Non voleva arrendersi così. Voleva trovarlo e parlargli, voleva sapere se stesse bene, ma soprattutto voleva delle risposte. Ma era stanco, deluso e anche un pò arrabbiato per il comportamento infantile di Federico. Tutto quello che voleva fare, una volta rientrato in casa, era stendersi nel letto e dormire, nel tentativo di dimenticarsi di quella giornata e di Fede, almeno per qualche ora. Ma da quando si era buttato nel letto, ancora vestito, circa un ora e mezza prima, non era riuscito a chiudere occhio. Troppi pensieri di affollavano la mente, Starà bene? Dove sarà? Tornerà a parlarmi? Lo devo chiamare? O forse é meglio un messaggio? Si dai, adesso gli lascio un messaggio. No, Michael, non ha risposto ai tuoi dodici messaggi che gli hai mandato prima, perché dovrebbe rispondere ora? Lascia che sia lui a farsi sentire, quando se la sente. Non poteva andare avanti così, doveva dormire, aveva bisogno di dormire. Allungò la mano verso il comodino e prese il telefono. L'orologio segnava le 2.47 di mattina.
"Aah! Che palle!" disse ad alta voce, tanto nessuno poteva sentirlo. Doveva far qualcosa per distrarsi.
Si alzò e andò in salotto, si stese sul divano e accese la TV in cerca di un film che gli potesse far da ninna nanna. Altre volte aveva funzionato. La mattina si svegliava un pò dolorante, ma almeno riusciva ad addormentarsi. Finalmente trovò un film, una di quelle commedie romantiche americane che sai già per certo come andrà a finire. Insomma, il film perfetto per dormire. Si sistemò meglio sul divano, si coprì con una coperta, e cercò di concentrarsi sui dialoghi, per evitare che un qualsiasi pensiero gli si formasse in testa. Era una sensazione piacevole, non dover pensare, almeno per un pò. Per quello adorava i film, gli permettevano di staccarsi un pò dalla propria vita, di pensare ai suoi problemi, e concentrarsi su quelli di altri. Si stava per addormentare quando sentí bussare freneticamente alla porta. Si alzò di scatto, il cuore che batteva velocemente nel petto per lo spavento. Si chiese chi diavolo fosse a quell'ora della notte. Un barlume di speranza si insinuò in lui, ma lo scacciò subito. Un pò preoccupato si avvicinò alla porta.
"Chi é?" chiese con la voce roca, da chi si stava per addormentare.
"Mik....Mik, sono io."
Non ci poteva credere. Non era possibile. L'aveva cercato per più di un'ora, in lungo e in largo, e ora quel bastardo stava bussando all sua porta alle tre del mattino?! Si stupì della rabbia che lo assalì. Per un attimo pensò di non aprire. E si vede che Federico percepì la sua incertezza, perché parlò di nuovo.
"Mik...ti prego, aprimi, ti devo parlare." Quella maledetta voce.
Così, un pò contro voglia, aprì la porta. Ed eccolo li Federico, con una mano fra i capelli e il fiatone. Era una scena abbastanza tenera, ma Mika si riprese subito.
"Io no so se voglio parlare con te" gli disse, appena aprì la porta.
"Mik..."
"Ti ho cercato per più di un ora!! Ti sei comportato come uno stronzo, sei scappato, epure sono io che ti ho cercato per tuta milano! Ora mi devi dire dov'eri?!!" disse tutto d'un fiato, cercando con tutte le sue forze di non urlare troppo. Dopotutto erano comunque le tre di mattina, la gente normale dormiva a quell'ora.
"Ero da Ale.." disse, con lo sguardo rivolto verso il basso. Era un sussurro e Mika pensò, anzi sperò, di aver sentito male.
"Come scusa?!"
"Ero da Ale." e questa volta lo disse guardandolo fisso negli occhi. "E si, ero già li quando sei arrivato. E lo so, scusa! Mi dispiace! Ma non avrei saputo cosa dirti, ero ancora incazzato. E dovevo prima sfogarmi con Ale per capire -"
"Capire cosa?" la sua voce era fredda e dura. Era arrabbiato. Molto. Non poteva credere che Federico fosse da Ale, e che si era nascosto in quel modo da lui. Cosa diavolo gli aveva fatto, per comportarsi cosi? Davvero non riusciva a capire. Era scioccato. Federico gli aveva sempre detto tutto, non si era mai arrabbiato così tanto con lui. Anzi, probabilmente loro due nemmeno avevano mai litigato sul serio. C'erano state piccole discussioni, ma che si erano risolte più velocemente di come erano nate. Mai avrebbe pensato che Fedez avesse bisogno di nascondersi da lui.
"Mik," la voce del giovane lo riportò alla realtà. "Posso entrare, ti prego. Voglio spiegarti tutto, ma non qui davanti alla porta."
Lo disse con un tono così dolce e dispiaciuto, che Michael non poté fare altro che spostarsi e lasciarlo entrare. Si chiuse la porta alle spalle e raggiunse Federico sul divano. La TV era ancora accesa, così si allungò a prendere il telecomando e la spense. Poi si sistemò all'angolo del divano, lasciando più spazio possibile tra lui e Fedez. Si era sentito ferito, e il più basso deve averlo intuito perché sospirò e con lo sguardo puntato sul pavimento sussurò: "Mi dispiace."
Mika non voleva delle scuse, voleva delle risposte.
"Lo so, ho capito. Ma voglio spiegazione ora."
"Mh..si okay, certo. Te la meriti." disse ancora con voce incerta.
Federico si sistemò meglio sul divano, e puntò il suo sguardo in quello del più grande. Non era facile da spiegare quello che provava, ma si disse Ora o mai più. E non voleva continuare a vedere quell'espressione delusa e arrabbiata sul volto dell'amico. E anche se probabilmente quello che sta a per dirgli avrebbe rovinato il loro rapporto, doveva farlo. Non poteva continuare così. E forse Mika avrebbe capito, forse non sarebbe successo niente a loro e alla loro amicizia, perché alla fine lui stava con Giulia e quello che aveva provato, e provava per l'altro era solo qualcosa di passeggero, no?
Ma comunque, in un modo o nell'altro, doveva dirglielo. Prese fiato e sempre guardandolo negli occhi, disse le prime parole che gli venivano in mente.
"Provo qualcosa per te."Scusate per il ritardo :p
Spero vi sia piaciuto. Al prossimo capitolo :))
Kisses <3

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Hard To Resist You
FanfictionMidez! Qualcosa non va. E Mika se n'é accorto. Fedez non l'ha guardato per tutta la durata del live. Perché un tale comportamento? Mika doveva sapere. Erano migliori amici dopotutto.