I paranoici attribuiscono un'importanza enorme ai particolari più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali.

-Sigmund Freud

-Lo so che morivi dalla voglia di vedermi.- Calum ssi sedette con le gambe incrociate nel letto.

-Semmai, tu non aspettavi altro che vedermi- dissi con un tono di fierezza e mi sistemai nel letto. 

Lui mugugnò qualcosa come -Beh mh forse- e spense la luce sistemandosi sotto alle coperte.

-Che stai facendo Cal- mi scappò una leggera risata che bloccai ricordandomi di essere arrabbiata con lui.

-Sono molto comodo così- anche se non potevo vederlo, percepivo ugualmente il suo sguardo fisso su di me -Dove sei?- e iniziò a cercarmi nel buio agitando le mani.

-Oh questa deve essere la tua guancia- purtroppo non riuscivo a smettere di ridere e mi unì a cercarlo anch'io.

-Calum quello era il mio occhio, volevi farmi diventare ceca?-

-E privarti di ammirare la mia bellezza? Ma quando mai- a quel punto sentì una leggera risata da parte di Calum. Forse la prima risata sincera da parte sua ultimamente.

Potevo sentire il silenzio. Il suo fiato sul collo e le nostre dita intrecciate.

Sensazioni così indescrivibili che solo lui era in grado di farmi provare.

-Calum-

-Si?- sussultai leggermente nel sentirlo giocherellare con una ciocca dei miei capelli.

-Perché sei venuto quì?- improvvisamente si fermò, sembrava che avesse smesso persino di respirare. Mi pentii di quella domanda, avevo la costante paranoia che in un attimo Calum potesse cambiare idea e trattarmi male. Quei momenti dolci e di tranquillità erano solo una parentesi alla normale vita di delusioni.

-Mi mancavi.- due parole che mi spiazzarono completamente. Pensai che quello accanto a me non poteva essere il Calum Hood che conoscevo. Ma lentamente la sorpresa lasciò spazio alla felicità.

Fortunatamente le luci erano spente o avrebbe visto le mie guance colorarsi di rosso per la seconda volta quella sera.

E se prima sembrava che tutto si fosse fermato in quell'attimo di pausa, ora ogni cosa tornava in vita. Ripresi a respirare anch'io e la mano di Calum riprese a giocare con i miei capelli.

Sospirai un leggero -Anch'io- che Calum sentì perché si distese su un fianco e posò un braccio intorno alla mia vita.

Ci addormentammo così, senza dire nient'altro. Con i nostri cuori allo stesso ritmo.
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Spensi il suono fastidioso della sveglia. Calum era ancora lì.

Era così tenero, finalmente sembrava in pace con sé stesso. La bocca era socchiusa e faceva uscire piccoli sbuffi irregolari. I capelli scompigliati lo rendevano ancora più bello.

Mi persi nei suoi particolari per minuti.

-Buongiorno- parlò ancora prima di aprire gli occhi. E così era quella la voce di Calum la mattina, leggermente roca e profonda.

-Buongiorno- risposi tranquilla spostando però lo sguardo.

Calum posò le labbra contro le mie per pochi secondi e poi si alzò. Si inchinò per prendere le scarpe e quando fu sul punto di uscire dalla finestra disse -Ci vediamo stasera- e si chiuse la finestra alla spalle.
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Entrai in cucina saltellando e cantando. Ero felice.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 31, 2016 ⏰

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Invisible.|Calum Hood.|5 Seconds Of SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora