Capitolo VII. Passione

223 10 6
                                    

Il sabato successivo Ignazio invitò Ginevra ad uscire: la ragazza non sapeva niente riguardo il luogo in cui sarebbero andati, ma era ugualmente emozionata.

I suoi genitori, come sempre, le avevano fatto mille raccomandazioni; suo padre soprattutto, assai geloso della figlia; tuttavia non le avevano impedito di vederlo, poiché ormai Ginevra era grande ed in grado di agire coscienziosamente.

Alle sette e trenta, Ignazio suonò alla porta e fu lei ad aprire, accogliendolo con un bel sorriso sul volto, che fu subito ricambiato.

- Ciao! - salutò lui baciandola sulla guancia.

- Ciao Igna, entra pure! Mi metto il cappotto e arrivo. - lo invitò Ginevra.

Il ragazzo annuì, passandosi una mano sul ciuffo castano: era evidentemente in imbarazzo. E lo fu ancora di più quando i genitori di Ginevra gli vennero incontro, presentandosi.

- Buonasera, io sono Ignazio. - disse lui porgendo la mano a suo padre.

- Tommaso, piacere. E questa è mia moglie, Fiammetta. -

- Piacere mio. - rispose sorridendo alla donna, a cui Ginevra assomigliava molto.

- Mamma, mamma! Chi è arrivato? - chiese una voce infantile correndo nell'ingresso.

- Diego! - lo rimproverò sua sorella. - Ma che modi sono? -

- Non preoccuparti, è pur sempre casa tua. - lo scusò Ignazio facendo l'occhiolino al bambino e inginocchiandosi di fronte a lui.

- Ciao, io sono Diego e tu? -

- Mi chiamo Ignazio. Ginevra mi ha parlato di te ed ero ansioso di conoscerti. -

- Allora andremo a pattinare qualche volta? Sai, non sono ancora molto bravo. Mi insegneresti? -

- Certamente, quando vuoi. Adesso noi dobbiamo uscire. Mi raccomando, a letto presto. - disse intenerito, scompigliandoli i capelli corvini.

Il bambino sorrise soddisfatto e andò verso la madre, che lo prese in braccio.

- Allora divertitevi ragazzi! - disse suo padre. - E non fare troppo tardi Gin.-

- Va bene babbo. - rispose salutandolo.

- Buona serata anche a voi. - disse Ignazio congedandosi.

Una volta fuori, poté tirare un sospiro di sollievo: il peggio era passato.

Si avviarono verso l'auto, e appena dentro l'abitacolo, Ginevra scoppiò a ridere.

- Che c'è? - chiese lui perplesso.

- Scusami, ma è stato divertente vederti così agitato davanti ai miei! Quasi non sembravi tu...-

- Ci tenevo a fare una buona impressione. Voglio continuare ad uscire con te. - spiegò sorridendole e mettendo in moto.

- Tranquillo, non hanno motivo per impedirmelo. Piaci anche a Diego. -

- È adorabile. -

- Sì, perché non ci vivi insieme...ti assicuro che è un gran furbetto. Comunque, dov'è che andiamo? -

- È una sorpresa, che credo ti piacerà. -

Ginevra lo guardò sospettosa, interrogandosi sulla destinazione durante tutto il tragitto.

Dopo circa una mezz'ora arrivarono ad un ristorante che dava direttamente sul mare. Era situato in alto e aveva grandi vetrate che offrivano una vista spettacolare.

La ragazza rimase a bocca aperta: mai si sarebbe aspettata una cosa simile. Inoltre, sembrava anche piuttosto elegante, e lei non voleva che Ignazio spendesse così tanto.

I hope you'll never forget me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora