Parte 7_Raffaele

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Non che di occasioni non ne avesse avute, anzi: fisico aitante e stile involontariamente dandy che gli dava un che di ricercato e sofisticato, Raffaele era senza alcun dubbio un uomo attraente che non aveva mai avuto bisogno di mostrare il portafogli a una donna per convincerla a trascorrere una notte intera nel proprio letto. Quando poi si veniva a sapere che oltre ad essere un uomo interessante era anche ricco, improvvisamente compariva subito dopo un impellente desiderio di trasformare quella che doveva essere solo una divertente avventura in qualcosa di molto più duraturo.

Il lavoro gli aveva permesso di girare il mondo ancora molto giovane e questo comportava giorni lontano da casa. Non di rado, quindi, gli appuntamenti a cena erano occasioni per fare nuovi incontri e talvolta conoscere donne avvenenti.

Di potere o, semplicemente, di contorno.

Il padre ci aveva visto molto lontano quando lo aveva voluto in azienda e il suo fiuto non aveva sbagliato quando aveva intuito che a quel figlio spigliato e particolarmente sveglio avrebbe potuto affidare serenamente il timone dell'azienda, un giorno. Era per questa ragione che Pietro aveva insistito con la moglie affinché il piccolo Raffaele non proseguisse l'università e cominciasse a farsi le ossa, partendo dal livello più basso.

E Raffaele non deluse le aspettative di nessuno, dimostrando la giusta dose di umiltà ad apprendere e quella scaltrezza necessaria negli affari.

Di donne più belle di Carla, anche quando erano fidanzati, ne aveva incontrato ma per loro non c'era stato altro che mera ammirazione. Si sarebbe potuta definire una distaccata constatazione oggettiva del bello senza esserne emotivamente o fisicamente coinvolto. Come quando ci si trovava ad ammirare un'opera d'arte, così erano "le altre donne" per Raffaele. Altro da Carla, nulla di più. Era, quindi, piuttosto comprensibile quel momentaneo senso di smarrimento e di annegamento per colpa di pensieri che senza alcuna apparente spiegazione si materializzavano nella sua mente senza che lui avesse alcun controllo.

Bene, Adriana, è stato un piacere conoscerla. Deve scusarci ma purtroppo dobbiamo andare. Stava per pronunciare queste formalità quando Adriana lo precedette.

- Bene, Raffaele, è stato un piacere conoscerla. Dovete scusarmi ma ho un appuntamento tra mezz'ora e con questa pioggia se non scappo rischierò di arrivare in ritardo - disse mentre dava uno sguardo distratto all'orologio - Carla, io e te ci sentiamo domani così rivediamo alcuni piccoli dettagli. Vi auguro una buona serata.

Adriana baciò sulla guancia Carla e salutò l'uomo stringendogli di nuovo la mano. Adesso anche la sua gli parve calda. Fu una stretta lieve e sfuggente questa volta, quasi a voler evitare ogni contatto fisico.
Ma doveva essere solo un altro brutto tiro che la mente aveva deciso di giocargli quello strano giorno.

La loro serata, che Raffaele aveva voluto organizzare a tutti i costi, sarebbe stata perfetta se solo lui non fosse stato così distratto.

Gli risultava alquanto faticoso concentrarsi sui discorsi e per quanto cercasse di sforzarsi non riusciva che a cogliere se non parole sparse qua e là, incapace di seguirne il senso.
Ma fu fortunato, comunque, perché Carla non sembrò avere alcun sospetto. O, se non altro, non lo diede a vedere.

La donna invece era entusiasta di tutto quella sera: del cibo, del vino, del profumatissimo bouquet di fiori al centro della tavola.

Del futuro che li attendeva insieme. Non aveva occhi che per lui.

Era indubbiamente bellissima e questo in qualche modo non faceva che acuire i suoi sensi di colpa per quegli attimi di smarrimento.
Ma erano solo attimi, si ripeté.

- Aspetto un bimbo - gli disse a un tratto e per poco l'uomo non si ustionò con il piatto da portata dal quale si stava servendo.

Le calde e succulente costolette di agnello lo fissavano inorridite, partecipi di quel suo stato di sgomento.

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