Anthony era sul punto di centrare con un pugno lo specchio nel bagno della scuola: quei ricci indemoniati non volevano saperne di stare al proprio posto.
Si arrese e indietreggiò con uno sbuffo spazientito.
Fu allora, tuttavia, che la porta del bagno si aprì e Anthony, le mani ancora tra i capelli, fece scivolare lì l'attenzione.
Era lui. Con i suoi capelli arruffati e gli occhi azzurro cielo, Patrick Brown lo scrutava dalla soglia.
Anthony pietrificò all'istante.
Le iridi cristalline percorsero la sua figura dall'alto in basso e se ne uscì con un semplice: «Ciao».
Il riccio tentò di non soccombere per un infarto e spostò celere l'attenzione sul pavimento piastrellato, il viso in fiamme. Doveva fuggire da quella situazione di puro imbarazzo il prima possibile, o ne avrebbe combinata una delle sue. Saettò lontano dal lavandino e tentò di oltrepassare Patrick, il cuore a trapanare il petto.
D'un tratto, però, un braccio di Patrick gli bloccò la strada, steso col palmo contro la parete. Anthony gli rivolse un'espressione sorpresa, ma non ebbe il tempo di proferire parola che si ritrovò con le spalle al muro.
«Non così in fretta.»
Confuso, si accorse tardi del corpo di Patrick premuto contro il proprio, a immobilizzarlo in una piacevole prigionia. La circolazione sanguigna schizzò a tremila all'ora.
Patrick abbassò il capo e posò le labbra sul suo collo. Nacque un brivido a quello strofinio delicato, accompagnato da una spruzzata di rossore sulle guance.
Le mani di Patrick gli accarezzarono i fianchi, una sua gamba a premere tra le sue che subito si aprirono. Una delle mani si spostò senza alcun preavviso sulla cerniera dei suoi pantaloni e Anthony sussultò, le gambe tremanti, il calore di Patrick ovunque, quelle labbra ancora sul suo collo a morderlo delicatamente.
Slacciò i bottoni e subito dopo abbassò la zip.
Patrick gli mordicchiò il lobo, l'eccitazione di Anthony in crescendo.
«Anthony. Ti...»
«ANTHONY JONES, VUOI ALZARE IL TUO CULO RINSECCHITO DA QUEL LETTO?»
Anthony odiava le mattine.
E le odiava ancora di più quando era sua sorella Ginny a strapparlo dal mondo dei sogni senza pietà.
Ma, soprattutto, le odiava quando si svegliava con un'erezione nei pantaloni da risolvere.
All'urlo paranormale sparato da sua sorella, per poco non gli venne un colpo nello scattare seduto sul letto, ansante, sudato e anche, in modo piuttosto evidente, eccitato.
Ginny uscì di scena con un: "Muovi il culo, Jones" e Little Princess, dopo avergli rivolto un'espressione di sufficienza mezza schifata, le fu dietro. Forse ce l'aveva ancora con lui per il lancio parabolico dell'ultima volta.
Anthony si prese due secondi per fare il quadro della situazione.
Constatato l'ovvio, si catapultò alla porta della stanza. Dopo aver controllato che in corridoio non ci fosse nessuno, corse come un dannato verso il bagno, quasi inciampando su una lampada da pavimento. Il problema di essere fottutamente alti era proprio questo: la scoordinazione nei movimenti al pari di un elefante ubriaco che sfascia l'entrata di un negozio di cristalli.
Quando raggiunse il bagno, chiuse la porta a chiave e si diresse verso il water, abbassandosi i pantaloni per occuparsi del problema.
Non era la prima volta che si svegliava eccitato.
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Roman pour Adolescents[COMPLETA] Dal testo: "Perché, Anthony ne era convinto, l'universo doveva odiarlo non poco per averlo portato in una situazione del genere, a scrivere fan fiction tra lui e il suo sogno erotico, modellando la realtà in un'immaginazione decisamente p...