Parte 22_Specchi

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Mi trovo in una stanza bella ed elegante con le pareti rosa. Sono sola, in piedi. Davanti a me una grande specchiera circondata da calde luci, come quelle che si trovano nei camerini degli attori di teatro. La stanza per il resto è avvolta da una semioscurità. Indosso un vestito lungo, di colore rosso rubino e lunghi guanti di velluto, della stessa tonalità. Sono molto elegante e mi sto truccando con gesti lenti e sicuri, cosa alquanto insolita, per me. A un tratto guardo nel riflesso dello specchio l'orologio a pendolo che si trova appeso alla parete alle mie spalle. Sono in ritardo, devo fare in fretta. Qualcuno verrà a prendermi, ma non riesco a ricordare con chi abbia preso appuntamento. So solo che quasi non mi riconosco in quella immagine riflessa di donna così sicura di sé. Ma per una volta va bene così. Sto finendo di darmi l'ultimo tocco di rossetto sulle labbra, il mio sguardo cade sulla mano, quella con cui mi sto truccando. Il guanto che avevo prima adesso non c'è più. Strano. Mi guardo meglio e anche il vestito rosso non c'è più, è sparito. Perché ora indosso una camicia da notte biancastra e lurida e i miei piedi scalzi sono sporchi di vomito? Non so cosa mi stia succedendo. Sono inorridita e ho paura. Allora cerco conferma nello specchio ma davanti a me, nella mia immagine riflessa, c'è Adriana. Deve essere uno scherzo. Alzo il braccio e lei fa la stessa cosa. Alzo l'altro. Idem. C'è qualcosa che non quadra, non capisco perché lei adesso indossi il mio bellissimo vestito rosso mentre io sono sporca. Indosso una lurida camicia da notte, ho perso i guanti e non sono pronta. Allora riprendo in mano il rossetto e mi avvicino di più allo specchio. Incurante di tutto ricomincio a passarmelo sulle labbra. Perché ho fretta, devo andare via anche se non so con chi né dove. La mia immagine, o Adriana o chiunque essa sia, sta cercando di attirare la mia attenzione, ma io non ho tempo da perdere. Ora mi importa solo che le mie labbra siano ancora più rosse. Ma lei sbatte i pugni contro lo specchio, mi chiama. Sta gridando il mio nome ma io non l'ascolto. Io devo sbrigarmi. So che ho un appuntamento ma proprio non ricordo con chi e non mi importa. Lei cerca disperatamente di gridare ma dalla sua bocca non viene fuori alcun suono.

- Lara! Lara, svegliati. Siamo arrivati – il padre la stava scuotendo leggermente.

Erano giunti a destinazione.

La ragazza aprì gli occhi con un terribile male al collo e si ritrovò con la testa scompostamente appoggiata al finestrino dell'auto. Si era addormentata durante il tragitto. Si massaggiò la parte indolenzita accorgendosi che aveva un pessimo alito e la bocca impastata, ma l'acqua che aveva portato con sé in borsa era finita e così pure le gomme da masticare.

Raffaele intanto era sceso dall'auto e aveva aperto lo sportello del sedile posteriore per recuperare il suo soprabito e la sua ventiquattrore.

Erano arrivati per davvero.

Stirò le braccia e poi anche lei scese dall'auto, incerta sul da farsi e in attesa che il padre le desse degli input. Ma lui aveva tirato dritto senza neppure aspettarla e si trovava già davanti l'ingresso principale dell'azienda, quello dal quale si accedeva per raggiungere gli uffici direzionali e l'area amministrativa. La facciata di quel posto non era terribile come si era immaginata, pensò.

Essendosi persa metà del tragitto per colpa del sonno, la ragazza non aveva la benché minima idea di quale strada avessero fatto per arrivare lì e dove esattamente si trovasse quel posto rispetto al centro di Bologna. 

Di primo acchito, le sembrava che fosse ubicato in un'area industriale molto fertile, a giudicare dalla quantità di aziende che vi gravitavano intorno. La ditta in questione sembrava piuttosto grande, sia per dimensione che per numero di macchine parcheggiate nella zona riservata ai dipendenti.

Inutile dire che non era per nulla entusiasta e che quella osservazione non le procurasse alcun sollievo ma il suo orgoglio aveva preso evidentemente il sopravvento perché si costrinse a non lasciare trapelare alcuna emozione.

All'infuori di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora