Parte 2_Al telefono

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Su avanti rispondi, pensò. Quei secondi di attesa le apparivano interminabili.

- Non dirmi che stai dormendo - loro due non avevano bisogno di convenevoli.

- Uhmf... Si?

- Marco sono Lara. Gesù, stavi dormendo davvero. Scusami!

- Pronto! Dico... ma lo sai che ore sono?

- Si, Marco scusami, è che non riuscivo a prendere sonno e mi andava di rompere le palle a qualcuno! - disse con aria di finta innocente.

- E giusto me dovevi andare a svegliare?

- No... è che so che sei rientrato e ti volevo salutare. Pensavo di trovarti sveglio nonostante l'ora... tutto qui. Comunque grazie tante, sapevo di poter contare sempre su di te nel momento del bisogno! - esclamò fingendosi offesa.

- Vabbè. Tu sei matta comunque... dammi almeno due secondi per potermi riprendere! Non prendermi sempre così alla lettera... Pronto? Ci sei ancora?

- Si, stronzetto, ero effettivamente tentata di sbatterti il cellu in faccia ma poi ho immaginato la tua faccia da scemo implorante perdono davanti l'uscio della mia porta domani mattina... Una scena insopportabile!

- Noto con piacere che quella gola profonda di mia madre ha cantato! Sì, effettivamente sono tornato in treno stasera. Sì, sono stanco morto e no, domani sappi che non sarei venuto a implorarti perdono. Comunque vai avanti perché non me la bevo che morivi dalla voglia di sentirmi.

- Guarda che potrei anche offendermi perché se non ci fosse stata tua madre a dirmi che eri arrivato io non l'avrei neppure saputo. Se aspetto te, io posso pure morire! Ad ogni modo, che tu ci creda o no, volevo essere la prima a darti il benvenuto. Poi, se vogliamo essere precisi sono le due e quarantatre minuti, caro...

- E sì, questo cambia le cose...

- Senti, facciamo le persone serie. Stavo scrivendo quattro cazzate al computer con la tv accesa...

- Questa sì che è una notizia bomba.

- ... Sintonizzati su Rete4, stanno dando un filmetto mezzo porno! Da non perdere!

- E poi sarei io la persona poco seria!

- Ma guarda che lo dicevo per te...

- Ti ringrazio, ma con questa roba ho chiuso dopo i quattordici anni per tua informazione, quando ho scoperto che era molto più...

- ... Era molto più soddisfacente far da sé!

- Lara... ma spiegami un attimo. Mi rompi le palle a quest'ora, mi sfotti ridicolizzando la mia vita sessuale...

- Vita sessuale, questa poi...

- Ma senti un po' chi parla! A Sora Lara! Tu sì che sei sulla buona strada per intraprendere il cammino della clausura, per di più con il passaggio intermedio della zitellona acida. E anche sonnambula. Bona, quello sì ma una gran rompicoglioni questo è sicuro. Anzi, per rimanere nel tema, cara la mia zitella, esattamente da quanto tempo sei in astinenza? Da tanto, secondo me, a giudicare dal grado di acidità.

- Perché non vai a farti fottere?

- Cos'è? Un invito? No, grazie sei la mia migliore amica, non potrei mai. Ad ogni modo ho centrato il mio bersaglio. Cara la mia polletta, ti conosco fin troppo bene. Sei effettivamente poco ironica, anzi più permalosa del solito. Deve essere successo davvero qualcosa di grave oggi. Ti ascolto - la sua voce aveva preso a farsi fintamente seria, ma Lara conosceva troppo bene quella bocca e non le servivano gli occhi per indovinare che in quel momento si stava atteggiando in un sardonico sorriso da stronzo.

- ...Uhm... il film che pensavo fosse porno era in realtà un film di Fellini... o così almeno credo. Questa è la seconda volta che sento in sottofondo la musica di Fellini...

Ora si incazzerà. S'incazzava sempre quando divagava per non dare peso alle sue battute.

- Lara?

- Ah sì, scusami... mi ero fissata sulle scene del film... Dicevi? Ah, sì... sì, scusami... ah, il film era Amarcord! Porca! Fellini si starà rivoltando nella tomba quando ha sentito che apostrofavo il suo film porno!

- Ok, ho capito. È stato un piacere, ti ringrazio della telefonata ma ora se non ti dispiace, dopo essermi sparato quattro ore di treno, avrei tanto sonno. Torno ai miei sogni eccitanti. 'Notte!

- Marco? Marco!

Riattaccato. Questo ragazzo è davvero un bastardo. Richiamarlo sarebbe stato inutile. Le avrebbe chiuso di nuovo il telefono in faccia se non aveva già messo "il silenzioso". Lara ammise con se stessa di non essere stata per niente un granché "discorsiva", come diceva solitamente lui, ma in genere non lo era quasi mai.

Lei stessa diceva sempre di sé che con le parole faceva pena, ascoltare le riusciva molto meglio.

In realtà, Lara era cosciente di avere il terribile limite di non riuscire a esprimere appieno le proprie vere emozioni. Poi specialmente al telefono. Ma quella sera le bastava solo la certezza che lui fosse finalmente lì. Nient'altro. Ma questo mai e poi mai glielo avrebbe detto in faccia. E comunque non ce n'era bisogno perché tanto lui lo sapeva già. Solo Marco era capace di leggere i suoi stati d'animo così mutevoli e alterni nonostante i suoi giorni sempre uguali.

Lara ventisei anni. Marco ventotto anni. Per due anni bocciato alle scuole elementari e costretto a ripetere per la seconda volta la terza elementare sezione A anno 1992, che quell'anno era anche la sua classe, appunto.

Ricordava come se fosse ieri il loro primo incontro. Che non fu certo amore a prima vista, anzi. Lei era stata costretta a cedergli, non senza una certa reticenza, l'unico posto libero di un'aula di quindici femmine e dieci maschi. Così era composta la sua classe prima che arrivasse quel bambino a rivoluzionare il suo mondo. Le risultò antipatico sin da subito. Lara adorava quel quindici perché fino ad allora le aveva regalato giorni tranquilli in un banco che mai e poi mai, prima di allora, aveva accettato di dividere con qualche compagna isterica. Poi, un bel giorno, la signora Sandra, la loro ultrasettantenne maestra di matematica, decise di interrompere quella sua egoistica beatitudine quando, presentando alla classe il nuovo arrivato, un bambino timido e imbronciato, stabilì con un sorriso soddisfatto che Lara e Marco sarebbero diventati compagni di banco.

Lei passava i giorni a non rivolgergli la parola, guardandolo di sottecchi, cercando di sbirciarne i movimenti e indovinarne i pensieri quando erano alle prese con la soluzione di un problema difficile. Ma lui non le chiedeva mai nulla, non lo sfiorava minimamente il fatto che la compagna fosse la prima della classe . Lui e quel suo odioso ciuffo ribelle perpendicolare rispetto alla punta di un naso vagamente femminile, ma armonico su quel viso. E comunque quella situazione, tutto sommato, le stava anche bene perché le risparmiava gli inutili convenevoli della vicinanza forzata anche se, più il tempo passava, più Lara fu costretta ad ammettere quanto fosse fastidiosa la consapevolezza che il non voler avere nulla a che fare con l'altro fosse in realtà un pensiero reciprocamente condiviso.

Fino a quando non accadde l'inaspettato.

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