-Ei sono Den:) Quello sfigato di 5'D mi ha dato il tuo numero lol xx
-Heyy Den non sapevo andassi a scuola
-Infatti non ci vado, ma prima si e quello era un mio compagno di classe
-Mi piacerebbe sapere qualche cosa su dite, sempre che ti vada bene
-Ho bei ricordi, a sedici anni ho avuto giorni migliori. Giorni in cui mi sentivo viva e non vedevamo l'ora di uscire*
-Vedevamo?
-Si, io e Mikey
-Non c'è stata solo una semplice amicizia fra voi
-È una domanda?
-Lo amavi?
-...

Den non era ancora pronta per parlarne e forse dovevo solo lasciarla riflettere, dopo tutto col tempo si stava sfogando sempre di più con me e questo mi faceva piacere. Io non so se mai racconterò a qualcuno ciò che ho passato durante l'infanzia, sono stati momenti troppo difficili anche solo da ricordare.

Era un normale sabato sera soleggiato in australia. Si stavano avvicinando le vacanze di Natale ma io di certo non ero in vena di festaggiarlo come avrei dovuto. Lo spirito natalizio doveva esserselo portato tutto via mamma nella sua grande valigia grigia, oppure era rimasto nel fondo delle bottiglie di birra di papà. Neanche Michael sembrava entusiasto delle festività imminenti. Non sapevo neanche se avesse già saputo di Den e se saperlo potesse renderlo meno triste o potrebbe peggiorare le cose. Io mi trovavo ancora in camera mia, se così potevo definirla, Michael non c'era, era uscito con Calum.

Calum.

Mi dava un certo fastidio sentire quel nome ma ne ero ormai ossessionata. Iniziai a mettere in pratica le mie doti da stalker, ero comunque una fangirl, stalkerare la gente è come un mestiere.
Iniziai perquisendo il suo profilo, pubblico fortunatamente, di facebook. Come foto del profilo aveva una sua foto, scattata da Luke che a quel tempo non aveva la barba e il suo ciuffo era più alto. Accanto al biondo Calum, che indossava i suoi skinny neri e una camicia grigia, stava fumando e il suo ciuffo era più chiaro. Dietro di loro si potevano riconoscere Michael, con i capelli blu, e Ashton. Come immagine di copertina invece aveva la foto di un basso sicuramente suo, nero e con dipinta una X rossa. Apparentemente sembrava una normalissima persona, ma più scavavo nella sua quotidianità e più mi accorgevo di quanto fosse particolare. Molto spesso scriveva frasi di qualche canzone oppure dei post senza senso. Le cose che invece mi fecero sorridere, furono i numerosi post su cuccioli di cani. Doveva proprio amarli. Nelle foto era sempre in compagnia delle solite persone: Ash, Mike, Luke e qualche volte alcune ragazze. Riconobbi Skye e le inviai la richiesta d'amicizia. Di Calum non colpisce solo la bellezza o il suo fisico, è proprio il suo modo di essere talmente particolare da non poter essere descritto. Mi sentivo davvero una stupida nel frugare il profilo di Cal, lo cercai anche su instagram ma aveva il profilo privato, bastardo.

Mentre ero ancora distesa sul letto col portatile sulle gambe mi arrivò una chiamata di Ashton
-Ei Irwin-
-Ei Clifford al femminile- risi leggermente, non assomigliavo per niente a Michael.
-Oggi è sabato-
-A quanto pare-
-Cretina intendevo che oggi devo lavorare al locale quindi puoi uscire con me, Luke e Skye- beh se per 'lavorare' intendeva spacciare allora certo, come ogni sabato.
-Mh okay-  Avevo bisogno di svagarmi un po'
-Passo io, a dopo-

Chiusi la chiamata con mille dubbi. Quando dovrei essere più decisa penso sempre troppo, mentre quando dovrei rifletterci su sono troppo avventata. E se nel locale ci fossero troppe persone? E se mi sentissi male? Ormai vivevo con una delle peggiori coinquiline: l'ansia.

Ero nel panico più totale perchè erano già le otto e io non sapevo ancora cosa mettermi. Non soni mai stata una tipa da discoteca e le poche volte che ci sono andata non mi sono mai sentita a mio agio e ho sempre fatto qualche cazzata. La notte in cui incontrai James ero in discoteca, per esempio. Alla fine optai per un vestitino nero, l'unico colore che indossassi. Dopo una doccia relativamente veloce lasciai cadere lo sguardo nello specchio. Odiavo guardarmi. Odio osservare ciò che non mi piace. E io odiavo tutto di me, sarò forse viziata ma è così. Non mi volevo più bella o più magra, accettavo ciò che ho perchè non puoi farci nulla. Quella è la tua faccia. Quello è il tuo corpo. L'anellino nero al labro, molto simile a quello di Luke, era l'unica cosa di decente che mi vedevo. I miei capelli castani che probabilmente hanno una vita propria non riuscivo a sistemarli in alcun modo. Mi vedevo troppo madra nelle braccia ma troppo grassa nei fianchi. Vedevo dei tratti che non volevo e ora che non avevo nemmeno James, l'unico che mi trovasse accettabile, non aveva senso convincersi di valere anche solo un po'.

Per fortuna arrivò il clacson di Ashton che mi riportò alla realtà. In macchina mi accolsero tutti amichevolmente, anche Skye. Ashton era alla guida ed era per una volta serio, lui aveva delle cose importanti a cui pensare.
-Passiamo un attimo al Buco.- annunciò Luke e tutti annuirono.

Una volta lì scesi anch'io dalla macchina. Forse perchè volevo rincontrare gli occhi di Calum, quelli che a casa di Ashton mi avevano guardata odiandomi. Quelli che nascondevano molto di più che i miei. Quelli che sono così semplici eppure ti conquistano.

Nello stanzino della segreteria trovai però Kevin, aveva legato i capelli in un piccolo codino e appena mi vide mi accolse con il suo sorriso. Presi posto davanti alla scrivania e iniziai a gioccherellare con un foglietto di carta mentre aspettavo Ashton.

-Sei brava con le scartofie?- alzai lo sguardo verso Kevin seduto davanti a me.
-Credo di si.-  Prima mi occupavo io della gestione della casa, controllavo le bollette e facevo i conti per andare avanti, se avessi fatto affidamento su mio padre saremmo finiti sul lastrico.
-Sai cosa facciamo qui?-  annuii. -Esatto. Sai troppo. Ma sei amica dei ragazzi che lavorano per me e quindi potresti dar loro una mano con il lavoro e non avresti problemi.-
-Io non vado a spacciare.-
-Ovvio, non intendevo quello. Non affiderei mai la roba a te ma potresti occuparti della società calcistica, tutto in regola. Ci stai?-  Non che avessi molta scelta ma accettai. In fondo non avevo nulla da perdere.

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-Lo sapevo.- Ashton continuava a lamentarsi -Non dovevo farti entrare in questo giro-
-Ash smettila di lamentarti e goditi la serata.-  Io che dico a qualcuno 'goditi la serata'? Dovevo essere proprio fuori di testa.

Il locale era ovviamente uno di quei pub squallidi nella periferia di Sidney, simile a quello dove lavoravo io. Le puttane che lo popolavano non facevano che strusciarsi sui ragazzi e non era per me quel tipo di passa tempo. Mi dissociai dagli altri che invece sembravano divertirsi e iniziai a bere.
Un drink, un altro e un altro ancora fino a quando persi il conto. Per diciotto anni ho dovuto sopportare il fastidioso odore dell'alcol, la visione di decine di bottiglie di birra vuote e un padre che vive solo per ubriacarsi. Mi facevo schifo da sola. Iniziai a vedere male e a non capire ciò che succedeva. Intorno a me diventava tutto sfocato e le luci blu del locale peggioravano la situazione. Uscìi da quell'inferno ed ebbi anche la buona idea di confondermi ancora di più le idee accendendomi una sigaretta. Non so come e per quale ragione ma arrivai a casa e davanti all'ingresso vidi chi non avrei mai più voluto vedere.

Un uomo con la giacca grigia e dei jeans consumati. Un uomo con i miei stessi occhi. Mio padre.

Vidi la figura di Tom, quello che non so se si possa considerare padre, avvicinarsi a me. Continuava a parlare, parlare ma io sapevo solo piangere e non capivo. Probabilmente si stancò di cercare di comunicare con me e si allontanò. Forse per una volta capì come mi sentivo quando gli parlavo e lui era troppo ubriaco per ascoltarmi. Un'altra persona però si avvicinò, non poteva essere mio padre però perchè era molto più alto di me e profumava di tabacco e menta.

Calum.

Mi aiutò ad alzarmi e solo in quel momento mi accorsi di essere seduta sul marciapiede. Entrammo in macchina poi non ricordo, mi addormentai e mi ritrovai in quella casa. Casa di Ash e Calum. Seguìi Cal fino alla sua stanza e presi dalle sue mani una maglia dei Sleeping With Sirens. Poi andai a cambiarmi nel bagno sotto indicazione di Calum. Lui non parlava, sembrava essere calmissimo e mi ricordò quando giocava a calcio. Calum era uno di poche parole, non diceva molto e quando parlava poteva averci pensato per ore. In compenso i suoi gesti e le espressioni del suo volto comunicavano più di quanto lui volesse.
Ormai distrutta mi distesi sul suo letto ma prima di addormentarmi guardai Calum che si era sdraiato su una coperta ai piedi del letto. Era così bello anche addormentato, sembrava finalmente in pace con se stesso.

*"a sedici anni ho avuto giorni migliori. Giorni in cui mi sentivo viva e non vedevamo l'ora di uscire" Frase tratta dalla canzone Adam's song dei Blink-182:

     16 just held such better days          

Days when I still felt alive           
We couldn't wait to get outside
The world was wide, too late to try
The tour was over, we survived         
I couldn't wait 'til I got home   
To pass the time in my room alone 

 

Invisible.|Calum Hood.|5 Seconds Of SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora