Polo dionisiaco che prendeva il sopravvento su quello apollineo reclamando il suo diritto ad essere ascoltato.
Ma come mi sono potuto ridurre in questo modo? Non poté fare a meno di domandarsi, vergognandosi di se stesso.
Solo ora ti rendi conto che per tutto questo tempo il tuo è stato solo un teatrino?
Ad ogni modo fare semplice outing in quel momento non gli sarebbe servito a molto.
Era già abbastanza umiliante per lui il dover accettare che tutti gli sforzi fatti fino a quel giorno non fossero serviti a niente.
Evidentemente non era stato sufficiente l'aver ammesso con se stesso di essere stato colpito e affondato.
Non riusciva neppure a immaginare cos'altro sarebbe stato costretto a sopportare per espiare mesi e mesi passati a fingere di non provare più niente, per essersi a un certo punto addirittura boriosamente compiaciuto del proprio atteggiamento indifferente.
E poi essergli bastato un solo istante, vederla con un altro, per sentirsi un uomo da niente.
Ma Davide non sapeva esattamente cosa fare.
Sapeva che doveva a tutti i costi trovare un compromesso con se stesso e tornare in aula a terminare quella sessione d'esami.
Sapeva che lo show doveva andare avanti seguendo questa volta una scaletta diversa.
Ed era già tanto.
Facendo un immane sforzo per rialzarsi, cercò di ricomporsi alla bell'e meglio.
Ma anche se i bei capelli boccoluti si erano leggermente asciugati, per il resto guardandosi allo specchio si accorse di essere un disastro: aveva la faccia ancora stravolta, la cravatta allentata, e la camicia sgualcita e mezzo sbottonata era uscita completamente fuori dai pantaloni.
Avrebbe anche potuto dare la colpa al brutto mal di testa che lo aveva colto di sorpresa, ma in quello stato sembrava che avesse fatto a botte e gliene avessero date di santa ragione.
Per fortuna il vestito non si era stropicciato più di tanto.
Almeno quello.
Poteva essere un buon punto di partenza per provare a ricomporre i pezzi, si disse rincuorandosi, e tornare ed affrontare la sua personale sfida.
Quando la porta dell'Aula Magna si chiuse alle sue spalle in un grande tonfo, tutti gli occhi dei presenti si voltarono verso la sagoma del professore con i capelli umidi che avanzava deciso per riguadagnare la cattedra.
Davide sentiva su di sé gli sguardi interrogativi e il vociferio di quella moltitudine di persone.
Ma non se ne curò, non gliene importava più così tanto.
Non gliene era mai veramente importato, in fondo, si ricordò.
Raggiunse i suoi assistenti che nel frattempo stavano esaminando l'ennesima corsista. Mauro e Serena lo guardarono interrogativi ma il professore rivolse loro un sorriso calmo e rassicurante e i due ragazzi, finalmente tranquillizzati, annuirono comprendendo che, qualunque cosa fosse successa, il peggio doveva essere passato.
L'uomo diede una rapida occhiata all'elenco degli interrogati. Erano già arrivati alla lettera "D". E dopo due turni arrivò finalmente anche il suo.
- De Angelis! - chiamò Serena con la sua solita voce squillante.
Eccola che arriva, pensò.
Il suo accompagnatore, o fidanzato, o chiunque egli fosse, era sempre in fondo alla sala e la osservava nervoso.
- Lascia, Serena. Posso continuare io, adesso.
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All'infuori di me
Fiksi UmumLa vita di Lara, ventiseienne studentessa fuoricorso e perditempo come lei stessa si definisce, è segnata indelebilmente già dal suo venire al mondo. Divisa tra il bisogno di essere accettata, che la spinge ad essere chi non è, e il desiderio di rit...