Era una situazione così fottutamente strana.
Avevo davanti Calum Hood. Lo conoscevo, l'infanzia l'avevamo passata insieme a giocare nel giardino di casa sua. All'età di circa 14 anni si era trasferito qui a Sidney dopo l'incidente che coinvolse la sua famiglia. Tutta la famiglia Hood era in macchina quando un coglione li travolse. Morirono tutti, tutti tranne Calum.
Ricordo bene gli ultimi istanti di vita di Cal, si perchè in un certo senso era morto anche lui dopo che sua madre, suo padre e sua sorella l'avevano lasciato in questo mondo da solo.
Era poco più che un bambino ma si ritrovò senza nessuno.
Poi pensai a dove mi trovavo, non si era messo in una buona compagnia.
Da sempre era un bambino, diciamo, particolare. Ma ho fatica a ricordare avvenimenti della mia infanzia.Con quella frase mi stupì perchè non so come avesse intuito che anche io ero distrutta, pensavo di essere brava a non darlo a vedere.
-Che ci fai qui?- finalmente parlò, dovevo essermi incantata.
-Io..- come potevo giustificarmi?-Jenna? Perchè sei qui? Che cazzo, mi hai seguito?- Vidi per la prima volta Michael incazzato, ma incazzato veramente. Dietro di lui Luke e Ashton sorridevano, cretini.
-Io..scusa Mike non volevo.-
-Dai ti riporto a scuola.--No.- Mi si gelò il sangue a risentire quella voce dura, graffiante.
-Io e lei dobbiamo fare un po' di chiacchere, andate.--Ma Cal..- provò a intromettersi Michael.
-Andate ho detto.-I tre si allontanarono con ancora fra le mani le bustine trasparenti e io rimasi lì, con Calum che ormai era un perfetto sconosciuto per me.
-Siediti.- presi posto titubante dietro a una scrivania mezzo scassata. Calum accese una lampada verdognola posta sulla scrivania e iniziò a compilare dei moduli fregandosene della mia presenza.
Mi piace paragonare gli oggetti alla personalità delle persone, per esempio quando alzai lo sguardo per guardare il soffitto lo vidi bianco ma sporco, consumato dal tempo, come l'anima di Michael. In quel silenzio che Calum mi concedeva pensai al rumore assordante delle parole non dette, di tutta quella sofferenza intrappolata dentro di se. Ci sono dei momenti dove ti sembra di urlare ma in realtà è solo la tua anima che lo vorrebbe. Tu rimani in silenzio perchè è meglio che gli altri non conoscano la tua sofferenza, potrebbero anche provare pietà, ed è la cosa che più odio.
Ripensai a James, eravamo lo specchio di un rapporto normalissimo, illusi che fra noi ci fosse un minimo di amore.-Ehm.- provai a dire qualcosa dato che Calum ancora mi ignorava.
-C'era un silenzio bellissimo.-
-Si ma mi sto rompendo le palle di questa situazione. Posso andarmene o cosa vuoi?-Tanto ormai la faccia da stronza già ce l'avevo, dimostrare che lo ero davvero non mi costava nulla. Come odiavo la pietà per me stessa, non sopportavo provarla per altri. Anche se mi dispiaceva davvero per Calum perchè nessuno merita di perdere i propri familiari.
Il corvino si alzò e si mise a frugare in un mobile alla sua destra, quando finalmente trovò ciò che cercava si avvicinò a me e mi passò una bustina con dell'erba.
-Non ho soldi ora.-
-Pazienza, tanto so che sei venuta per questa. Ora l'hai avuta, non tornare più quì.-Ma che cazzo di spacciatore era? Invece di convicermi a comprare la sua roba non solo me la dava gratis ma mi avvertiva anche di non tornare più. Decisi di stare zitta chè tanto l'avevo capito che qualche problema quel ragazzo ce l'aveva.
-Ah, mh grazie.- mi concesse un ultimo sguardo poi riprese nuovamente posto nella sua sedia e continuanuò a fare ció che stava facendo prima.
Mi soffermai giusto un attimo a guardarlo. Dall'ultima volta che lo vidi era cambiato abbastanza e, a essere sincera, la pubertà aveva fatto un ottimo lavoro. I capelli castani erano sistemati in modo disordinato in un ciuffo che ricadeva nella fronte. I tratti ben marcati, il naso e gli occhi portavano a pensare che fosse asiatico ma in realtà io lo sapevo, lui era metà neozelandese e scozzese. E se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, gli occhi di Calum erano indecifrabili, non facevano trasparire alcuna emozione, così come i suoi comportamenti. Era così strano, mi aspettavo un trattamento differente, dopo tutto eravamo amici un tempo. Invece impassibile, non gli importava che lo stessi fissando, non gli importava della mia sfacciataggine. Era Calum, semplicemente lui.
Mi lasciai alle spalle il cartello ambiguo con la scritta Il Buco e tornai verso la scuola. Cercai però un luogo isolato, volevo consumare il regalo di Calum. Trovai infine una piazzetta, all'ingresso di essa erano posti uno accanto all'altro tre statue enormi a forma di triangoli ed erano tutti rossi. Mi sedetti all'ombra di un albero su un muretto verde che contornava tutta la piazza. Guardandomi intorno notai un bar e accanto quella che probabilmente doveva essere una palestra di arti marziali. Doveva essere un parco in cui si portavano a passeggiare i cani. Il posto era abbatanza isolato, e non doveva neanche essere molto frequentato. Carino.
Ero nuovamente sola, mi ero isolata. La droga cosa avrebbe fatto? Isolarmi ancora di più. Continuavo a rigirarmi fra le dita la canna che avevo appena rollato. Non era nulla di chè pensai. Però no, non potevo. Non aveva un cazzo di senso tutto quello. Vorrei poter spazzare via tutte le paranoie che circondano la mia vita, è così difficile essere felice?
Inviai un veloce messaggio a Michael nel quale gli dicevo di raggiungermi. Conosceva già la piazza in cui mi trovavo. Dopo una breve attesa scorsi una chioma rossa avvicinarsi.
-Ei.-
-Ei.- mi abbracciò, sembrava già essersi dimenticato la cazzata che avevo fatto poco prima.-Hai paura di me?-
-No.- era vero, non mi importava in chissà quali sporchi affari era coinvolto. Se c'era una cosa che avevo imparato è che non bisogna giudicare le persone dall'apparenza. E Michael poteva anche sembrare un pazzo che sta in pieno inverno con t-shirt di qualche band sconosciuta e che gira con i suoi capelli fluorescenti, ma solo standoci accanto impari quanto è speciale. Vale la pena stare accanto a Mike.Gli consegnai la canna e mi sentìi così stupida. Rimanemmo accanto in silenzio fino a quando Michael terminò la sua sigaretta, andammo insieme a casa senza dire una parola, non c'era bisogno di parlare.
Because the drugs never work
They're gonna give you a smirk
'Cause they got methods of keeping you clean
They're gonna rip up your heads,
Your aspirations to shreds
Another cog in the murder machine-Teenage, My Chemical Romance
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Invisible.|Calum Hood.|5 Seconds Of Summer
Fiksi PenggemarMi avvicinai alla porta, come sempre l'aveva lasciata aperta. Era nel suo solito stanzino con la sua solita penna. La luce soffusa lo rendeva ancora più bello; illuminava il suo viso concentrato e malinconico. Mi avvicinai ed il silenzio era talmen...