Parte 23_Tutto ha un prezzo

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Adriana era stata male tutto il pomeriggio. Il suo però non era un dolore fisico definito e individuabile, si trattava di qualcosa di più profondo che la penetrava fin dentro l'anima.

Aveva notato cambiamenti repentini del suo umore già da qualche giorno. Momenti di serenità apparente alternati ad altri di profonda depressione e fastidioso malcontento.

Ma di tutto questo non era riuscita a parlare con Raffaele, anche perché da più di una settimana lo sentiva solo al telefono e tutte le volte l'argomento finiva sempre per cadere sullo stato di salute di Carla, che stava vivendo delle fasi di continuo e graduale peggioramento.
Le preoccupazioni dell'uomo in quel periodo erano per la bambina e per la madre, come era normale che fosse, ed era perciò del tutto comprensibile che i loro incontri si fossero dapprima diradati e poi interrotti.

Adriana avrebbe voluto fare qualcosa per lui, anche solo potergli stare vicino, ma si rendeva conto che in quel caso sarebbe stata solo di intralcio, circondato com'era l'uomo dai familiari suoi e di Carla.

Non le restava altro che assistere da lontano all'evolversi e al susseguirsi degli eventi.

E questo la faceva impazzire.

La faceva stare male non poter essere di nessun sostegno, ed ancora più dolorosa era la sensazione di sentirsi solo come un terzo incomodo nella vita del proprio uomo.

Il proprio uomo.

C'erano sere in cui la tormentava la consapevolezza di non essere stata in grado di costruirsi una vita propria con qualcuno che fosse solo suo e con il quale costruire un progetto di vita insieme che potesse includere anche un figlio o una figlia. Invece si era innamorata alla follia del promesso sposo di un'altra e a lei non era rimasto altro che stare a guardare.

Ma mai avrebbe voluto che il prezzo da pagare per l'inizio di una loro relazione alla luce del sole potesse essere la morte di Carla e, quando Raffaele per la prima volta le aveva parlato seriamente e nei dettagli della sua malattia e dei rischi ai quali si era esposta, aveva cominciato a desiderare di sparire dalla sua vita.

Divisa tra l'amore verso quell'uomo e il riaccendersi del senso di colpa verso la donna.

Non avrebbe mai potuto costruire il proprio futuro sentimentale sul dolore di qualcun altro, si era detta.

Ma in qualche modo però stava accadendo e lei non era stata capace di evitarlo.

E già questo bastava per farla sentire ogni giorno dalla parte del torto e la relegava nel ruolo dell'amante cattiva.
Non aveva mai osato chiedere a Raffaele cosa ne sarebbe stato di loro, non ne aveva mai parlato lui e non aveva mai voluto affrontare l'argomento lei.

Fino a quel giorno avevano vissuto solo del e per il presente e aveva cercato di farselo bastare.

Il domani era un problema che non li riguardava e che per alcuni mesi Adriana non si era mai voluto porre.

Fino ad allora.

Fino a quando ricevette la notizia da Raffaele che il matrimonio con Carla era stato procrastinato a una data non meglio definita a causa delle condizioni di salute della donna.

La sua preoccupazione primaria, le aveva detto l'uomo, era cercare adesso di proteggere lei e la bambina che oramai stava per nascere.

Come se avesse avuto un qualunque minimo potere di farlo, avrebbe voluto dirgli.

Mancavano circa due mesi a quell'evento e nessuno sapeva se il corpo di Carla sarebbe stato in grado di sopportare un delicato intervento chirurgico al cervello subito dopo aver dato alla luce la piccola.

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