Quando Patrick capisce molte cose ma non quante dovrebbe

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Patrick non era certo di cosa gli fosse preso.

Un black out generale aveva silenziato le sinapsi cerebrali ed era stato ipnotizzato dalle iridi smeraldine di Anthony, un colore che, davvero, poteva essere descritto solo come wow.

E mentre gli consigliava di spostarsi per primo, dentro di sé bruciava il desiderio che non lo facesse.

In quell'istante non gliene fregava un accidenti delle motivazioni. C'era solo Anthony, tanto vicino da sentire il sapore del suo respiro.

E quando si gettò lontano Patrick rimase pietrificato, la mano ancora a mezz'aria, catapultato alla realtà.

«Bene, Anthony, hai perso!» rise Noah «Via i pantaloni!»

Patrick riportò la mano in grembo, la mente in apnea.

I successivi minuti videro Anthony che, terrorizzato, prima provava a fuggire, poi veniva atterrato da Noah e protestava urlando sotto di lui mentre lui cercava di togliergli i pantaloni con la forza.

La concentrazione di Patrick era però altrove. Perso nell'alcool che ondeggiava all'interno del bicchiere di plastica rosso, tentava di dare un senso ai fatti.

Non riusciva a capire cosa fosse successo. O meglio, quello lo capiva, ma non perché stesse provando quelle cose mentre stava per baciare Anthony. Non era normale. Che gli era preso?! Era abbastanza certo che, se al posto di Anthony ci fosse stato un altro dei suoi amici, tipo Noah, certo non si sarebbe ritrovato a pensare "Chissà se le sue labbra sono davvero morbide come sembrano" o "Mi piace il sapore del suo respiro" o...

Cazzo, okay, doveva ubriacarsi tipo subito.

Rubò una bottiglia dalle mani di Zack e ne bevve quasi metà in un sorso. Svuotatone il contenuto, la testa volò su Marte e i pensieri furono relegati a un angolo lontano dell'universo.

Questo finchè non notò Anthony starsene imbarazzato e in boxer vicino la porta.

«Anthony, lo sai che hai le gambe da donna?» osservò Patrick, stupito. E se l'aveva detto era in parte perché era ubriaco, ma soprattutto perché era dannatamente vero.

Anthony balbettò qualcosa e fece volare gli occhi da tutte le parti.

Patrick si sentiva solo quindi raggiunse Anthony quasi strisciando per terra, perché camminare era fin troppo faticoso. Un'occhiata intorno gli rese chiaro che ormai a nessuno fregava più del gioco: tutti bevevano e chiacchieravano. Logan e Zack erano in un angolo e Logan giocava con la mano di Zack. Noah stava strimpellando qualche nota con la chitarra, canticchiando insieme agli altri.

Giunto a destinazione, Patrick si stese accanto ad Anthony con un sospiro.

«Sai, credevo che ti depilassi davvero le gambe» fece scorrere le dita sul polpaccio pallido di Anthony. Il quale, per tutta risposta, cacciò un urlo e si allontanò con un balzo.

Ogni volta che Patrick gli si avvicinava lui fuggiva e alla fine, dopo averlo bloccato contro il pavimento, lo costrinse a ingoiare un'intera bottiglia di qualcosa di non identificato e allora le cose furono molto più facili per entrambi.



«HEY GENTE, IO AMO ANTHONY JONES!» annunciò Patrick dalla cima delle scale, circa un quarto d'ora dopo.

«Lo sapevamo che eri dell'altra sponda, Brown!» rispose qualcuno da sotto, ma perlopiù nessuno gli diede retta nel trambusto generale.

Patrick alzò il medio all'individuo.

Anthony scoppiò in una di quelle sue risate buffe, piegato in due. Le gambe non lo ressero e cadde per terra come un salame. La cosa non sembrò turbarlo e continuò a ridere, pugni a colpire il pavimento.

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