Black and White

1-Perle di cioccolata

Lauren, che diavolo combini? Tieni un po' d'ordine tra tutti questi pensieri...
Questa è la frase che mi ripeto in continuazione tra me e me, ormai da diverse settimane. Non so cosa mi stia succedendo, so solo che ciò che la mia mente ha elaborato qualche momento fa, quando ho aperto la porta d'ingresso dopo aver sentito suonare il campanello, non è del tutto normale.
Non fraintendetemi, con quel ''normale'' non voglio farvi pensare che sia una di quelle ragazze psicopatiche... diciamo solo che ''normalmente'' non è un pensiero che tutti farebbero sulla propria migliore amica, ecco tutto.
Cercherò di spiegarmi meglio; esistono diversi miliardi di persone nel mondo, che tutti i giorni si incrociano per le strade delle proprie città, incrociamo milioni e milioni di sguardi sconosciuti e altrettanti ne incroceremo durante il corso della nostra esistenza... Tra tutti questi occhi, però, solo un paio hanno attirato la mia attenzione. Un paio di piccole perle color cioccolata, incorniciate da delle lunghe ciglia scure più dell'ebano, perfettamente intonate con una carnagione delicata color caffe-latte, la quale a sua volta modella i lineamenti sottili del suo viso. Ed è li che probabilmente inizi a scrutare il suo volto con più attenzione, come un pittore che cerca di memorizzare il più minimo dettaglio, ogni centimetro di pelle, e mentre l'artista cerca di riprodurlo sulla tela il più fedelmente possibile, tu, ti ritrovi a disegnare il suo ricordo nella mente, come per non dimenticarla mai.
Insomma, esistono moltissime ragazze, alcune le definiremmo ''passabili'', altre carine, alcune addirittura sensuali, ma sono davvero, ribadisco, davvero poche, quelle che possono essere definite belle. Lei appartiene a quest'ultima categoria. E' proprio una di quelle ragazze che non passano inosservate, almeno fino a che non ti soffermi a guardarla con un briciolo di attenzione. Inizi guardando i suoi occhi, poi vedi due gambe longilinee di qua, due braccia esili ma al contempo molto agili di là e una cascata di capelli leggermente mossi, color bistro, con i quali spesso gioca, arrotolandone qualche ciocca intorno al dito indice.
Credo che più chiara di cosi non avrei potuto essere,  anche se forse ci sarebbe un modo un po' più esplicito di farvi capire di chi sto parlando, ovvero rivelarvi il suo nome. Ebbene, lei è Camila.
Camila Cabello. Si, proprio la mia migliore amica. Questo è quello che ho pensato appena ho realizzato di averla in piedi di fronte a me, qualche manciata di minuti fa, dopo aver aperto la porta.
Tutto questo me l'ha detto la mia mente nel brevissimo lasso di tempo in cui lei mi ha salutato, per l'esattezza il tempo di dire ''ciao'', il tempo di pronunciare quattro misere lettere. Se in un solo istante ho potuto pensare solo questo, vi lascio immaginare cosa sia capace di creare la mia mente durante un pomeriggio trascorso in sua compagnia. 

-Hey Camila- esclamo sorpresa sull'uscio di casa.
-Ciao- mi risponde
-Lauren, sono venuta qui per riportarti questo-  dice porgendomi il mio diario -L'hai lasciato a casa mia- mi spiega.
Lo afferro e lo rigiro tra le mani. Circa un'oretta fa mi trovavo a casa sua per aiutarla con i compiti di scienze; stavo per andarmene quando mi sono distratta e l'ho lasciato sulla scrivania in camera sua. 
La ringrazio e le chiedo se vuole entrare per un attimo, anche solo per bere un bicchiere d'acqua.
- Ora devo proprio scappare Lolo, tra poco esco a cena...- mi spiega, declinando il mio invito.

A cena? Con chi? Perchè non me l'ha detto? Cosa mi nasconde? E perchè mi interessa tanto saperlo? Insomma, non è obbligata a dirmi tutto. 

Cercando di non sembrare sorpresa, cerco di risponderle in fretta, ma per qualche strana ragione incomincio a balbettare: -Oh, ehm... okay, a domani allora- 
-Ci si vede a scuola- si congeda la più piccola, avviandosi per il vialetto di ghiaia bianca che attraversa il piccolo giardino intorno alla mia villetta.
Sto per chiudere la porta alle mie spalle, quando...