Maybe it's not my weekend
But it's gonna be my year
And I've been going crazy
I'm stuck in here
-Weightless, All Time Low

Mi svegliai con impresso il suo viso.

Ormai mi ossessionava.

Indossavo la sua maglia, quella che mi aveva dato durante la notte a casa sua. È strano come indossando quella semplice t-shirt mi sentissi protetta: dava la sensazione di averlo fra le braccia.

Immaginai il suo volto accanto al mio e le punte dei suoi capelli fra le mie dita.

Natale.

Fu il Natale più brutto e allo stesso tempo bello della mia vita. Come Calum. Può essere considerato cattivo, ma sa avere un grande cuore. La sue braccia possono trasmettere timore a chi le osserva, eppure sono un luogo sicuro in cui ripararsi.

Lui era la mia casa e il mio memico. La gioia e il dolore. L'amore e la tristezza. La rovina per la mia mente, ma sangue per la mia anima.

E forse io e Calum non eravamo poi così diversi. In certi momenti potevamo apparire come il giorno e la notte, però poi ci scambiavamo i ruoli: l'inquietudine di Calum diventava la mia e lui si prendeva tutto ciò che rimaneva della mia sicurezza.

Quel ragazzo dalla pelle ambrata mi attirava. Attirava come una cosa proibita, sai che non dovresti essere curiosa ma non riesci a trattenere la tua meraviglia.

Lui per me era come un tiro da una sigaretta, il posto proibito, lo sbaglio da non dover provare.

Ricordai ancora tutte quelle esperienze. Vissi ignara della vita fino ai 15 anni. Parlo della vita vera, quella fatta di avventure ed emozioni. Quella che veramente ti porta a vivere.
Ecco, fino ai 15 anni non sapevo che significava vivere. Poi si sa, arriva una persona che manda a fanculo la tua mente.

Per me quella persona era James.
Aveva 17 anni al tempo e io appunto, non avevo alcuna esperienza, nemmeno con i ragazzi. Mi trascinò con la forza nel suo mondo e rimasi lì fino a quando non arrivai a Sidney.
Qualche residuo di lui c'è ancora in me, più che altro perché non sono quel tipo di persona che dimentica facilmente.

Il mio cuore si frammenta e uno spazio ora è occupato dal mio passato, posso decidere di ignorarlo ma è sempre lì e fa parte di me.

Uscì fuori cercando di non fare rumore. Non volevo che mia zia si accorgesse di me.

Eravamo tornati all'una quella sera e avevamo rovinato la Vigilia Di Natale. Mia zia però sembrava non essersi sollevata neanche quando vide gli occhi verdi di suo figlio varcare la soglia di casa. L'aveva abbracciato e l'aveva sgridato. In effetti Michael aveva fatto prendere un bel colpo a tutti. Non riusciva ancora a capacitarsi mia zia però, del perché stessero succedendo tutte quelle cose al suo bambino.

Nessuno sapeva perché Michael dovesse soffrire in quel modo.

Io decisi soltanto di non pensarci. Cosa che poi accadeva comunque. Ma più che ignorare, ero brava a dare importanza alle cose.

Posso incazzarmi per una sciocchezza e superare le cose più gravi.

È quasi un atteggiamento di autodifesa. Dopo l'alcolismo di mio padre e l'abbandono di mia madre non potevo più permettermi di dare un peso a ogni cosa che accadeva nella mia vita.

Un tiepido venticello mi colpì la fronte facendo svolazzare qualche ciuffo castano.

Accesi in fretta la sigaretta che tenevo tra l'indice e il medio. Immediatamente il sapore forte del tabacco si fece spazio tra i miei polmoni per poi spargersi fuori dal mio corpo nell'aria mattutina.

Invisible.|Calum Hood.|5 Seconds Of SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora