qualche rosticceria, ho fatto anche un colloquio cho una parrucchiera e mi ha detto che ho delle buone qualità, quindi potrei aver trovato lavoro, ma devo aspettare la chiamata.
Nulla era cambiato tra me e Mostro, è come se non ci fossimo mai trasferiti, con la differenza che adesso non avevamo problemi a cui pensare.
Stavamo ricominciando tutto da capo, insieme.

ANNA.
Un anno dopo.

-Buongiorno Marg, come stai oggi?-
-Non c'è male grazie, il bambino continua a non farci dormire, ma è normale, gli stanno crescendo i dentini e la notte gli danno noia. Tu come stai?-
-Apparte un po' di mal di testa, sto bene.-
Margaret mi guardò preoccupata.
-Sicura di stare bene?-
-Si, tranquilla.-
Le sorrisi pensando di tranquillizzarla un po', ma non fui molto convincente.
Ogni tre per due mi chiedeva come stavo e mi tastava la fronte cercando qualche sintomo della febbre, ma non avevo assolutamente niente, apparte un gran mal di testa.
Il mio lavoro come assistente della parrucchiera finisce quando risquoto la paga giornaliera, ovvero 50€. Sono soddisfatta di questo lavoro, riesco ad avere soldi sufficienti per permettermi anche un po ' di shopping.
Mostro ha fatto carriera, le sue canzoni sono tra le più ascoltate in Italia. Non l'ho mai visto tanto felice, ma... ha ricominciato a drogarsi, torna sempre tardi la sera ed ha un livido nuovo ogni giorno.
Ho davvero paura che possa succedere ciò che è successo 4 anni fa.
A casa trovai Mostro profondamente addormentato sul divano.
Mi incamminai verso il bagno per fare il mio bagno giornaliero, ma oggi non mi fiondai
ad aprire l'acqua della vasca, mi affrettai, invece, a raggiungere il water per far uscire tutto il pranzo e quello che era rimasto della colazione.
Quando mi rialzai, non mi reggevo in piedi.
Era come se mi fossi fatta tre purini di fila, senza riprendere fiato.
Vedevo tutto annebbiato e la testa mi scoppiava.
Senza contare il dolore lancinante all'addome, proprio accanto alla cicatrice.
Uscii dal bagno reggendomi al muro, mi sentivo le gambe molli.
-Mostro.-
Lo chiamai, ma lui non si svegliò.
Lo scrollai per una spalla e finalmente aprì gli occhi.
-Cosa succede Anna?-
-Sto male.-
-Vieni, sdraiati.-
Mi fece spazio sul divano e mi aiutò a stendermi. Adesso andava un po' meglio, le gambe stavano tornando normali, la testa stava smettendo di girare e la voglia di vomitare era sparita.
Ma l'addome continuava a farmi male.
-Possiamo andare in farmacia?-
Fece di si con la testa e mi aiutò ad alzarmi e a salire in macchina.
Per tutto il viaggio nessuno disse niente, il silenzio era inquietante.
Mostro andò a parlare con la commessa per chiedere informazioni sul medicinale da comprare, intanto io avevo già iniziato la ricerca.
Ad un tratto mi fermai.
E pensai.
E contai.
Ero stata così impegnata da non accorgermi di avere un ritardo.
Presi la prima scatoletta che avevo adocchiato e corsi verso la cassa prima che Mostro potesse pagare la medicina.
-No. Prendiamo questo.-
Dissi sbattendo la scatola contro il bancone.
Mostro strabuzzò gli occhi e mi guardava come per dire: "Anna cosa fai? Noi non possiamo avere figli."
Ma io non ero daccordo.
Un bambino si stava formando dentro di me.
Ma tutto questo non aveva senso, i dottori avevano detto che non c'era alcuna possibilità, che le pugnalate mi avevano danneggata irrimediabilmente.
Eppure, quando tornammo a casa e dopo il tempo necessario uscii dal bagno con il test in mano, fui sorpresa di dire:
-Mostro, sono incinta.-

"ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ" Io avrei fatto di tutto per scordarti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora