Quando tutte le storie hanno un epilogo

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Il trillare improvviso della campanella fece sobbalzare Patrick. Cristo, si stava cagando sotto dall'ansia, e non poco. Sfogliò di nuovo il foglio che stringeva tra le mani e ripetè a bassa voce qualche riga.

«Ehi» un colpo sulla spalla lo fece sobbalzare. Era Zack. «Dov'è Anthony?»

«Ah, lui... è già entrato» borbottò, sbrigandosi a nascondere i fogli nella tasca della giacca. Stava letteralmente sudando per l'ansia, il che non era un bene. Si scostò i capelli appiccicati dal sudore sulla fronte con uno scatto delle dita.

«Tutto bene?» Zack aggrottò le sopracciglia, perplesso. L'arrivo degli altri però mise fine all'interrogatorio, grazie al cielo, e si diressero tutti assieme verso l'aula.

Il cuore batteva come un trapano contro lo sterno e Patrick sudava come un maiale. Le poche ore di sonno e l'ansia lo stordivano come non mai.

A mensa presero posto al consueto tavolo. Gli occhi di Patrick saettavano alla ricerca di una familiare chioma riccia e quando individuò il protagonista delle sue ansie credette di star per svenire.

Patrick deglutì e scambiò un'occhiata d'intesa con Noah: era il momento.

Il biondo cacciò dallo zaino la cassa e Patrick si mise alzò e scostò il proprio vassoio dal tavolo.

«Che fai?» lo interrogò Samantha ma il ragazzo si schiarì la gola e, d'un tratto, musica partì sparata dalla cassa posta sul tavolo.

La massa di studenti fu presa alla sprovvista e, quando Patrick pensò bene di mettersi in piedi sul tavolo, gli occhi di tutti furono su di lui.

«It's a beautiful night...» iniziò «we're looking for something dumb to do

Lo sguardo smeraldino di Anthony incontrò il suo, le labbra socchiuse per lo shock, e d'un tratto il mondo esterno smise di esistere: c'erano solo loro due.

«Hey baby, I think I wanna marry you» allungò il braccio nella sua direzione.

«Is it the look in your eyes or is it this dancing juice?» Noah iniziò a battere le mani a tempo e qualcun altro decise di imitarlo, mentre segni di apprezzamento per la serenata prendevano vita tra gli studenti e, si rese conto con la coda dell'occhio, anche dal personale della mensa. «Who cares, baby, I think I wanna marry you.»

«Well, I know this little chapel on the boulevard we can go» Patrick allungò il braccio in direzione di Anthony «No one will know, oh, come on boy. Who cares if we're trashed, got a pocket full of cash we can blow. Shots of patron and it's on, boy. Don't say no, no, no, no, no.»

Gli studenti presero a battere le mani e, al sorriso incredulo di Anthony, Patrick avvertì il battito frenare.

«Just say yeah, yeah, yeah, yeah, yeah.» Balzò giù dal tavolo e si diresse in direzione della sua anima gemella «And we'll go, go, go, go, go. If you're ready, like I'm ready

Lo raggiunse. Nei suoi occhi c'era l'infinito e Patrick sperava solo che l'altro capisse quanto disperatamente fosse innamorato di lui.

«'Cause it's a beautiful night, we're looking for something dumb to do
Hey baby, I think I wanna marry you

Anthony socchiuse le labbra. Poi si alzò di scatto.

Saettò verso l'uscita dalla mensa tra le note di Marry you e gli sguardi degli altri studenti puntati sulla sua fuga inaspettata. Patrick esitò solo un istante, poi gli andò dietro di filata.

Si ritrovarono in cortile, dove una folata di vento invernale li fece rabbrividire.

«Anthony!» con un balzo, Patrick acciuffò la manica del ragazzo.

Lui si girò, un paio di umidi iride smeraldine a pietrificarlo.

«Patrick...» balbettò.

«Anthony, scusa, ma non riesco proprio ad arrendermi con te» Patrick avanzò, ansante «Mi piaci davvero, Anthony. Sono un cretino per non averti detto da subito che il maniaco su Wallpad ero io ma ogni singolo messaggio, ogni singola parola scambiata con te dal vivo e tramite messaggi mi ha solo reso ancora più fottutamente innamorato di te. E, ti prego, scusami. Non volevo ferirti, o ingannarti. Volevo solo conoscerti e poi mi sono innamorato e non ho capito più niente. Però quello che provo per te è la pura e semplice verità. Ti prego, ti prego perdonami.»

Arrivò addirittura a inginocchiarsi sul terreno piastrellato del cortile, le mani dell'altro strette tra le sue.

«Gli fa la proposta!» si sentì in lontananza.

«Zitto!» riconobbe la voce di Samantha e poi un urto risuonò nel silenzio.

Anthony socchiuse le labbra. Poi lo spinse ad alzarsi e lo portò con sé in un punto più riparato, lontano da occhi indiscreti. Sedettero su un muretto, sotto i rami spogli di un albero.

«Patrick, io...» Anthony mantenne gli occhi sulle loro mani intrecciate «Io voglio scusarmi. Anche io ti ho tenuto nascosto qualcosa e mi dispiace. E mi dispiace non essere riuscito ad affrontarti in questi giorni, ero così in imbarazzo da voler esplodere. Sul serio.»

«Ma no! Non esserlo» Patrick si protese verso di lui «Non erano così imbarazzanti quelle storie. Le ho trovate molto romantiche. Certo, forse qualche scena esplicita mi ha messo un po' a disagio, ma-».

Anthony cacciò un urletto e si coprì la faccia rossa con le mani.

«Scusa, scusa, scusa!» balbettò «Oh mio Dio, avrei potuto tenermele per me invece di pubblicarle!»

Patrick rise e gli accarezzò un braccio.

«Non fa niente. Te l'ho detto, mi sono sentito molto onorato. Puoi anche lasciarle lì, se vuoi.»

«Ma che dici?!»

«Sarebbe divertente continuare ad avere delle fanfiction su di noi ora che siamo una coppia.»

«Hai un concetto di divertimento che, davvero...» Anthony lasciò cadere le mani e gli rivolse un paio di occhioni perplessi e sollevati «Grazie per non essere arrabbiato.»

«Grazie a te per non essere più arrabbiato con me» buttò lì Patrick «Perché non lo sei più, vero?» aggiunse per conferma.

«Più che altro...» intrecciò le dita, timido «in un primo momento sì, poi ho avuto il terrore di essere stato ingannato per tutto questo tempo, che i tuoi sentimenti non fossero autentici e fosse tutta una presa in giro...»

«Non c'è nulla di più autentico del mio amore per te!» esclamò Patrick con una tale fermezza che Anthony indietreggiò d'istinto e arrossì a dismisura.

«O-ora lo so» rispose «Anche io ho sbagliato e m-mi dispiace per non averti detto prima tutto. Avevo paura della tua reazione... Però anche io avrei dovuto essere sincero con te.»

Rimasero in silenzio a sorridersi, il cuore un po' più leggero nel petto, Patrick troppo emozionato per spiaccicare fuori una singola sillaba di senso compiuto

«Sei un cretino, Patrick Brown...» soffiò tra le labbra Anthony. Le incurvò in un sorrisetto arreso e incastrò gli occhi nei suoi.

«Ma ti amo tantissimo.»

Con uno scatto, lo baciò.

E se nel sollievo suscitato dalla sensazione delle labbra di Anthony sulle sue Patrick si ritrovò a limonare l'altro nel mezzo del cortile della scuola tra i versi di incoraggiamento di Noah in lontananza, beh, questo non è dato saperlo.

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