Parte 30_Foglio di carta

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Non so neanche io come iniziare queste brevi righe che da un po' di tempo desideravo scriverti. Non chiedermi come ho trovato la forza di farlo ma, quando la tua vita è appesa a un filo, ti accorgi di quanto effimero sia tutto il resto.

Specialmente l'orgoglio.

Voglio che tu sappia che chi ti scrive in questo momento non è la donna tradita e ferita nell'amor proprio.
No, Adriana, chi ti sta scrivendo adesso è una donna disperata, a cui non importa più nulla di se stessa e che ha solo a cuore le persone a cui tiene.

So che sarai in preda allo sgomento mentre starai leggendo queste mie parole.

Penso di conoscerti molto più di quanto tu creda.

Ho saputo del vostro amore senza avere bisogno di seguirvi, di indagare.

Ti sembrerò supponente, ma mi è bastato guardarlo negli occhi.

Chissà, forse sarà stata la malattia ad avermi reso più sensibile o forse la paura di perdere per sempre chi si ama. O entrambe le cose.

Ma voglio che tu sappia che non ti sto incolpando di nulla. Ho scelto io di perdere per sempre Raffaele nel momento stesso in cui ho deciso di salvare nostra figlia.

Ed è stata la prima volta in cui l'ho visto piangere. Solo che allora non ero in grado di comprendere appieno il suo terrore.

Perché mentre io avevo la promessa di una vita oltre la mia, a lui invece avevo tolto tutto.

E poi sei arrivata tu e ho capito che quella luce nuova che un giorno ho visto nei suoi occhi era la speranza di un domani che solo l'amore vero può dare.

So che tu vuoi sapere se io ti odio.

Ma come potrei odiare la donna che ha salvato il mio uomo dalla disperazione?

La donna che gli ha ridato un motivo per vivere mentre stava per perdere tutto?

Non provare vergogna. Non ci si può vergognare dell'amore.

Sappi che io non ti giudico e non ti ho mai giudicata perché anche tu, come me, hai agito in nome della stessa forza, dirompente e incontrollabile.

Ma non siamo delle eroine, Adriana.

Siamo due donne sole, che soffrono, tu ed io, e hanno paura.

Ed io, adesso, ne ho tanta.

Paura per me, per le persone che amo, per la bambina che porto nel mio grembo.

Paura perché sono impotente, perché so che non potrò vedere il suo faccino quando nascerà.

Paura perché non potrò sentirmi chiamare mamma, perché non ci sarò quando spunterà il suo primo dentino, perché non potrò accompagnarla mano nella mano il primo giorno di scuola o ascoltare le sue confidenze quando incontrerà per la prima volta l'amore che le farà battere il cuore e la farà piangere.

Ma l'insieme di tutto quello che adesso provo è qualcosa che non ha un nome e che ti toglie il respiro.

E allora ti chiederai perché ti sto scrivendo.

Sappi che non lo sto facendo per alleviare né a te né a me sofferenze che è impossibile alleviare.

Non ti sto scrivendo per condividere un dolore che non può essere condiviso.

Anche se so che puoi comprenderlo.

Non lo sto facendo per affliggerti con ciò che provo.

Ti sto scrivendo tutto questo perché ho disperatamente bisogno di te.

So che ti sembrerà assurdo.

Forse potrà sembrarti paradossale ma tu sei l'unica persona che è in grado di aiutarmi a dare un senso a quello che sto facendo.

Adriana, io ti sto implorando di essere per la mia bambina la mamma che non potrà mai conoscere.

E per Raffaele quella compagna che forse io non sono mai stata capace di essere.

Il mio cuore mi dice che lo farai. Il giorno in cui ti sentirai pronta, so che lo farai.

E che avrai cura di loro.

Grazie, Carla.

- Madame! Madame! Oh my God! Mr Figurelli, please! Hurry up! Oh my God! - la segretaria dello studio di Davide gridava in preda al panico.

L'architetto si trovava riversa per terra priva di sensi.

- Adriana! Adriana svegliati! - Davide, subito accorso, si era buttato prontamente a terra cercando di darle dei leggeri schiaffi sul viso nel tentativo di farle riprendere i sensi - Ma cosa e successo?

- Io non lo so, non capisco! L'avevo lasciata qualche minuto prima che stava leggendo un foglio di carta. Era lì, in piedi - gli disse indicando con il dito tremante un punto vicino alla scrivania di Adriana - e poi quando mi sono girata l'ho trovata per terra! Oh mio Dio, Dott. Figurelli, la prego faccia qualcosa! Presto!

All'infuori di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora