Parte 33_"Arancia Meccanica"

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- Sai, credo finalmente di aver deciso cosa fare della mia vita!

Dalla finestra semiaperta, la bianca tenda di lino lasciava filtrare il tenue tepore della primavera inoltrata. Sdraiato sul letto dell'amica, in sottofondo Philadelphia di Neil Young, Marco scarabocchiava alcuni pensieri sul diario di Lara, dopo che lei gli aveva ripetuto fino allo sfinimento di scriverle qualcosa che poi un giorno avrebbe potuto rileggere e che le ricordasse quel periodo della loro vita. 

La data degli esami di maturità si avvicinava inesorabilmente e con essa anche la fine di un capitolo e l'inizio di uno nuovo e pieno di incognite.

- Ah si?

Quella notizia, detta così a bruciapelo, era rimasta nell'aria e ruotava fastidiosa intorno alla sua testa come una mosca inferocita.

Il tono della sua voce le suonava strano. In effetti, se ci pensava bene, erano giorni che lo vedeva pensieroso, quasi assente. 

Non aveva belle sensazioni al riguardo ma cercò di non darlo a vedere continuando, come se niente fosse, a scrivere al computer alcuni appunti da aggiungere alla bozza della sua tesina. Dandogli la schiena.

- E cosa avresti deciso? Sentiamo un po' cosa passa in quella testa malata!

- Ma niente... Alla fine credo che la cosa migliore sia quella di iscrivermi alla facoltà di Scienze della Comunicazione a Bologna.

Dillo, pensò allora lei con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, avanti, ti basta solo aggiungere un semplice 'Mi piacerebbe che anche tu venissi con me. Ci sono tante altre facoltà, lì'. Dillo che anche tu sei convinto che non avrebbe alcun senso separarci!

Niente. Dall'altra parte sembrava essersi alzata una barriera invalicabile.

- Mio Dio! Ma che scelta del cazzo è? – rispose lei, fingendosi beffardamente stupita quando invece, dentro, il mondo le stava crollando addosso. Non può essere, pensò. Magari la sua è solo una presa di posizione. Avrà litigato come al suo solito con il padre, ne sono certa, si ripeté cercando di rincuorarsi.   

E roteando platealmente la sedia girevole verso l'amico aggiunse – Allora mi immagino già la tua festa di laurea! Tu con la barba e i capelli bianchi insieme ad altri attempati come te! Che allegria! Ma che cavolo c'entri tu con quel corso di laurea?

- Smettila di prendermi per il culo! Te l'ho detto - esclamò serio - oramai ho scelto. Andrò a Bologna.

Marco si era fatto stranamente cupo e per un attimo era caduto un silenzio imbarazzante nella stanza.

- Le canne ti fanno male. Te l'ho sempre detto!

- E questo che c'entra?

- Dici troppe stronzate... dai non prendermi per scema!

- Ma che cazzo dici tu? Chi ti prende per scema. Tò, vuoi un tiro? -  le chiese porgendole uno spinello che aveva preparato a casa sua prima di andare a trovarla.

Lara aspirò avidamente una boccata. Quella roba comunque non le era mai piaciuta, la rincoglioniva troppo.

- Quindi hai scelto veramente? – cercò di mantenere un tono distaccato mentre gli rifaceva la domanda ma dentro si sé serbava ancora qualche flebile speranza. Magari si era sbagliata, magari davvero la stava prendendo solo in giro.

- Sì. Tra tutte le ipotesi è questa la scelta più giusta, Lara. Anche mio padre è d'accordo. Lui vuole che rimanga vicino casa. Ma ora basta, per favore, non voglio più parlare di questa storia - la sua voce non ammetteva repliche mentre faceva l'ultimo tiro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2016 ⏰

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