Un lungo viale alberato conduceva Clara verso un ben noto posto.
Aiuole fiorite decoravano quel sentiero curato e armonioso, l'aria frizzante della primavera costringeva la bimba a stringersi nel suo cappottino rosso fragola. I capelli boccolosi e quasi di seta ondeggiavano ad ogni passo.
Clara sapeva che una bimba di sei anni non doveva camminare per strada da sola, ma in quel momento era la cosa migliore.Come molte altre volte, quel giorno aveva saltato la scuola.
La mamma l'aveva accompagnata puntale e l'aveva seguita con lo sguardo finché non era scomparsa all'interno dell'edificio ghermito di studenti. Quello che Elena, la mamma, non sapeva era che Clara si nascondeva dietro un angolo e la osservava andar via nella macchina argento, per poi sgattaiolare veloce fuori dalla scuola. Nella confusione di inizio giornata passava del tutto inosservata.
Ancora non era stata scoperta, giustificava lei stessa quelle sue studiate fughe.Clara camminava silenziosa, incurante degli sguardi curiosi che le persone le lanciavano. La mente sgombra faceva da teatro ad un terribile ricordo.
Con lo sguardo basso, si avviava sicura al giardino nella quale si rifugiava sempre quando non era a scuola. La farfallina le volava accanto, una perla blu sospesa in aria.
"Brava piccola, sai cosa devi fare" le sussurrava ambigua con voce profonda.Il giardino era deserto come al solito, solo qualche cane con il suo padrone spuntava nel verde prato. Si sedette alla sua solita panchina, quella vicino alla bellissima fontana di marmo.
La farfallina si appoggiò delicata sullo zainetto della bimba.
"Potrò mai essere come gli altri bambini?" si chiese Clara mentre gli occhi si velavano di lacrime.
La bimba aveva salutato due volte la sua infanzia perduta. Quando era mancato il suo dolce papà e quell'orribile giorno nella quale aveva capito come funzionava il mondo dei grandi.La farfallina blu le volava civettuola intorno, appoggiandosi sui capelli, sulle spalle e sul petto.
Clara fremeva atterrita.
"Dai piccola, ti ricordi com'era stato bello?" le domandava la farfallina volando sempre più basso. Le labbra color fragola di Clara tremavano.
"Non avere paura tesoro" le sussurrò la farfallina blu appoggiandosi soave tra le gambe della bimba.Clara chiuse gli occhi e sperò per un attimo di morire.
Quella ferita la squarciava ogni giorno di più, come un segreto rovo che tagliava la sua anima.
Con un gesto di stizza e paura scacciò la farfallina e si alzò di scatto.
Iniziò una corsa furibonda, scordando lo zainetto sulla panchina verde scuro.
Corse, corse lontano, lontano da se, lontano dai ricordi. I piedini mangiavano la terra e lacrime copiose corrodevano quel delicato volto di bambola."Hey, attenta!" esclamò un uomo all'impatto con Clara, che gli era finita addosso.
"Mi... Mi scusi" singhiozzò la bimba alzando gli occhi.
Un brivido le salì viscido su per la schiena appena incrociò lo sguardo di quell'uomo.
Occhi grigi.
Clara indietreggiò, il cuore in tumulto. L'anima si frantumò in mille pezzi.
Indietreggiò ancora e riprese a correre, dando le spalle all'uomo.Corse veloce, più veloce del vento, recuperò lo zaino e corse via da quel parco, via da quegli occhi.
Gli occhi grigi, come quelli di suo padre, come quelli di quel terrificante ricordo.
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Quello che le farfalle non dicono
Mystery / ThrillerSembrare bambina ma custodire un grosso, terribile segreto. Benvenuti nella vita di Clara.