Capitolo XIV: Bologna. Prima parte

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Trascorse una settimana, in cui l'uno ignorò l'altra, ritenendo che fosse meglio far calmare le acque.

Era ormai giunto il fatidico giorno: i ragazzi avevano preso un volo per Bologna, gentilmente offerto da Michele, il quale aveva voluto pagare tutto, soggiorno compreso.

Piero e Gianluca avevano chiesto alle rispettive fidanzate di accompagnarli, convincendo anche Ginevra ad andare con loro. Era stata dura, ma ce l'avevano fatta.

Avevano elaborato un piano: fare in modo che i due in questione stessero più vicino possibile.

Inoltre, era stato Gianluca a scegliere la disposizione delle camere, rigorosamente doppie, in modo che Ignazio e Ginevra si ritrovassero da soli. Il tutto, ovviamente, ad insaputa dei presenti.

Atterrarono intorno alle 10:30: il viaggio era stato piacevole, fortunatamente non avevano avuto scali.

Ignazio non era riuscito a stare tranquillo nemmeno per un secondo, poiché accanto a lei sull'aereo. Avrebbe voluto stringerle la mano, baciarla, ma si era limitato a sorriderle, per poi ascoltare un po' di musica.

- Michele dovrebbe aver mandato qualcuno a prenderci. - disse Piero guardandosi intorno all'interno dell'aeroporto. - Aguzzate gli occhi ragazzi, dovrebbe aver in mano un cartello con su scritto tipo " Torpedine ". -

Ginevra, dopo qualche minuto, notò un uomo sulla quarantina, anch'egli impegnato a guardare tra la folla; in mano reggeva un foglio che recitava: " Appuntamento con Michele Torpedine. Ignazio, Piero e Gianluca ".

- L'ho trovato, è là! - comunicò, dicendo agli altri di seguirla.

- Buongiorno. - salutò l'uomo vedendoli arrivare. - Siete voi che dovete incontrare il signor Torpedine? - chiese.

- Sì, finalmente siamo riusciti a trovarla. - rispose Ignazio.

- Bene. Seguitemi. - disse avviandosi verso l'uscita.

Vi erano due auto ad aspettarli, poiché avevano informato Michele che ci sarebbero state anche le ragazze. Dopo aver sistemato le valigie, salirono e si diressero verso l'albergo, uno dei migliori del luogo.
L'assistente del manager, ovvero l'uomo che li aveva accolti, si chiamava Mario e informò i ragazzi che, appena sistemati i bagagli, sarebbero subito andati dal suo capo.

- Wow, è bellissimo! - esclamò Caterina osservando l'edificio davanti a loro.

- Non quanto te...- sussurrò Gianluca al suo orecchio, mettendole un braccio intorno ai fianchi e facendola arrossire.

Varcarono l'ingresso, entrando nella hall. Mario si diresse verso la reception per dare loro le chiavi delle camere e lì scoprirono la disposizione.

Ginevra fece finta di niente, capendo al volo che era stato fatto di proposito. Francesca e Caterina fecero spallucce, evidentemente nemmeno loro erano a conoscenza della cosa.

- Gin, non essere arrabbiata. Siamo rimaste stupite anche noi, ma cerca di vedere il lato positivo: Ignazio potrebbe approfittarne per scusarsi. - disse Francesca mentre erano in ascensore.

- C'è lo zampino di Gianluca, ne sono certa; non so se avete notato il sorrisetto che aveva sulla faccia. - affermò Ginevra incrociando le braccia. - D'altronde, mi sembra crudele privarvi delle vostre dolci metà. - continuò guardando le amiche in modo malizioso.

Le tre scoppiarono a ridere e, arrivate al settimo piano, scoprirono di avere le stanze una accanto all'altra.

- Che ne dite di fare un giro più tardi? Piero ha detto che devono andare subito da Torpedine, per cui abbiamo un sacco di tempo per noi. -

I hope you'll never forget me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora